Niccolò, 24enne Pestato all’Eur: “Mi Hanno Spaccato il Naso e Ora Mi Dipingono Come il Colpevole!”
Roma, 23 maggio 2025 – È una storia di violenza e ingiustizia che sta scuotendo l’opinione pubblica e infiammando i social! Niccolò, un ragazzo di 24 anni, è stato brutalmente aggredito da cinque individui all’interno del Room 26, un locale dell’Eur chiuso nei giorni scorsi dal Questore. La vittima, finita in ospedale con il setto nasale spaccato, gli occhi pesti e i denti lesionati, si ritrova ora al centro di una narrazione distorta che lo dipinge come il responsabile dell’accaduto, un episodio che potrebbe aver contribuito alla chiusura del locale. Oggi, Niccolò rompe il silenzio per raccontare la sua verità, denunciando non solo la ferocia dei suoi aggressori, ma anche l’indifferenza del locale e l’ingiustizia subita.
La dinamica dell’aggressione
La notte del 10 maggio, intorno alle 3:00, Niccolò si trovava al Room 26, un locale dell’Eur già prossimo alla chiusura. Quella sera, per una casualità, era presente anche la sua ex fidanzata. Vedendola, Niccolò si è avvicinato per parlarle in modo amichevole, ma l’atmosfera è cambiata rapidamente. Un altro individuo, conosciuto dalla ragazza come frequentatore del bar dove lavorava, si è intromesso in modo aggressivo. “Mi ha intimato di lasciarla stare,” racconta Niccolò. “Gli ho risposto di lasciarci in pace, e con la mia ex abbiamo deciso di allontanarci verso la pista da ballo per evitare problemi.”
Ma la situazione è degenerata in pochi istanti. “Quel tizio ha tentato di colpirmi con un pugno, prendendomi di striscio,” continua Niccolò. Non riuscendo a ferirlo gravemente, l’aggressore ha chiamato “rinforzi”: almeno altri quattro coetanei, tutti di origine albanese, si sono uniti a lui. “Hanno iniziato a bersagliarmi di pugni. Nonostante l’intervento della sicurezza, uno di loro mi ha colpito al naso, fratturandomi il setto nasale.” Niccolò, sanguinante, si è rifugiato in bagno per pulirsi, ma al suo ritorno ha fatto una scoperta sconcertante: i suoi aggressori erano ancora nel locale, come se nulla fosse accaduto.
L’amara scoperta e le conseguenze
Solo alla fine della serata, con l’arrivo dei carabinieri, Niccolò ha potuto raccontare l’accaduto e indicare il principale aggressore, che è stato identificato ma lasciato andare in attesa di accertamenti. “Non hanno fatto nulla nell’immediato,” denuncia Niccolò. “I gestori non hanno nemmeno allontanato il gruppo che mi aveva assalito.” Sei giorni dopo, il Room 26 è stato chiuso dal Questore, anche se non è chiaro se la misura sia direttamente legata a questo episodio. Nel frattempo, sui social, il locale e i suoi sostenitori hanno diffuso una versione distorta dei fatti, dipingendo Niccolò come il responsabile, una narrazione che il 24enne oggi smentisce con forza: “È inaccettabile che io, la vittima, venga trasformato nel colpevole.”
Una violenza che non trova pace
L’aggressione di Niccolò si aggiunge a una lunga lista di episodi di violenza che stanno trasformando i locali italiani in luoghi di paura. A Paternò, un 25enne straniero ha molestato sei donne; a Selvazzano, un nigeriano ha picchiato moglie e figli con una verga; nel Casentino, un tunisino è accusato di aver stuprato una bambina di 8 anni. È evidente che l’Italia sta affrontando un’ondata di violenza, spesso legata a gruppi di immigrati, e che i luoghi di aggregazione come il Room 26 non garantiscono più la sicurezza dei cittadini. Niccolò chiede giustizia: “Non è giusto che io debba subire tutto questo e poi essere anche accusato ingiustamente. Voglio che la verità venga a galla e che i responsabili paghino per quello che mi hanno fatto.”
Si doveva scegliere tra la sicurezza e la libertà: si è scelta la libertà senza sapere che ha un prezzo molto alto da pagare, il sangue perchè la libertà non è gratuita
E adesso che non c’è più la sicurezza sono cazzi amari…