“L’unico bianco che sbaglia”: Théo Hernandez vittima razzismo anti-bianchi dopo il rigore sbagliato

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By V marzo 24, 2025 21:03

“L’unico bianco che sbaglia”: Théo Hernandez vittima razzismo anti-bianchi dopo il rigore sbagliato

“Le seul blanc qui rate”: il razzismo antibianco colpisce Théo Hernandez e lancia un monito per l’Italia

Domenica 23 marzo 2025, durante i quarti di finale di ritorno della inutile Nations League tra Francia e Croazia, un episodio ha scosso il mondo del calcio. Théo Hernandez, terzino sinistro della nazionale francese e dell’AC Milan, ha sbagliato un rigore decisivo nella lotteria finale, contribuendo a un momento di tensione per i Bleus, che però si sono poi qualificati. Ma ciò che ha fatto scalpore non è stato l’errore dal dischetto, quanto la valanga di insulti razzisti che si è scatenata sui social contro di lui. “Le seul blanc qui rate”, “Comme par hasard”, sono solo alcune delle frasi che hanno invaso X, accompagnate da commenti che lo indicavano come “il solo bianco” dell’équipe, quasi a voler legare il suo errore alla sua razza. Un caso di razzismo antibianco che non può essere ignorato.

Il match, terminato 2-2 nei tempi regolamentari con reti di Olise e Dembélé per la Francia, ha visto i transalpini dominare ma arrancare nella finalizzazione. La lotteria dei rigori ha messo in luce la pressione su Hernandez, che non è nuovo a critiche per le sue prestazioni altalenanti. Ma qui non si parla di tecnica: si parla di un’ondata di odio che nulla ha a che fare con il calcio. Insultarlo per il colore della sua pelle, in un’Europa che si vanta di combattere ogni forma di discriminazione, è un segnale preoccupante. E non è un caso isolato: il razzismo antibianco, spesso taciuto o minimizzato, sta emergendo con sempre maggiore forza nel Vecchio Continente.

Guardiamo all’Italia. Nelle nostre nazionali giovanili ci sono già tre, quattro, a volte cinque giocatori di origine africana per squadra. La Germania ne ha una decina in prima squadra, la Francia spesso schiera undici uomini di cui pochi sono autoctoni. Non è questione di talento o di diritto: è questione di identità. Una nazionale dovrebbe rappresentare la sua terra, la sua gente, la sua storia. Non è razzismo dire che un italiano dovrebbe essere italiano, come un tedesco dovrebbe essere tedesco. È difesa delle differenze, che sono ricchezza, non ostacolo. Se l’Italia arriva a schierare dieci africani in campo, come già fanno altri, non sarà più l’Italia: sarà un’accozzaglia senza radici, pronta a essere bersaglio di tensioni etniche, come accaduto a Hernandez.

Il parallelo coi boeri in Sudafrica non è un’esagerazione. Lì una minoranza europea è oggi schiacciata, discriminata, a volte massacrata, in un paese che ha fatto della razza un’arma politica. Vogliamo questo per i nostri figli? Un futuro dove l’italianità diventa un ricordo, dove i nostri stadi si riempiono di insulti razzisti – neri contro bianchi – e dove la nazionale non è più un simbolo ma una Babele senz’anima? La strada per evitarlo è chiara: stop all’immigrazione non europea, subito. Non per odio, ma per sopravvivenza. Le differenze vanno protette, non cancellate. Un’Italia che non è più italiana non ha senso di esistere. E il calcio, che dovrebbe unire, non può diventare il primo campo di battaglia di questa disfatta culturale. Sveglia, prima che sia troppo tardi.

“L’unico bianco che sbaglia”: Théo Hernandez vittima razzismo anti-bianchi dopo il rigore sbagliato ultima modifica: 2025-03-24T21:03:02+00:00 da V
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By V marzo 24, 2025 21:03
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell marzo 25, 10:49

    Sarebbe bello limitarsi a dire che si tratta solo di sport ma con la loro arroganza ci hanno talmente rotto i coglioni che a muro si risponde con altro muro: Theo Hernandez è l’unico bianco in squadra perchè voi siete in troppi qui.
    Andatevene a casa vostra e vediamo se la squadra combina una sega perchè è fatta di soli bianchi…

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