Il quartiere contrario alla Moschea ma il Pd se ne frega: «Decide il re del Marocco»
Related Articles
Islamizzazione Rampante a Torino: La Moschea di Aurora è l’Ultima Goccia per i Residenti Esasperati
Domenica pomeriggio, quartiere Aurora, Torino. La notizia di una nuova moschea, la prima con minareto d’Italia, che dovrebbe “riqualificare” l’ecomostro di corso Novara all’angolo con via Bologna, rimbalza su tutti i giornali. Ma qui, tra i residenti, non c’è entusiasmo: c’è paura, rabbia, esasperazione. “Basta, non ne possiamo più, non vogliamo altri posti dedicati agli islamici,” ci dice una donna, rifiutandosi di dare il suo nome per timore di ritorsioni islamiche.

VERIFICA NOTIZIA
“Ne abbiamo già tante di moschee qui intorno. Non siamo più a casa nostra. Abbiamo paura di uscire.” È un sentimento condiviso da tutti quelli che fermiamo nel tratto tra la futura moschea e corso Palermo: nessuno vuole foto, nessuno vuole esporsi troppo, ma tutti parlano chiaro. Il PD, con il suo appoggio a questi progetti, sta svendendo l’identità italiana, e Aurora è il simbolo di una città che rischia di perdersi.
Il Quartiere in Ostaggio: Paura e Insicurezza
Camminando per Aurora, la tensione è palpabile. Una donna con un piccolo cane ci confida: “Questo clima di insicurezza ci sta soffocando. Guardatevi intorno: è pieno di spacciatori. Chi mi garantisce che questa nuova moschea non diventerà un covo per certa gente? So che l’Islam vieta le droghe, ma quello che vedo ogni giorno racconta un’altra storia.” E infatti, non serve cercare troppo: alle due del pomeriggio, vediamo un uomo fumare crack sui gradini di un palazzo, mentre poco più in là uno straniero urla contro una donna, gesticolando con un telefono in mano, parlando in una lingua incomprensibile. Sono scene che i residenti vivono quotidianamente, e che alimentano la loro diffidenza verso un progetto che vedono come l’ennesima imposizione.
Un signore sfida con una domanda i giornalisti: “Vi siete informati sulla lingua dei sermoni? Se non è in italiano, altro che integrazione. È solo buonismo.” Un’altra donna aggiunge: “Non mi piace proprio avere così tanti stranieri. Non stiamo preservando la nostra cultura. Sento solo brutte notizie su di loro.” Suo marito è più remissivo: “Spero almeno smettano di pregare per strada.” Ma c’è chi non ci sta: “Non importa cosa pensiamo noi,” dice un residente, “altrimenti ci avrebbero chiesto un parere prima. Fanno quello che vogliono loro, quelli che decidono.”
E per il PD a decidere è il re del Marocco:
Leader PD si esalta per la mega moschea a Torino: invita il re del Marocco
Il Re del Marocco e le Ombre di una Conquista
Il progetto della moschea, finanziato dal re del Marocco, puzza di ingerenza straniera. Una donna lo dice senza giri di parole: “Perché questo re vuole spendere soldi qui? Questi ci conquisteranno tutti, e la gente ancora non l’ha capito.” Non è una teoria del complotto: il timore di perdere la propria identità culturale è reale per chi vive in un quartiere già trasformato da anni di immigrazione incontrollata. E il ricordo di una manifestazione del 2021 davanti all’ecomostro, come ci ricorda un’altra residente, dimostra che la contrarietà non è nuova. “Abbiamo già detto quello che pensiamo quando era il momento. Non ci hanno ascoltati.”
Dall’altra parte, la Circoscrizione esulta: il presidente parla di “riqualificazione” di un’area abbandonata da 30 anni e spera che il re del Marocco venga all’inaugurazione. Ma per i cittadini di Aurora, non è una questione di estetica urbana: è una questione di sopravvivenza culturale. Uno studentato e una biblioteca non cambiano il fatto che il cuore del progetto sia un luogo di culto islamico, percepito come l’ennesimo simbolo di una presenza che molti vivono come opprimente.
Il Silenzio degli Stranieri e l’Indifferenza dei Locali
I giornalisti provano a chiedere agli stranieri del quartiere, ma nessuno vuole parlare. La barriera linguistica e culturale è evidente, e il loro silenzio non fa che alimentare i giusti sospetti dei residenti: stanno solo aspettando di diventare maggioranza. Poi parleranno con l’imposizione. I giornalisti entrano in un bar, dove il barista sta leggendo il giornale. “Non so cosa dire,” risponde secco. “Questa zona è già piena di islamici e moschee. Cosa cambia? Niente foto, per favore.” Ci invita a interrompere la conversazione: anche lui, come tanti, non vuole problemi.
Basta con la Sottomissione: Torino Merita di Più
Aurora non è più un quartiere, è un campo di battaglia culturale. La nuova moschea non è vista come una “riqualificazione”, ma come l’ennesimo passo verso la perdita di identità. Il PD, con il suo appoggio a questi progetti, sta ignorando i torinesi, preferendo compiacere chi arriva da fuori. Ma i residenti non ci stanno più: non vogliono vivere nella paura, non vogliono vedere spacciatori sotto casa, non vogliono sentirsi stranieri nella loro città. È ora di ascoltare chi in Aurora ci vive davvero, non chi decide dall’alto. Torino non può diventare una capitale dell’Islam a spese degli italiani. Basta moschee, basta imposizioni: questa è casa nostra, e vogliamo riprendercela.
Avete votato all appendino al ladro di. Profumi, et immondizia similare, per secoli moche volete? Siete proprio degli operai coglioni…
Stringere i bulloni e non rompere altrimenti andate in Serbia con le scimmie ad avvitare bulloni