Il silenzio di Mattarella mentre le toghe rosse assaltano la democrazia

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By V gennaio 28, 2025 20:01

Il silenzio di Mattarella mentre le toghe rosse assaltano la democrazia

Sovranità Appartiene Al Popolo E Non Alle Toghe Rosse

In un momento in cui la tensione fra politica e magistratura raggiunge livelli allarmanti, ci troviamo di fronte a una vera e propria aggressione giudiziaria contro il governo eletto democraticamente. Con profonda preoccupazione, apprendiamo di un’iniziativa giudiziaria che vede indagati i vertici del governo per accuse di favoreggiamento e peculato legate alla vicenda della liberazione del comandante libico Almasri.

In questo scenario, il silenzio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), è assordante. Come garante della Costituzione, Mattarella ha il dovere di intervenire per difendere l’ordine democratico e l’autonomia del potere politico dal tentativo di sovvertimento da parte di una magistratura che sembra aver perso ogni senso di neutralità. Il suo silenzio non solo indebolisce la figura del Capo dello Stato ma lascia campo libero a chi vuole usare il sistema giudiziario per fini politici, minando così la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Risulta incomprensibile dove la procura romana trovi il confine tra l’esercizio legittimo della discrezionalità politica, che dovrebbe rispondere unicamente all’opinione pubblica e all’elettorato, e il controllo sulla legalità. È inaccettabile che persino la possibile violazione di un trattato internazionale, a cui l’Italia è tenuta ad adempiere, possa diventare materia di intervento giudiziario, sovvertendo così il principio di separazione dei poteri.

Questa situazione rappresenta un pericoloso attacco alla stabilità dello Stato, soprattutto quando il dibattito politico e le verifiche sulla correttezza delle azioni governative dovrebbero essere riservate al Parlamento, e non essere soggette a un intervento giudiziario che sembra più un atto di guerra politica che di giustizia. Tale iniziativa rischia di scatenare un conflitto istituzionale senza precedenti, mettendo in discussione non solo l’operato del governo ma la stessa sovranità del popolo italiano.

È evidente che Mattarella, in qualità di custode supremo della Costituzione, dovrebbe alzare la voce contro questa aggressione giudiziaria. Il suo ruolo non è solo simbolico; è quello di assicurare che ogni potere dello Stato rimanga entro i confini tracciati dalla legge fondamentale della Repubblica. Il suo mancato intervento in difesa della sovranità popolare e della separazione dei poteri rischia di lasciare un vuoto istituzionale che potrebbe essere riempito da chi desidera manipolare la democrazia italiana a proprio piacimento.

La Magistratura Ideologicamente Compromessa: Un’Offensiva Politica Contro il Governo di Destra

Siamo di fronte a uno scenario che mostra un’indecente manipolazione della giustizia da parte di una magistratura profondamente compromessa dall’ideologia. Abbiamo un avvocato di sinistra, Luigi Li Gotti, che si lancia in una denuncia fantomatica, presentata ad un magistrato che condivide le sue stesse inclinazioni politiche, con l’unico scopo di attaccare un governo di destra. Questo è il quadro di una giustizia non solo politicizzata ma totalmente asservita a un’agenda di sinistra.

Li Gotti, un ex sottosegretario alla Giustizia durante il governo Prodi e noto per aver difeso i peggiori criminali pentiti come Buscetta e Brusca, ha deciso di puntare il dito contro Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano, accusandoli di favoreggiamento personale e peculato in relazione al rimpatrio di Osama Almasri. Questa denuncia è un atto di pura vendetta politica, un tentativo di rovesciare la volontà democratica attraverso il tribunale.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha giustamente sottolineato il legame di Li Gotti con Prodi e la sua storia di difesa di criminali mafiosi, mostrando il volto ipocrita di chi dovrebbe rappresentare la giustizia ma si presta a farne un’arma da guerra politica. L’avviso di garanzia che ne è conseguito non è un atto di giustizia, ma un attacco mirato e ideologicamente motivato contro un governo eletto dal popolo.

La richiesta di indagini sulle decisioni prese riguardo ad Almasri e sull’uso di un aereo di Stato per il suo rimpatrio sembra più una messinscena che un reale interesse per la giustizia. Il codice penale viene qui usato non per promuovere la giustizia, ma per creare un caso politico che possa destabilizzare un governo che non si piega alle agende globaliste e progressiste.

Ma chi è davvero Luigi Li Gotti? Un avvocato con un passato politico che ha visto lui passare dal MSI all’Italia dei Valori, servendo come sottosegretario alla Giustizia sotto Prodi. La sua carriera legale è segnata dalla difesa di figure controverse della criminalità organizzata, un percorso che lo rende un personaggio ambiguo nel panorama politico e giudiziario italiano. La sua azione di oggi non è che il riflesso di un passato in cui la giustizia è stata strumentalizzata per fini politici.

Questa situazione non è solo un affronto alla democrazia ma espone la magistratura italiana come un’istituzione che ha perso la sua strada, diventando un campo di battaglia per vendette ideologiche. È chiaro che le indagini contro il governo Meloni non sono che un episodio di una guerra più ampia contro chi osa sfidare l’ordine stabilito dalla sinistra e dai suoi alleati globalisti.

In conclusione, ciò che vediamo è una magistratura che ha tradito il suo ruolo, trasformandosi in un braccio armato di un’ideologia, pronta a colpire chiunque non si allinei con le sue visioni politiche. È un’offensiva contro la sovranità popolare e la giustizia stessa, e richiede una risposta forte e determinata da parte di chi crede nella democrazia e nella vera giustizia.

[Segue la parte già scritta precedentemente]

Il silenzio di Mattarella mentre le toghe rosse assaltano la democrazia ultima modifica: 2025-01-28T20:01:36+00:00 da V
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By V gennaio 28, 2025 20:01
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell gennaio 28, 20:13

    Com’era più quella storia che diceva che in italia non si fa mica un uso politico della magistratura?

    Reply to this comment
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