Lo spogliarello antifa di Emma Ruzzon: ”Troppe camicie nere, tolgo la mia”

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By V febbraio 14, 2025 14:45

Lo spogliarello antifa di Emma Ruzzon: ”Troppe camicie nere, tolgo la mia”

“Spogliarello antifa”: l’ultima pagliacciata contro il fascismo che non c’è all’Università di Padova. Il circo della sinistra è sempre aperto. Mentre appena mettono il naso fuori dalle aule vengono molestate dall’immigrato di turno, si preoccupano del ‘fascismo’. Studiare non è per tutti. Non è per loro.

“Spogliarello antifa”: l’ultima pagliacciata contro il governo all’Università di Padova

Nuovo anno accademico, vecchie sceneggiate da circo. L’inaugurazione dell’803° anno accademico dell’Università di Padova è diventata l’ennesima passerella per attaccare il governo Meloni, con una performance che più che antifascista sembra una parodia da cabaret. La protagonista? Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, che ha deciso di regalare al pubblico il suo “spogliarello antifa”: un gesto ridicolo, anacronistico e patetico, che ha lasciato la platea tra il gelo e l’imbarazzo.

“Troppe camicie nere in giro”, ha sentenziato la Ruzzon, per poi sfilarsi la sua elegante camicia nera – che, ironia della sorte, aveva scelto di indossare per l’occasione formale. Un gesto che voleva essere simbolico, ma che è risultato solo una buffonata, un tentativo disperato di gridare al fascismo dove non esiste, di rivangare un Ventennio che non c’è più, di farsi notare come “antifascista doc” in un Paese che, francamente, di queste pagliacciate non ne può più.

“Credo che molti, in questo Paese, dovrebbero sfilarsela per davvero”, ha dichiarato, con la solennità di chi pensa di stare sul palco della Resistenza, mentre in realtà sembrava più un’audizione per un reality show. E il pubblico? Silenzio. Non un applauso, non un cenno di approvazione. Solo il vuoto, perché nessuno, tranne la Ruzzon e la sua bolla di sinistra in crisi d’identità, crede davvero che oggi, nel 2025, l’Italia sia sotto la minaccia di camicie nere e olio di ricino.

Il suo discorso, un minestrone di luoghi comuni e accuse campate in aria, è stato un flop totale. Ha parlato di “semi di guerra e odio”, di “controllo dell’informazione”, di “pestaggi in strada”, tirando in ballo persino un episodio di cronaca a Vicenza per dare un po’ di drammaticità alla sua narrazione. Ma la verità è che il suo “spogliarello antifa” non è stato altro che un gesto infantile, un’esibizione da social media, un modo per cercare like e condivisioni, non certo per aprire un dibattito serio.

E poi, diciamolo: se davvero crede che la sua camicia nera sia un simbolo del fascismo, perché l’ha indossata? Per provocazione? Per ironia? O semplicemente perché non aveva nulla di meglio nell’armadio? La verità è che questo gesto non ha nulla di coraggioso o rivoluzionario. È solo l’ennesima prova di quanto la sinistra, a corto di idee e di argomenti, si aggrappi a fantasmi del passato per attaccare un governo che, piaccia o no, è stato scelto dagli italiani.

Cara Ruzzon, il fascismo non è la tua camicia nera, e nemmeno il governo Meloni. Il fascismo è un capitolo chiuso, e continuare a tirarlo fuori per ogni occasione è non solo ridicolo, ma anche offensivo per chi quel periodo l’ha vissuto davvero. Se vuoi fare politica, fallo con proposte concrete, non con spogliarelli da quattro soldi. E se proprio vuoi spogliarti, fallo in privato: l’Università di Padova, e l’Italia intera, meritano di meglio.

Lo spogliarello antifa di Emma Ruzzon: ”Troppe camicie nere, tolgo la mia” ultima modifica: 2025-02-14T14:45:33+00:00 da V
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By V febbraio 14, 2025 14:45
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell febbraio 14, 16:44

    E chi cazzo sarebbe costei?

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