L’esercito dei maranza sta occupando anche le piccole città
Related Articles
Azzerare immigrazione non europea. Remigrazione di massa. Solo così salviamo il futuro.
Questi giovani immigrati di seconda generazione, i cosiddetti “maranza”, non sono semplici teppisti: sono una piaga sociale che sta devastando le nostre città. Tollerano scippi e minacce ai coetanei per derubarli di quattro spicci e non ci mettono molto a tirar fuori dalla tasca coltellini a scatto. I maranza stanno portando tensioni e disagio non solo nelle periferie delle grandi città, ma anche nel centro delle cittadine di provincia. Si piazzano sotto i porticati delle vie pedonali con trap e musica etnica a tutto volume, fumano erba e – spesso – accerchiano le coppiette di ragazzini per rubare giubbotti o soldi. O solo per giocare a fare i duri.
A Viterbo, dove i maranza vengono chiamati “coatti”, i commercianti sono insorti prima di Natale: i bivacchi, i muri imbrattati, le casse e le canne disincentivavano la gente a passeggiare in centro e a fare acquisti. A Torino, da piazza Vittorio ai Murazzi, è un continuo di bottiglie rotte, coltelli, risse, bravate e spaccio per conto dei pusher. A Busto Arsizio, provincia di Varese, è stata organizzata una manifestazione anti-maranza per riappropriarsi delle vie che un tempo erano popolate dalle grandi compagnie di ragazzini e che oggi “fanno paura”.
Tensioni anche a Monza: dopo la presentazione del libro “Maranza di tutto il mondo unitevi” al centro sociale Foa Boccaccio, l’assessore alla Sicurezza, ex magistrato, Ambrogio Moccia, è insorto: “Chiamare alla rivolta non è accoglienza”. A Bergamo due studenti di 16 qualche giorno fa sono stati aggrediti mentre pranzavano a KFC e i commercianti hanno chiesto più volte pattuglie in borghese.
A Trento si sta pensando di mettere fuori uso i monopattini comunali perché vengono usati esclusivamente (e maltrattati) dai maranza. E ancora, a Parma un ragazzo è stato circondato alla fermata del tram.
Dal ministero dell’Interno è già arrivata ai prefetti la direttiva per istituire le zone “a vigilanza rinforzata”. Quel che è chiaro è che se i centri sociali strumentalizzano la rivolta, la sicurezza sarà sempre più a rischio.
Questi giovani invasori, privi di ogni senso di appartenenza o rispetto per il nostro paese, stanno trasformando le nostre città in zone di guerra, dove la violenza è la regola e l’impunità la norma. Le loro azioni non sono solo un affronto alla legge, ma una minaccia diretta alla nostra cultura, alla nostra sicurezza, e al nostro modo di vivere. È imperativo agire ora, prima che questa piaga diventi incurabile, e riprendere il controllo delle nostre strade, delle nostre piazze, e delle nostre vite.
E domani sarà anche peggio se non si impicca qualcuno di loro per strada, come monito per gli altri… oppure qualcuno pensa di contenere il fenomeno tempestandoli di merda sui social, credendosi veri uomini?