Pakistan espelle 3 milioni di profughi afghani, noi ospitiamo migliaia pakistani in hotel
Related Articles
Il Pakistan espelle 3 milioni di afghani, ma l’Italia accoglie i pakistani: dove sta la logica?

VERIFICA NOTIZIA
Islamabad, 7 aprile 2025 – Il Pakistan ha lanciato un piano di espulsione di massa per 3 milioni di profughi afghani, accusati di “seminare il caos” e di avere legami con il terrorismo. Nel frattempo, l’Italia continua ad accogliere decine di migliaia di cittadini pakistani, spesso ospitati in hotel a spese dei contribuenti con la giustificazione che si tratta di “profughi”. Ma se il Pakistan è abbastanza sicuro da ospitare milioni di afghani per decenni, per quale motivo i suoi cittadini dovrebbero essere considerati profughi in Italia? Questa contraddizione evidenzia il fallimento delle politiche migratorie italiane e solleva una domanda inevitabile: dov’è la coerenza?
Il Pakistan chiude le porte agli afghani
Secondo il Council on Foreign Relations, il Pakistan sta deportando quasi due milioni di afghani privi di documenti, con un piano che complessivamente coinvolge 3 milioni di persone. Il ministro della Difesa pakistano, Khawaja Asif, ha giustificato la decisione citando rischi per la sicurezza nazionale, accusando i profughi di attività criminali e terroristiche. La scadenza per la partenza volontaria è stata fissata al 10 aprile 2025, e un campo a Landi Kotal è già operativo per gestire gli espulsi. Nonostante le proteste di Amnesty International e delle Nazioni Unite, che denunciano violazioni del diritto internazionale, il Pakistan procede spedito. Dopo 40 anni di ospitalità, il Paese considera gli afghani una minaccia e sceglie la linea dura.
L’Italia apre le porte ai pakistani: una contraddizione evidente
E mentre il Pakistan, che ha accolto milioni di afghani dimostrando di essere un luogo sicuro per i profughi, ora li espelle per proteggere i propri cittadini, l’Italia fa l’opposto. Decine di migliaia di pakistani, spesso arrivati illegalmente, vengono accolti come “profughi” e sistemati in strutture finanziate dallo Stato. Ma se il Pakistan è stato un rifugio per gli afghani per decenni – e quindi un Paese stabile e sicuro – per quale motivo i suoi cittadini dovrebbero avere bisogno di protezione internazionale in Italia? Non fuggono da guerre o persecuzioni, ma cercano opportunità economiche. La logica sfugge: se il Pakistan è sicuro per ospitare profughi, come può essere che i pakistani siano considerati profughi altrove?
Il fallimento dell’accoglienza italiana
Le cronache italiane mostrano le conseguenze di questa politica: episodi di criminalità legati a un’immigrazione incontrollata sono all’ordine del giorno. A Milano, un giovane è stato aggredito da tre marocchini per una sigaretta; a Cremona, una baby gang tunisina ha tentato una violenza sessuale; a Scandicci, un nordafricano ha rapinato un’anziana. Questi casi riflettono un sistema di accoglienza che non distingue tra chi ha diritto alla protezione e chi no. Intanto, il Pakistan espelle i profughi afghani per motivi di sicurezza, mentre l’Italia accoglie pakistani senza chiedersi se la loro provenienza da un Paese stabile invalidi la loro richiesta di asilo.
Urge un cambio di rotta: azzerare l’immigrazione regolare non europea, abrogare i ricongiungimenti familiari e tornare allo ius sanguinis. Se il Pakistan può espellere 3 milioni di afghani per tutelare la propria sicurezza, l’Italia dovrebbe fare lo stesso con i clandestini, pakistani inclusi, che non hanno diritto a restare. La contraddizione tra un Pakistan sicuro per i profughi afghani e i pakistani accolti come profughi in Italia è insostenibile: serve una politica migratoria coerente.
Un appello alla logica
È tempo di affrontare la questione con chiarezza. Se il Pakistan, pur con risorse limitate, è stato un rifugio sicuro per milioni di afghani, non c’è motivo per cui i suoi cittadini debbano essere considerati profughi in Italia. Accoglierli indiscriminatamente mina la sicurezza e la dignità degli italiani. L’Italia deve smettere di aprire le porte a chi non ha diritto di stare qui e riprendere il controllo dei propri confini.
Hanno fallito tutti, anche la destra che non riesce a bloccare ed espellere i migranti.