Business accoglienza: prete e Misercordia dovranno restituire 35 milioni all’Italia

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By V aprile 11, 2025 15:36

Business accoglienza: prete e Misercordia dovranno restituire 35 milioni all’Italia

Il Business Sporco dell’Accoglienza: 200mila Parassiti e 35 Milioni Rubati

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L’Italia è sotto assedio, e non è un’esagerazione. Mentre il nostro Paese affoga in una crisi economica e sociale, le porte spalancate all’immigrazione incontrollata continuano a drenare risorse che dovrebbero andare agli italiani. L’ultimo schiaffo arriva dalla Calabria, dove la Corte dei Conti ha inchiodato Leonardo Sacco (FOTO), ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, e don Edoardo Scordio, parroco del paese, a restituire la cifra astronomica di 35 milioni di euro. Perché? Per aver gestito in modo illecito i fondi destinati al centro di accoglienza migranti di Isola Capo Rizzuto, trasformando l’“accoglienza” in un bancomat personale. E non sono soli: anche la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e i suoi ex presidenti sono stati condannati in via sussidiaria, complici di un sistema marcio fino al midollo.

Tra i protagonisti di questa vicenda c’è anche una figura legata alla gestione del centro, condannata penalmente a 14 anni di carcere per reati connessi alla criminalità organizzata. Le indagini hanno dimostrato come il Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Isola Capo Rizzuto fosse un vero e proprio “bancomat” per la ‘Ndrangheta. I fondi europei e statali, che dovevano servire a garantire assistenza ai migranti, finivano sistematicamente nelle tasche di boss e complici, con la connivenza di chi, come don Scordio, avrebbe dovuto rappresentare un baluardo morale. Invece, il prete e i suoi sodali hanno trasformato l’accoglienza in un affare milionario, lasciando i migranti in condizioni spesso disumane e le casse pubbliche depredate.

Questa non è un’eccezione, è la regola. Il business dell’accoglienza è una macchina infernale che ingrassa speculatori, cooperative e organizzazioni pseudo-umanitarie, mentre gli italiani pagano il conto. Parliamo di 200mila stranieri, veri e propri scrocconi, ospitati nei centri di accoglienza, mantenuti a spese nostre con vitto, alloggio e persino “pocket money” per le loro esigenze. Soldi che escono dalle tasche dei contribuenti italiani, già stremati da tasse e bollette, per finanziare una farsa chiamata “solidarietà”. E mentre questi centri si riempiono, le nostre città si svuotano di sicurezza, lavoro e dignità.

Il caso di Isola Capo Rizzuto è solo la punta dell’iceberg. Qui, i fondi pubblici destinati ai migranti sono stati dirottati per anni in tasche private, con la complicità di chi avrebbe dovuto vigilare. Sacco e Scordio non sono due mele marce: sono il prodotto di un sistema che premia la corruzione e punisce chi osa alzare la voce contro l’invasione. Ogni centro di accoglienza è una miniera d’oro per chi sa come sfruttarlo, e poco importa se i migranti vivono in condizioni disumane o se le comunità locali vengono abbandonate al degrado. Il mantra dell’“accoglienza a tutti i costi” ha trasformato l’Italia in un supermarket per clandestini, dove chiunque può entrare, prendere e andarsene, lasciando dietro di sé caos e conti da pagare.

Basta con questa follia. È ora di chiudere i rubinetti, smantellare i centri di accoglienza e rimandare a casa chi non ha diritto di stare qui. Ogni euro speso per mantenere 200mila parassiti è un euro tolto agli italiani, alle nostre scuole, ai nostri ospedali, alle nostre pensioni. L’Italia non è un ostello per il mondo intero, e chi pensa di poter continuare a lucrare sulla nostra pelle deve sapere che il tempo delle vacche grasse è finito. La Corte dei Conti ha fatto un primo passo, ma non basta: serve una rivoluzione per riprenderci il nostro Paese, prima che sia troppo tardi.

Chiudiamo i centri, riprendiamoci l’Italia.

Business accoglienza: prete e Misercordia dovranno restituire 35 milioni all’Italia ultima modifica: 2025-04-11T15:36:45+00:00 da V
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