Pestaggi a scuola, indagata la preside di sinistra: coperte le violenze dei maranza?
Related Articles
Su questo caso:
Bambino italiano incappucciato e picchiato a scuola: «Ammazzatelo»
Un’ombra inquietante si allunga sul Polo Tecnico Professionale di Lugo, dove la dirigente Electra Stamboulis è finita sotto indagine per omessa denuncia, come comunicato dalla procura nei giorni scorsi. La preside, difesa dall’avvocato Paola Converti, avrebbe ignorato una serie di episodi gravi avvenuti tra il 2024 e il 2025 – deturpamenti, imbrattamenti, vandalismi, risse – preferendo una gestione interna anziché allertare le forze dell’ordine, come richiesto per reati perseguibili d’ufficio.
Ma il vero scandalo emerge dalle immagini di un pestaggio brutale: un 16enne italiano, massacrato in cortile da un branco di coetanei, in gran parte immigrati africani di seconda generazione, i cosiddetti maranza, come si vede dai video. È l’ennesima prova di un’integrazione fallita, che sta trasformando le nostre scuole in campi di battaglia. E dietro questo disastro c’è una preside radical chic, con un passato da assessore e con appelli a favore delle ONG come quella di Luca Casarini, noto per le sue controverse attività pro-migranti.
Sul caso del ragazzino italiano massacrato a scuola dai suoi compagni, indagata la preside che per le accuse avrebbe coperto le violenze a scuola. pic.twitter.com/0MSTGJN621
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) May 4, 2025
Il pestaggio, avvenuto il 22 marzo 2025, ha lasciato il giovane con una prognosi di 25 giorni: frattura del naso, occhio tumefatto, lividi ovunque. Le immagini, filmate con un cellulare e acquisite dalla Procura dei Minori di Bologna, mostrano una violenza feroce. Sebbene i video siano stati oscurati per proteggere l’identità dei responsabili, è evidente che la maggior parte degli aggressori appartiene a quel gruppo di giovani africani di seconda generazione, noti come maranza, che sempre più spesso si rendono protagonisti di atti di violenza. Il branco ha accerchiato il 16enne, lo ha incappucciato con il giubbotto per impedirgli di difendersi, e lo ha pestato senza pietà, solo per un presunto debito di pochi euro. Un episodio che non è isolato: il Commissariato di Lugo ha raccolto una trentina di testimonianze, principalmente da docenti, su un clima di terrore che include intimidazioni agli insegnanti, porte bloccate con distributori di bibite, muri sventrati e falsi allarmi antincendio che hanno costretto a evacuare le classi.
La preside Stamboulis, ora indagata, ha dichiarato: “Ho la massima fiducia nell’autorità giudiziaria, le mie osservazioni avverranno nelle sedi competenti”. Ma le sue parole non placano la rabbia di una comunità stanca di vedere i propri figli in pericolo. E c’è di più: in molti, tra genitori e insegnanti, sospettano che la dirigente, con la sua mentalità radical chic, abbia volutamente chiuso un occhio su questi episodi per non compromettere l’immagine di una scuola multiculturale che dovrebbe essere un “modello di integrazione”. Una narrazione che, però, si scontra con la realtà: studenti italiani aggrediti, insegnanti intimiditi, e un clima di paura che non ha nulla a che fare con la convivenza pacifica. Non è un caso, forse, che Stamboulis abbia un passato che la lega a ambienti di estrema sinistra: dal 2008 al 2013 è stata assessore all’Istruzione e alle Politiche Internazionali del Comune di Ravenna, un ruolo che l’ha vista vicina a movimenti come Sinistra Ecologia e Libertà e Diem25, noti per il loro supporto a politiche pro-migranti. Ancora più inquietante la difesa della ONG Mediterranea Saving Humans, coinvolta in operazioni di recupero clandestini e più volte al centro di polemiche per presunti illeciti. Questo legame ideologico potrebbe spiegare la sua riluttanza a denunciare per proteggere la narrazione del multiculturalismo a tutti i costi, anche a scapito della sicurezza dei nostri ragazzi.
Il padre del 16enne pestato ha denunciato la dirigente anche per diffamazione aggravata, dopo un post su Facebook in cui avrebbe riportato dettagli sul figlio, violandone la privacy. Intanto, l’Ufficio Scolastico Regionale ha disposto un accertamento ispettivo, e il Comune di Lugo ha avviato un tavolo di lavoro con Ausl, servizi educativi e polizia locale per affrontare la crisi. Tra le misure in cantiere, l’installazione di telecamere nei plessi scolastici, pensata inizialmente per monitorare gli allarmi antincendio, ma che ora appare indispensabile per arginare la violenza.
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment