Trump contro l’influencer Bergoglio: Papa non ha muro intorno Vaticano?
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Come fai a ritenere credibile uno che passa il tempo a farsi intervistare da Fazio e fare comparsate al Festival di Sanremo come se fosse la Ferragni? Dove è la sacralità di un Pontefice?
L’amministrazione statunitense ha respinto le critiche di Papa Francesco sulle politiche migratorie di Trump, rivelando ciò che molti considerano l’ipocrisia del Pontefice. Le parole di Bergoglio, che condannano la costruzione di muri e la difesa dei confini, sono state accolte con disappunto e critica, specialmente da Thomas Homan, il responsabile delle frontiere nominato dal Presidente Trump.
Homan ha espresso un sentimento comune tra coloro che vedono il rispetto della sovranità nazionale come un dovere primario: “Vorrei che si concentrasse sulla Chiesa Cattolica e ci lasciasse occuparci dei nostri confini.” Questa dichiarazione non è solo una richiesta di separazione tra Chiesa e Stato, ma un’affermazione che respingere è un dovere di ogni governo.
Il Papa ha osato criticare la costruzione di barriere fisiche per la sicurezza nazionale, ma ignora il fatto che il Vaticano stesso è protetto da mura. Homan ha ribadito questo punto con forza: “Vuole attaccarci perché garantiamo i nostri confini? Ci sono mura attorno al Vaticano, no? E noi non possiamo mettere un muro intorno agli Usa?” Questa domanda mette in luce l’incoerenza dell’approccio di Bergoglio.
Respingere, in questo contesto, non è un atto di crudeltà o di chiusura; è un imperativo di sicurezza, sovranità e responsabilità verso i cittadini. Ogni governo ha l’obbligo di proteggere i propri confini per garantire la sicurezza interna, controllare l’immigrazione illegale e prevenire minacce esterne.
La critica del Papa, espressa in una lettera ai vescovi statunitensi, sembra ignorare questi fondamentali doveri dei governi. Bergoglio promuove un’ideologia di accoglienza senza limiti, che appare utopica e lontana dalla realtà delle minacce globali che i paesi devono affrontare.
L’ipocrisia di Bergoglio è evidente. Mentre critica la difesa dei confini altrui, il Vaticano stesso si protegge con sistemi di sicurezza e barriere. Questo doppio standard solleva dubbi sulla sua autorità morale quando si tratta di influenzare le politiche internazionali.
Respingere non è un atto di rifiuto dell’umanità; è un atto di responsabilità e prudenza. È il riconoscimento che ogni nazione ha il diritto, e anzi il dovere, di proteggere i suoi cittadini e di mantenere l’ordine pubblico. Le politiche migratorie non possono essere guidate solo da ideali, ma devono bilanciare compassione con sicurezza.
È tempo che il Papa comprenda che il suo ruolo spirituale non deve tradursi in un’interferenza politica che ignora le necessità di sicurezza e sovranità delle nazioni. Mentre il mondo affronta crisi migratorie senza precedenti, respingere quando necessario è un dovere, non un’opzione, per qualsiasi governo responsabile.
Ammettiamolo: questo papa gorgoglio in realtà è solo l’ennesima contraddizione della sinistra…