Trump firma accordo: migliaia detenuti stranieri trasferiti in El Salvador
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In nemmeno un mese di tempo Trump sta facendo vergognare chi governa da tre anni a vuoto.
Il Presidente Donald Trump ha siglato un accordo storico con il Presidente di El Salvador, Nayib Bukele, che permetterà agli Stati Uniti di deportare criminali violenti – indipendentemente dalla nazionalità – per scontare le loro pene nel mega-carcere di massima sicurezza salvadoregno. Questa audace iniziativa ridurrà i costi carcerari, alleggerirà il sovraffollamento e aumenterà la sicurezza pubblica rimuovendo pericolosi criminali dal suolo americano.
I critici sostengono che gli Stati Uniti non possano deportare cittadini americani, ma la legge federale offre chiare vie per l’implementazione legale di questa politica. In base a 8 U.S.C. § 1227, i residenti permanenti legali possono essere deportati per reati aggravati, reati legati alla droga e crimini di turpitudine morale. Inoltre, 8 U.S.C. § 1481 consente la revoca della cittadinanza per cittadini naturalizzati coinvolti in terrorismo, tradimento o frode nell’ottenimento del loro status, il che significa che i membri di gang che hanno nascosto le loro affiliazioni, come MS-13 o Tren de Aragua, potrebbero perdere la cittadinanza ed essere rimossi.
Il Programma Internazionale di Trasferimento dei Detenuti (18 U.S.C. §§ 4100-4115) permette già ai cittadini stranieri condannati negli Stati Uniti di scontare le loro pene nei loro paesi d’origine. Questo nuovo accordo amplia questo concetto consentendo a El Salvador di ospitare criminali di qualsiasi nazione, inclusi quelli che gli Stati Uniti desiderano rimuovere.
Bukele ha già trasformato El Salvador da una delle nazioni più letali del mondo a una delle più sicure, incarcerando oltre 83.000 membri delle gang. Il suo mega-carcere Cecot, con una capacità di 40.000 detenuti, è diventato un modello per un’incarcerazione rigorosa, dove i criminali sono confinati 24 ore al giorno senza programmi di riabilitazione o lussi.
Ora, invece di spendere 35.000 dollari all’anno per detenuto nelle prigioni statunitensi, l’America può esternalizzare questi costi a El Salvador a una frazione del prezzo, con Bukele che propone una tariffa fissa per detenuto per sostenere il suo sistema carcerario riducendo le spese statunitensi.
Questo accordo rafforza anche la più ampia strategia di applicazione dell’immigrazione di Trump. Il quadro del “Safe Third Country”, già in vigore con il Guatemala, ora si applicherà anche a El Salvador, assicurando che i migranti arrestati alla frontiera degli Stati Uniti possano essere inviati lì anziché rimanere negli Stati Uniti.
I criminali che entrano illegalmente negli Stati Uniti e commettono reati violenti non ostruiranno più le prigioni americane o saranno rilasciati per sovraffollamento – saranno trasferiti rapidamente nella struttura di alta sicurezza di El Salvador.
Il Venezuela ha ripetutamente rifiutato di riprendersi i membri della gang Tren de Aragua arrestati negli Stati Uniti, ma ora, questi criminali possono essere inviati al sistema carcerario di El Salvador, rimuovendoli definitivamente dalle strade americane.
Il piano di Trump rappresenta un’azione reale dove le amministrazioni precedenti hanno fallito. Per anni, politiche liberali hanno permesso alle gang criminali di sfruttare lacune legali, evitare la deportazione e consumare i fondi dei contribuenti.
Questo accordo chiude queste lacune, rimuove criminali pericolosi e dà priorità agli americani rispettosi della legge rispetto a chi minaccia la sicurezza pubblica.
Con un forte supporto legale e un chiaro meccanismo di applicazione, questo accordo è un cambiamento di gioco – dimostrando ancora una volta che Trump è disposto a compiere passi audaci per proteggere i cittadini americani.
Chiamata all’Azione per l’Italia:
L’Italia, che ha affrontato problemi simili con l’immigrazione e il sovraffollamento delle carceri, dovrebbe seguire questo esempio. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva promesso misure simili. È il momento di agire concretamente, collaborando con paesi come El Salvador per trasferire i detenuti stranieri, ridurre i costi carcerari e migliorare la sicurezza pubblica. L’Italia deve prendere ispirazione da questo modello e implementare rapidamente politiche che proteggano i suoi cittadini e risorse.
Intanto la versione locale degli houti reagisce colpendo con droni e missili, saranno cazzi amari per distinguere tra il messicano bravo e quelli cattivi… poi toccherà all’europa. partendo da belgio, francia e svezia…
NB: arrampicata sugli specchi repubbBBBbblica sui fatti svedesi… sono stati “quelli della seconda generazione” senza specificare cosa assieme ai “bi-nazionali”.
Ma andate affanculo!