Ilaria Salis provoca Orban: andrà al gay pride vietato in Ungheria
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Ilaria Salis sfida Orban al Pride di Budapest: un gesto provocatorio che ignora la sovranità ungherese
Budapest, 23 maggio 2025 – Ilaria Salis, l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, torna a far parlare di sé annunciando la sua partecipazione al Pride di Budapest del 28 giugno, un evento vietato dal governo ungherese di Viktor Orbán. La sua decisione non è solo una provocazione diretta al premier magiaro, ma un gesto che rivela il suo disprezzo per la sovranità nazionale e per le leggi di uno Stato sovrano, alimentando uno scontro che rischia di destabilizzare ulteriormente i rapporti tra Italia, Ungheria e l’Unione Europea.
Salis, che non mette piede in Ungheria dalla sua scarcerazione – avvenuta grazie alla sua elezione al Parlamento europeo dopo 15 mesi di detenzione per presunti attacchi a militanti di estrema destra nel 2023 – ha scelto di cavalcare la causa Lgbtq+ per rilanciare la sua immagine di paladina dei diritti. Ma la sua sfida a Orbán, appoggiata da una delegazione di eurodeputati, non è un atto di coraggio: è un’ingerenza arrogante negli affari interni di un Paese che ha tutto il diritto di decidere le proprie regole. Il governo ungherese ha vietato il Pride, in linea con la sua legge sulla “protezione dell’infanzia”, che considera tali eventi una minaccia per i minori. Una posizione che può essere discussa, ma che rientra nella legittima autonomia di uno Stato sovrano.
La risposta di Zoltan Kovacs, portavoce di Orbán, non si è fatta attendere: “La tutela dei minori non è negoziabile: gli anarchici/comunisti non hanno voce in capitolo”. Parole dure, ma che colgono nel segno. Salis, che sui social ha accusato il governo ungherese di violare la legge europea sull’intelligenza artificiale con l’uso di telecamere a riconoscimento facciale per identificare i manifestanti, sembra ignorare che l’Ungheria non è un’aula del Parlamento europeo, ma uno Stato con le sue leggi e i suoi valori. La sua crociata contro Budapest non è una difesa dei diritti, ma un attacco a chi non si piega all’ideologia globalista che lei e i suoi sodali vogliono imporre a tutti i costi.

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Non è la prima volta che Salis si erge a giudice di ciò che è giusto o sbagliato per gli altri. La sua recente dichiarazione secondo cui “l’abolizione della proprietà privata è un’ottima idea”, in riferimento al Manifesto di Ventotene, svela la sua vera agenda: un’Europa senza nazioni, senza identità, dove i diritti fondamentali come la proprietà e il voto popolare – che il Manifesto stesso propone di limitare con frasi come “le masse sono incapaci di orientarsi da sole” – vengono sacrificati in nome di un’utopia elitaria. La sua partecipazione al Pride di Budapest non è altro che un tassello di questo progetto: usare la causa Lgbtq+ come ariete per abbattere le sovranità nazionali e imporre un’Europa centralizzata, dove chi dissente viene etichettato come “illiberale” o “fascista”.
Salis non è una vittima, come vorrebbe far credere. È un’eurodeputata che gode dell’immunità parlamentare – la stessa che le ha permesso di sfuggire alla giustizia ungherese – e che ora usa il suo ruolo per provocare un governo eletto democraticamente. La sua presenza al Pride, insieme ad altri eurodeputati, non è un atto di solidarietà, ma un’ingerenza che rischia di alimentare tensioni inutili. L’Ungheria non è il Far West: ha le sue leggi, che piacciano o meno, e non spetta a un’eurodeputata italiana decidere cosa sia giusto per i suoi cittadini.
Mentre Salis si gode il suo momento di gloria mediatica, l’Italia dovrebbe riflettere: vogliamo davvero essere rappresentati da chi calpesta la sovranità altrui e promuove ideologie che negano i nostri diritti fondamentali? La sfida al Pride di Budapest non è un gesto eroico: è l’ennesima prova di un’arroganza che non conosce confini, né letterali né morali. E l’Ungheria, con il suo fermo rifiuto di piegarsi, ci ricorda che c’è ancora chi difende la propria identità contro le imposizioni di Bruxelles e dei suoi alfieri come Ilaria Salis.mico e critico.
Foto emblematica , lombrosianamente inequivoca della “bella” occupazionista nostrana nonchè martellatrice in altrui patrie…
Fossi Orban arresterei questa mentecatta e criminale e fanculo EU!