Francesco: un altro bambino italiano costretto a cambiare scuola
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Francesco: Un Altro Ragazzino Italiano Costretto a Cambiare Scuola per la Persecuzione dei Compagni
Mesi di Inferno
In un dramma che sembra strappato dalle pagine di un incubo, Francesco, un giovane studente della Bassa veronese, ha dovuto abbandonare la sua scuola a causa di un bullismo feroce e inarrestabile. Da ottobre, questo ragazzo fragile, giĂ certificato per le sue condizioni, ha vissuto un calvario di violenze, insulti, umiliazioni e furti. Il tutto commesso da coetanei dell’Istituto «Giuseppe Medici» di Porto, che hanno trasformato il percorso dalla fermata dell’autobus alla scuola in un corridoio dell’orrore.
Violenza Filmata
L’agonia di Francesco ha raggiunto il suo apice quando, in un atto di crudeltĂ registrato da una telecamera di sorveglianza, è stato brutalmente picchiato e derubato del suo smartphone per la seconda volta. Nonostante le prove video, i bulli non si sono fermati, anzi, hanno intensificato le loro minacce e aggressioni una volta saputo della denuncia ai carabinieri. “Abbiamo vissuto nel terrore”, raccontano i genitori, con la voce spezzata dal dolore, “vedere nostro figlio tornare a casa con i lividi, sentirlo raccontare le minacce ricevute… non potevamo permettere che continuasse”.
Genitori Aggrediti
La situazione è degenerata ulteriormente quando i genitori di Francesco hanno cercato un confronto diretto con i bulli davanti alla scuola. Invece di trovare una soluzione, si sono trovati in un’imboscata, aggrediti da un gruppo di ragazzi e ragazze in un atto di violenza che ha richiesto l’intervento di un passante per portarli in salvo. Questo episodio ha spinto i genitori a sporgere una seconda denuncia, mentre la comunitĂ assisteva impotente a un altro studente della stessa classe di Francesco che finiva al Pronto Soccorso, vittima della stessa intolleranza.
Il Dirigente Scolastico
Stefano Minozzi, dirigente del Medici, descrive una situazione complessa, sottolineando che le violenze non si sarebbero verificate all’interno delle mura scolastiche. “Gli insegnanti sono attivi e presenti,” afferma, ma ammette che tutto è nelle mani degli inquirenti, senza interventi disciplinari ancora presi, poichĂ© i fatti si svolgono al di fuori del controllo diretto della scuola.
Un Futuro Incertissimo
Ora, Francesco è costretto a ricominciare da zero in una nuova scuola, lontano dal terrore che ha vissuto. Ma il cuore dei suoi genitori è pesante, consapevoli che nessun cambiamento di istituto potrĂ cancellare il trauma subito. La loro speranza è che il loro figlio possa trovare la pace e la serenitĂ che gli sono state strappate, in un ambiente dove il termine “compagno” torni a significare amicizia e non persecuzione. Il dramma di Francesco è un monito per tutti: la loro presenza in Italia non è solo un problema scolastico, ma una ferita sociale che richiede un’azione collettiva, immediata e senza compromessi.
da insegnante dico che il dirigente scolastico (stando a quanto riporta l’articolo) è un Ponzio Pilato. Essere docenti è come essere medici o carabinieri…anche se non sei in servizio o quanto accaduto non è sotto la tua diretta responsabilitĂ non puoi nasconderti dietro questioni “territoriali”. Quanti carabinieri (agenti in generale) e/o medici anche fuori servizio si sa che sono parti attive in episodi fortuiti….