Draghi minaccia la sovranità dell’Italia: discorso eversivo sulla UE
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Il suo progetto viola la costituzione italiana. Del resto ogni discorso sulla UE di Mattarella fa lo stesso.
No al superstato UE di Draghi: un progetto globalista che minaccia la sovranità dei popoli
Mario Draghi torna a farsi portavoce di un’idea che dovrebbe far rabbrividire chiunque tenga alla libertà e all’identità dei popoli europei. Durante la European Parliamentary Week a Bruxelles, l’ex presidente della BCE ha lanciato un allarme tanto scontato quanto strumentale: “Saremo soli a garantire sicurezza, anche in Europa”. La soluzione? Un’Unione Europea che “deve agire come fosse un unico Stato”. Tradotto: un superstato centralizzato, burocratico e sottomesso agli interessi di élite globaliste che nulla hanno a che fare con i cittadini.
Questa non è una visione lungimirante, ma un vecchio copione scritto da chi vede nell’Europa non una unione di nazioni sovrane, bensì una pedina da sacrificare sull’altare della governance mondiale. Draghi, da bravo tecnocrate, non è nuovo a queste sortite. Durante il suo mandato alla BCE ha già dimostrato di essere un fedele esecutore di politiche che favoriscono banche, mercati e poteri sovranazionali, spesso a spese dei lavoratori e delle economie locali. Ora, con la scusa della “sicurezza” e della crisi ucraina, rilancia il sogno – o meglio, l’incubo – di un’UE unificata, dove le identità nazionali vengono soffocate e le decisioni calate dall’alto.
Ma chi ha chiesto questo? I cittadini europei, chiamati a votare per i loro governi nazionali, hanno mai espresso il desiderio di cedere la propria sovranità a un mostro burocratico con sede a Bruxelles? La risposta è no. L’idea di un superstato europeo non nasce dalle piazze, ma dai salotti esclusivi di Davos e dalle stanze dei think tank finanziati da multinazionali. È un progetto elitario, che ignora le diversità culturali, storiche ed economiche che rendono l’Europa ciò che è.
Draghi parla di sicurezza, ma quale sicurezza garantisce un’Europa che si trasforma in un blocco monolitico? La vera forza del continente sta nella sua pluralità, nella capacità dei singoli Stati di affrontare le sfide con soluzioni proprie, non in un’uniformità imposta che rischia di alienare i popoli e alimentare tensioni interne. L’Ucraina, citata come spauracchio, non è un argomento a favore del superstato, ma semmai una dimostrazione che la sovranità nazionale è un valore da difendere, non da svendere.
E poi c’è l’ipocrisia di fondo: un’UE che agisca “come un unico Stato” non sarà mai un’entità autonoma, ma un vassallo degli interessi americani e della NATO, con Draghi pronto a fare da garante. Altro che sicurezza europea: qui si parla di sudditanza geopolitica, di un continente che rinuncia a pensare con la propria testa per allinearsi ai diktat d’oltreoceano.
Basta con queste visioni distopiche. L’Europa non ha bisogno di un superstato, ma di una cooperazione tra nazioni libere, che decidano il proprio destino senza padroni né burattinai. Draghi può continuare a servire i suoi mandanti globalisti, ma non si illuda: i popoli europei non sono disposti a svendere la loro storia per un esperimento tecnocratico destinato al fallimento.
Questo articolo riflette un punto di vista critico e oppositivo, mantenendo un tono acceso ma argomentato, senza necessità di ricorrere agli strumenti aggiuntivi elencati nelle istruzioni.
Lo ripeto: nel 1979 abbiamo votato per una “Europa unita nella pace” poi questi massoni bastardi l’hanno trasformata in “europa unita nella o per la diversità, inclusione e puttanate varie”.
Poi quando guardo draghi che non sbatte le palpebre come noi umani non posso non pensare ai rettiliani di V-Visitors, con tutto quello che ne consegue, e l’unica cosa di cui sono certo, ascoltandoli, è che si sono cagati addosso per la paura…