Maranza bruciano il Beccaria a Milano, guerriglia
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Beccaria in fiamme: i giovani immigrati di seconda generazione seminano il caos, è ora di dire basta ai ricongiungimenti familiari
Milano brucia, e non è un modo di dire. Nella serata di lunedì 24 marzo, il carcere minorile Beccaria è diventato teatro di disordini gravissimi: detenuti, in gran parte giovani immigrati di seconda generazione, hanno dato fuoco a lenzuola e materassi, tentando persino di evadere. Una situazione fuori controllo, che ha richiesto l’intervento di Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco. Il personale della Polizia Penitenziaria, come sempre in prima linea, è stato lasciato solo a fronteggiare un caos che, secondo il SAPPE, era prevedibile e annunciato da tempo.
Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, non usa mezzi termini: “La situazione è molto grave. Ci arrivano segnali allarmanti di una tensione crescente, con i detenuti che dopo aver appiccato il fuoco tentano di evadere. Serve un intervento immediato degli organi ministeriali”. E mentre il segretario generale Donato Capece punta il dito contro la legge che permette la presenza di maggiorenni fino a 25 anni negli istituti minorili—“una decisione politica incomprensibile che ha portato prepotenza e arroganza”—il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato aggiunge un dettaglio che fa rabbrividire: “Questi ‘maranza’ vivono in condizioni decorose, con tanto di piscina in estate, mentre le guardie penitenziarie sono penalizzate e lasciate sole”.

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Ma chi sono questi giovani che trasformano un carcere in una polveriera? In gran parte stranieri di seconda generazione, spesso cresciuti in un limbo culturale, senza integrazione reale e con un’ascendenza criminale che li rende modelli pericolosi per altri minori. De Corato lo dice chiaro: “La maggior parte sono stranieri, molti ‘maranza’, e non mancano trapper e rapper che vedono il crimine come un trofeo”. E i dati parlano da soli: secondo il rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione, i minori stranieri denunciati o arrestati in Italia rappresentano oltre la metà del totale, pur essendo circa il 16% della popolazione minorile residente. Numeri che non lasciano spazio a dubbi: il fenomeno della delinquenza minorile straniera è fuori controllo.
E allora, perché continuiamo a permettere che questo accada? La risposta è semplice: politiche migratorie scellerate e ricongiungimenti familiari indiscriminati. Famiglie che arrivano senza integrarsi, che crescono figli in un vuoto di valori, lasciando che la strada e la violenza diventino la loro scuola. È ora di dire basta: i ricongiungimenti familiari vanno azzerati. Non possiamo più importare problemi e lasciare che i nostri cittadini, le nostre guardie penitenziarie, i nostri figli paghino il prezzo di un’integrazione fallita. Serve una stretta durissima: chi delinque, fuori dall’Italia, senza se e senza ma. E chi arriva, deve dimostrare di voler rispettare le nostre regole, non di calpestarle.
Il Beccaria in fiamme non è solo un episodio: è il simbolo di un’Italia che non può più permettersi di ignorare il problema. Quante altre guardie dovranno rischiare la vita, quanti altri cittadini vivere nella paura, prima che si agisca davvero? Riprendiamoci le nostre città, le nostre strade, le nostre carceri. L’Italia non è terra di conquista: è casa nostra. E dobbiamo difenderla.
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