Dopo due anni in centro accoglienza non vogliono andarsene più

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By V maggio 23, 2025 19:50

Dopo due anni in centro accoglienza non vogliono andarsene più

Basta Scrocconi: L’Accoglienza è un Business per Parassiti che Vogliono Vivere a Spese Nostre

L’Italia è ostaggio di un sistema di accoglienza che non solo è fallimentare, ma è diventato una vergogna nazionale. Migliaia di sedicenti profughi, come Boureima Dene dal Burkina Faso, si permettono di protestare in Piazza del Nettuno a Bologna, brandendo striscioni con scritto “Non finiremo in strada!” e minacciando di chiamare i carabinieri perché, dopo anni di vitto, alloggio e paghetta pagati dai contribuenti italiani, vengono finalmente sfrattati dai centri di accoglienza. La loro pretesa? Continuare a scroccare a vita, senza lavorare, senza integrarsi, senza contribuire. E il peggio è che trovano sponde in associazioni come Plat Bologna, che parlano di “razzismo istituzionale” mentre difendono un sistema che svuota le tasche degli italiani.

Il caso di Bologna è emblematico. Una nuova direttiva della Prefettura ha stabilito che chi ottiene il permesso di soggiorno, come Dene, deve lasciare i Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) entro tre giorni. Una misura sacrosanta, visto che questi “ospiti” hanno già ricevuto anni di assistenza gratuita: 35 euro al giorno a testa, vitto, alloggio e spesso lavori in nero per arrotondare, mentre gli italiani faticano a pagare bollette e affitti. Ma per loro non è abbastanza. A Malalbergo, nove ragazzi sono stati sfrattati dal Cas, e centinaia di altri nella sola Bologna rischiano la stessa sorte. E invece di ringraziare per l’ospitalità e cercarsi un lavoro, organizzano cortei, come quello previsto per il 24 maggio da Piazza dell’Unità, per pretendere di restare a carico nostro per sempre.

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Le voci di chi li difende sono un insulto al buonsenso. Lorenzo Delfino del famigerato Coordinamento Migranti parla di “razzismo istituzionale”, come se fosse un crimine chiedere a chi ha un permesso di soggiorno di mantenersi da solo. Deepika Salhan, di Dalla Parte Giusta della Storia, si lamenta che i sistemi di accoglienza “non funzionano”, ma la verità è che funzionano fin troppo bene… per le cooperative e le associazioni che intascano miliardi di euro gestendo i centri. Questi “attivisti” non vogliono soluzioni: vogliono che l’Italia resti un bancomat per migliaia di scrocconi che, dopo anni di mantenimento, non hanno alcuna intenzione di integrarsi o contribuire alla società.

Parliamo di cifre spaventose: 200mila stranieri nei centri di accoglienza, con un costo per i contribuenti di oltre 2 miliardi di euro all’anno. Soldi che potrebbero andare a scuole, ospedali, pensioni, ma che invece finanziano un esercito di parassiti che, come Dene, si sentono in diritto di protestare quando gli si chiede di cavarsela da soli. E il caso di Isola Capo Rizzuto, dove la Corte dei Conti ha condannato i gestori a restituire 35 milioni di euro per fondi rubati, dimostra che l’accoglienza è anche un business sporco, dove cooperative e criminalità organizzata si spartiscono la torta.

La vera vergogna non è che questi finti profughi vengano espulsi dai centri, ma che non vengano espulsi dall’Italia. Hanno approfittato abbastanza della nostra generosità, vivendo a scrocco mentre gli italiani tirano la cinghia. È ora di chiudere i Cas, smettere di finanziare le cooperative e rimpatriare chi pensa che il nostro Paese sia un ostello a vita. L’Italia non è un campo profughi, e i contribuenti non sono bancomat. Il corteo di Bologna non è una protesta: è un’arroganza. Chiudiamo i centri, riprendiamoci i nostri soldi e la nostra dignità. Basta scrocconi!

Dopo due anni in centro accoglienza non vogliono andarsene più ultima modifica: 2025-05-23T19:50:15+00:00 da V
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By V maggio 23, 2025 19:50
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