Per un mese i media hanno accusato il fidanzato italiano invece l’assassino era il solito immigrato
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I media corrotti al 90 per cento composti da giornalisti di estrema sinistra devono essere smantellati. Come? Lasciandoli al mercato: basta finanziamenti pubblici e basta finanziamenti sa speculatori apolidi.
L’Immigrazione Che Uccide e i Media Che Nascondono la Verità
Per quasi un mese, Sergio Ruocco, il fidanzato di Sharon Verzeni, ha dovuto sopportare l’infamia di essere considerato il colpevole perfetto solo perché rappresentava la figura stereotipata del “maschio bianco etero italiano”. Un mese di sospetti, di occhi accusatori, di articoli che lo dipingevano come il potenziale mostro, mentre la verità restava nascosta dietro una nebbia di pregiudizi politicamente corretti.
Ma la realtà, quando si è rivelata, ha smentito clamorosamente le aspettative dei media e degli attivisti che cercano sempre un carnefice bianco da mettere alla gogna. Sharon Verzeni è stata brutalmente uccisa a coltellate da Moussa Sangare, un maliano con cittadinanza italiana, che aveva già tre denunce per maltrattamenti contro la sua famiglia. Tre denunce che evidentemente non sono state sufficienti per impedirgli di continuare a essere una minaccia per la società.
Questa vicenda mette in luce due gravi problemi che la nostra società si rifiuta di affrontare con onestà.
Il primo è l’immigrazione incontrollata e la gestione disastrosa dei casi di integrazione fallita. Sangare, nonostante le denunce, era libero di agire, libero di portare il suo carico di violenza nella comunità. Dove sono le misure preventive? Dove sono le protezioni per i cittadini che vivono accanto a individui con simili precedenti? La politica dell’accoglienza a ogni costo ha mostrato, ancora una volta, il suo volto più oscuro.
Il secondo è la manipolazione mediatica. I media, con il loro insopportabile zelo per la correttezza politica, hanno cercato di costruire una narrazione che si adattasse alle loro ideologie. Hanno puntato il dito contro Ruocco, un uomo innocente, solo per mantenere intatta la loro narrazione preferita: quella del bianco oppressore. Quando la verità è emersa, si è visto il vero volto dell’assassino, un volto che non si adattava al loro copione. Allora, il silenzio. Oppure, una copertura minima e tardiva, ben lontana dal clamore con cui avevano infangato un innocente.
Questa è l’ipocrisia che dilaga: la ricerca ossessiva di un carnefice bianco per mantenere in vita un mito, mentre si ignorano i veri pericoli che si nascondono dietro una gestione fallimentare dell’immigrazione. È tempo di smettere di proteggere una narrazione che non corrisponde alla realtà e di cominciare a proteggere i cittadini, tutti i cittadini, senza distinzioni di colore o provenienza.
Sharon Verzeni merita giustizia, non solo per il suo omicidio, ma anche per il modo in cui la sua morte è stata strumentalizzata da chi dovrebbe raccontare la verità. Sergio Ruocco merita un risarcimento morale per il calvario a cui è stato sottoposto. Ma soprattutto, la società italiana merita un dibattito serio e onesto su immigrazione e sicurezza, lontano dalle manipolazioni e dai silenzi colpevoli dei media.
Per quasi un mese, Sergio Ruocco, fidanzato di Sharon Verzeni, è stato vergognosamente sul banco degli imputati perché rappresentava il carnefice perfetto in quanto maschio bianco etero italiano.
Poi si è scoperto che Sharon era stata uccisa a coltellate dal maliano con… pic.twitter.com/isQH1Ax7OE
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 9, 2025
se questa bruttissima vicenda insegnerà qualcosa di buono agli italiani e(soprattutto)alle italiane, allora la povera sharon non sarà morta invano
Ricorre in pratica il centenario della vicenda di Girolimoni e da allora non è cambiato molto l’atteggiamento dei giornalisti: si sbatte il mostro in prima pagina per fare del sensazionalismo ma loro non centrano nulla, sono innocenti e fanno solo il loro lavoro, la smentità sarà un trafiletto pubblicato in mezzo alle reclame pubblicitarie… ma andatevene un po’ tutti affanculo, bastardi!