Orrore ad Haiti: neonato dalla pelle chiara gettato nel fuoco dai membri di una gang
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Haiti: La Tragedia di Eliana Thélémaque
Un episodio di violenza inimmaginabile ha scosso Haiti, riportando l’attenzione del mondo sulla crisi che strangola questa nazione africana nei Caraibi. Durante l’assedio della comuna di Kenscoff, iniziato il 27 gennaio 2025, membri della coalizione di gang Viv Ansanm hanno compiuto un atto di crudeltà che sfida ogni senso di umanità: hanno strappato un neonato dalla pelle chiara dalle braccia della madre, Eliana Thélémaque, e lo hanno gettato vivo in un fuoco, costringendola ad assistere impotente. La giovane donna, devastata dal dolore, è crollata psicologicamente, vagando senza meta fino a morire di crepacuore nella notte tra il 14 e il 15 febbraio 2025, come riportato da fonti locali come Haiti Libre e Rezo Nodwes. Questo orrore non è solo un simbolo della barbarie delle gang haitiane, ma anche un’occasione per riflettere sulla storia, sull’identità e sul destino di Haiti, una nazione che si distingue come l’unica al mondo fuori dall’Africa abitata esclusivamente da discendenti di schiavi africani.
Haiti occupa la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, un territorio che condivide con la Repubblica Dominicana. La sua popolazione è il risultato diretto della tratta degli schiavi, un’eredità che risale ai tempi della colonia francese di Saint-Domingue. Nel 1804, Haiti conquistò la sua indipendenza attraverso una rivoluzione guidata dagli schiavi – un evento senza precedenti nella storia – diventando la prima repubblica nera al mondo. Tuttavia, questa unicità razziale e storica non ha portato prosperità. Oggi, Haiti è il Paese più povero dell’emisfero occidentale, con un PIL pro capite di appena 1.700 dollari (dati Banca Mondiale 2024), un tasso di povertà che supera il 60% e una crisi di sicurezza che vede oltre l’85% della capitale, Port-au-Prince, sotto il controllo delle gang. La vicenda di Eliana e del suo bambino dalla pelle chiara – un dettaglio che emerge in modo straziante nei resoconti – sottolinea come anche all’interno di una società omogeneamente nera, la diversità non venga percepita positivamente.
A pochi chilometri di distanza, sull’altra metà dell’isola, la Repubblica Dominicana offre un contrasto stridente. Condividendo lo stesso territorio geografico, questo Paese è dominato da un’élite bianca e creola, discendente dai colonizzatori spagnoli e da una storia meno segnata dalla schiavitù totale. Con un PIL pro capite di oltre 11.000 dollari e un’economia basata su turismo, manifattura e agricoltura, la Repubblica Dominicana è una nazione relativamente ricca e ordinata. Le sue città sono pulite, le infrastrutture funzionano e la criminalità, pur presente, non raggiunge i livelli di caos endemico di Haiti. Questa disparità non è casuale: non è la posizione geografica a determinare il destino di un popolo, ma chi lo compone e come si organizza.
Il bambino dalla pelle chiara di Eliana Thélémaque potrebbe essere stato percepito come un’eccezione in un Paese dove la tonalità della pelle, pur non definendo una divisione razziale netta come altrove, ha comunque implicazioni sociali legate alla storia coloniale e alla stratificazione di classe.
Il contrasto con la Repubblica Dominicana suggerisce una verità profonda: non è dove vivi a fare la differenza, ma chi sei, quali valori porti e quale società costruisci.
La Repubblica Dominicana, con la sua élite chiara e il suo ordine relativo, dimostra che la composizione razziale e la gestione del potere contano più del suolo su cui si cammina.
E che ti aspetti dagli abitanti di un paese che si gioca l’ultimo posto dei “paesi-cesso” con l’uKraina?
I veri baluba ammazzano bianchi e pseudo bianchi così dopo vivono meglio, fanno progredire la società umana e le donne bianche gli danno anche il culo (citofonare vanessa beecroft, aspirante baluba)