Dazi amari, il vero nemico di Trump è la Cina non l’Europa

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By V aprile 9, 2025 22:51

Dazi amari, il vero nemico di Trump è la Cina non l’Europa

Trump congela i dazi per 90 giorni, ma non per la Cina: una guerra per fermare il flusso di potere verso est

Donald Trump ha annunciato il 9 aprile 2025 una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci per oltre 75 Paesi, riducendo le tariffe al 10%, mentre Wall Street reagisce con un balzo positivo, nonostante la giornata negativa per le Borse globali. La Cina, però, è esclusa: Pechino subirà dazi del 125% con effetto immediato. “Considerata la mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, aumento al 125% i dazi applicati alla Cina”, ha scritto Trump su Truth Social, sottolineando che “la Cina è stata il paese che più di tutti ha abusato di noi”, guadagnando “2 miliardi di dollari al giorno” con i dazi precedenti. “Andava fatto”, ha aggiunto ai cronisti fuori dalla Casa Bianca.

La mossa di Trump rivela una strategia chiara: fermare il flusso di potere economico e tecnologico dall’Occidente verso la Cina, prima che sia troppo tardi. Vent’anni fa, un’azione del genere avrebbe avuto un impatto ancora maggiore, ma oggi è una necessità. “La Cina vuole un accordo, il presidente Xi è orgoglioso, lo conosco bene. Non sanno come gestire la situazione, ma ci arriveranno”, ha detto Trump, lasciando aperta la porta a un’intesa. Tuttavia, il vero scontro è con Pechino: tutto il resto, Europa compresa, è “rumore”. L’UE, che pure beneficia della pausa (tariffe al 10% per 90 giorni), non è il focus. “Si può fare un accordo con l’UE? Con tutti, anche con la Cina. Io voglio solo accordi equilibrati”, ha chiarito Trump, definendo il “Liberation Day” del 2 aprile – quando ha introdotto i dazi – come la vera svolta.

Per l’Italia, questa è un’opportunità da non sprecare. La Cina, con un surplus commerciale globale di 676 miliardi di dollari nel 2023 (dati Il Sole 24 Ore), rappresenta una minaccia crescente: l’UE ha un deficit di 291 miliardi con Pechino, e l’Italia di 41,1 miliardi. La guerra commerciale di Trump contro la Cina può rallentare questo squilibrio, ma Roma deve agire in modo autonomo. La missione di Giorgia Meloni a Washington il 16 aprile è cruciale: dobbiamo negoziare direttamente con Trump, sfruttando la pausa per proteggere il made in Italy, senza affidarci a un’UE che troppo spesso tutela gli interessi tedeschi. Il flusso di potere verso est va fermato: l’Italia deve scegliere da che parte stare.

La questione è talmente a lungo termine e ha implicazioni talmente profonde che guardare alle borse è la cosa più sciocca che si possa fare. Qui si sta giocando l’assetto globale dei prossimi decenni.

Dazi amari, il vero nemico di Trump è la Cina non l’Europa ultima modifica: 2025-04-09T22:51:34+00:00 da V
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