Bimbi in moschea vittime di un asilo che di cattolico ha solo il nome
Related Articles
IL CATTOLICESIMO TRADITO: SCUOLE CATTOLICHE SOTTOMESSE ALL’INDOTTRINAMENTO ISLAMICO
IL CASO SCANDALOSO DI SUSEGANA: BAMBINI DI UN ASILO CATTOLICO PORTATI IN MOSCHEA!

VERIFICA NOTIZIA
È un grido d’allarme che non può più essere ignorato. L’asilo paritario Fism di Ponte della Priula, in provincia di Treviso, ha oltrepassato ogni limite, rivelando una verità sconvolgente: le scuole cattoliche, che dovrebbero essere baluardi della fede e dell’identità cristiana, stanno diventando complici di un indottrinamento islamico che minaccia di cancellare la nostra eredità spirituale e culturale.
Non è solo una “visita” alla moschea locale con bambini di tre, quattro, cinque anni. È un atto di resa culturale, un tradimento della missione educativa cattolica, un gesto che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini. Questi bambini, in un’età in cui assorbono tutto senza filtri, sono stati condotti in un luogo di culto islamico, guidati da un imam, spinti a imitare gesti religiosi che nulla hanno a che fare con la fede cristiana. E tutto questo in una scuola che si fregia del nome “cattolica”, pagata anche con denaro pubblico!
Dov’è finita la testimonianza del Vangelo? Dove sono i crocifissi, i simboli della nostra fede? Mentre i bambini vengono portati a prosternarsi verso la Mecca, a familiarizzare con riti e opuscoli islamici come se fossero un gioco, la croce viene nascosta, relegata in un angolo per non “offendere”. È questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri figli? Che la loro fede è negoziabile, intercambiabile, sacrificabile sull’altare di un’“inclusività” che puzza di sottomissione?
Non si tratta di dialogo, né di apertura. È indottrinamento bello e buono. È la manipolazione di menti innocenti, incapaci di discernere, per inculcare l’idea che tutte le fedi siano uguali, che il cristianesimo sia solo una fra tante opzioni, da diluire in un minestrone relativista. E il peggio? Tutto questo avviene con il consenso di dirigenti scolastici, insegnanti, parroci e persino autorità religiose che, citando a sproposito papa Francesco, celebrano questa vergogna come un “momento bellissimo”, un “ponte tra culture”. Ma quale ponte? Un ponte verso l’oblio della nostra identità, verso la dissoluzione di ciò che siamo!
Una scuola cattolica che si comporta così non è più un presidio di fede, ma un’agenzia di propaganda neutrale, pronta a piegarsi al credo più rumoroso, più invadente, più politicamente corretto. È una scuola che tradisce le famiglie che la scelgono, convinte di affidare i propri figli a un’educazione radicata nel Vangelo. È una scuola che si inginocchia non davanti a Cristo, ma davanti all’ideologia del momento, spalancando le porte a una catechesi islamica mascherata da “dialogo”.
E mentre si censura ogni simbolo cristiano per paura di “urtare sensibilità”, si accolgono con entusiasmo i riti musulmani, si celebrano le loro feste, si distribuiscono opuscoli per l’Eid come se fosse una Pasqua qualsiasi. Questo non è rispetto: è sudditanza. È il trionfo silenzioso di una cultura che non rinuncia alla propria identità, mentre la nostra viene svenduta per un applauso dai benpensanti.
La Chiesa di oggi, quella del papabile Zuppi e di chi si prostra nelle moschee come sono stati costretti a fare questi bambini innocenti e inconsapevoli, sta svendendo il cristianesimo. Sta preparando un futuro in cui i nostri figli cresceranno senza radici, senza verità, abituati a considerare la loro fede come un’opzione fra tante, facilmente sacrificabile. È un futuro di vuoto, e il vuoto, si sa, viene sempre riempito da chi ha più determinazione.
Basta con questa follia! Le famiglie cattoliche, i docenti fedeli, i parroci che ancora credono nella loro vocazione devono alzare la voce. Non per odiare l’altro, ma per difendere il futuro. Per riaffermare chi siamo.
È tempo di agire. Non possiamo permettere che le nostre scuole, pagate con i nostri soldi, diventino strumenti di un indottrinamento che ci vuole sottomessi, in mano a pochi burocrati cattocomunisti. La vera pace non nasce dalla resa, ma dalla verità. E la verità è che una scuola cattolica deve educare al Vangelo, non alla Mecca. Altrimenti, non è più una scuola cattolica: è una madrassa travestita da asilo.
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment