La protesta dei migranti: «Non possiamo mantenerci da soli»
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I finti profughi ospiti del CARA di Bari, dove le toghe rosse hanno riportato gli ‘albanesi’. Protestano.
**Basta mantenere i migranti a vita! I contribuenti italiani non sono un bancomat**
È ora di dire basta. Basta alla narrazione ipocrita che dipinge i migranti come vittime passive, bisognose di essere mantenute a vita con i soldi dei contribuenti italiani. Basta alla retorica dell’accoglienza infinita, che trasforma lo Stato in un bancomat per chi arriva nel nostro Paese pretendendo diritti senza doveri. Quello che sta accadendo a Bari, e in molte altre città italiane, è l’emblema di un sistema distorto, che alimenta pretese insostenibili e che tradisce i cittadini italiani.
### **La pretesa inaccettabile**
I migranti – in realtà clandestini spacciati per richeidenti asilo – ospiti del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) di Bari, una volta ottenuta la protezione internazionale, invece di rimboccarsi le maniche e cercare di costruirsi un futuro, pretendono di essere mantenuti a vita dallo Stato italiano.
«Si è interrotto il legame diretto tra la prima e la seconda accoglienza. Una volta ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale, molti migranti ospiti del Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari si ritrovano a vivere per strada, senza casa e cibo, privi di diritti».
Ma chi glielo ha detto che l’Italia è un Paese che regala tutto senza chiedere nulla in cambio? Chi glielo ha detto che i contribuenti italiani sono obbligati a pagare per il loro sostentamento? L’accoglienza è un atto di solidarietà, non un diritto acquisito. Eppure, sembra che molti migranti abbiano frainteso il concetto, trasformando l’ospitalità in una pretesa inaccettabile.
### **Il paradosso dell’accoglienza**
Dice l’associazione Fuorimercato: «Creare questo “limbo” è funzionale a soddisfare la richiesta di manodopera da parte di quei settori che necessitano di forza lavoro usa e getta». Ma pensa, traghettare clandestini porta in Italia l’esercito di riserva per i ‘capitalisti’, abbassando i salari. Chi lo avrebbe mai detto.
Il sistema di accoglienza italiano è diventato un paradosso vivente. Da un lato, i migranti vengono trattati come ospiti privilegiati, con vitto, alloggio e assistenza pagati dai contribuenti. Dall’altro, una volta ottenuta la protezione internazionale, molti di loro si rifiutano di integrarsi, pretendendo di continuare a vivere alle spalle dello Stato.
E mentre loro restano in attesa di essere mantenuti, i cittadini italiani faticano a pagare le bollette, a trovare un lavoro dignitoso e a garantire un futuro ai propri figli. È questo il modello di società che vogliamo? Un Paese che premia chi non contribuisce e penalizza chi lavora e paga le tasse?
### **La manodopera che non vuole lavorare**
Lo sportello sindacale Fuorimercato ha denunciato che molti migranti vengono sfruttati come manodopera a basso costo, senza contratti, buste paga o tutele. Ma c’è un altro lato della medaglia: molti di loro rifiutano i lavori regolari, preferendo vivere di espedienti o aspettando che lo Stato provveda a loro.
E mentre i cittadini italiani si fanno in quattro per arrivare a fine mese, i migranti pretendono di essere mantenuti senza dare nulla in cambio. È questa la giustizia sociale? È questo il rispetto per chi lavora e paga le tasse?
In altre parole, i migranti vengono utilizzati come schiavi moderni, privi di contratti, buste paga e tutele.
E mentre loro si accordano per lavorare in nero, sottopagati e senza diritti, i cittadini italiani si vedono rubare posti di lavoro e risorse. È questo il vero volto dell’accoglienza? Un sistema che arricchisce pochi e impoverisce molti, che sfrutta i migranti e tradisce i contribuenti?
### **I soldi dei contribuenti non sono infiniti**
I soldi pubblici non crescono sugli alberi. Ogni euro speso per mantenere i migranti è un euro sottratto alle scuole, agli ospedali, alle pensioni e ai servizi per i cittadini italiani. Eppure, sembra che questo concetto sia difficile da far comprendere a chi arriva nel nostro Paese con la pretesa di essere mantenuto a vita.
L’Italia non è il Paese dei balocchi. Non possiamo permetterci di accogliere migliaia di persone senza chiedere loro di contribuire alla società. L’accoglienza deve essere temporanea, finalizzata all’integrazione e al rispetto delle regole. Chi vuole restare in Italia deve dimostrare di meritarselo, lavorando, rispettando le leggi e contribuendo al bene comune.
### **Basta ipocrisia**
È ora di dire basta all’ipocrisia di chi difende a spada tratta i diritti dei migranti, dimenticando i doveri che hanno verso il Paese che li ospita. È ora di dire basta a un sistema che trasforma l’accoglienza in un business per pochi e in un peso insostenibile per molti.
I contribuenti italiani non sono un bancomat. Non siamo obbligati a mantenere a vita chi arriva nel nostro Paese pretendendo diritti senza doveri. Serve una politica seria, che metta al primo posto i cittadini italiani e che garantisca un’accoglienza dignitosa ma rigorosa, finalizzata all’integrazione e al rispetto delle regole.
La verità è che i centri accoglienza devono essere svuotati. Ma non per strada, fuori dall’Italia. Invece Meloni ha raddoppiato le presenze:
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