Magistratura smantella Articolo52: Maranza fuori controllo a Milano

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By V luglio 16, 2025 11:33

Magistratura smantella Articolo52: Maranza fuori controllo a Milano






Milano Ostaggio della Criminalità Straniera


Milano ostaggio della criminalità straniera

La magistratura smantella Articolo 52 mentre la città sprofonda nel caos

Milano, un tempo simbolo di progresso e modernità, è diventata un campo di battaglia dove la criminalità straniera dilaga senza freni, alimentando una percezione di insicurezza che soffoca i cittadini. Aggressioni, rapine, accoltellamenti: la cronaca quotidiana è un bollettino di guerra, e i responsabili sono spesso immigrati, molti dei quali irregolari o di seconda generazione, che agiscono con un’arroganza che sfida ogni logica di convivenza civile. Mentre i milanesi vivono nella paura, la magistratura, con un’azione che rasenta il tradimento, colpisce chi cerca di difendere le strade, come il gruppo “Articolo 52”, lasciando campo libero a chi rende la città invivibile.

La cronaca di un disastro

I fatti parlano chiaro, e il quadro è allarmante:

  • Due ragazzi italiani accerchiati, aggrediti e rapinati sotto la minaccia di una pistola (per fortuna una scacciacani) da un branco di sei egiziani, tra i 18 e i 22 anni, uno dei quali con cittadinanza italiana. Tra loro, un 16enne senza documenti, ennesimo simbolo di un’immigrazione fuori controllo.
  • Otto giovani nordafricani che, armati di una bottiglia di vetro, rapinano un 25enne, minacciandolo senza scrupoli in pieno giorno.
  • Un 32enne accoltellato da due 16enni nordafricani con cittadinanza italiana durante una rapina. Ora lotta per la vita in ospedale, mentre i colpevoli, giovanissimi ma già spietati, rappresentano il fallimento di un’integrazione mai avvenuta.
  • Due 14enni marocchini arrestati in Stazione Centrale dopo aver rapinato passeggeri su un treno regionale, minacciandoli con un coltello. La Stazione Centrale, un tempo cuore pulsante di Milano, è oggi una zona franca per la delinquenza.
  • Un turista americano accoltellato al collo e al volto da tre marocchini su un treno regionale Melegnano-Milano Bovisa, alle 11 del mattino. Un’aggressione brutale che dimostra come nessuno sia al sicuro, nemmeno in pieno giorno.
  • Un anziano di 84 anni derubato con la famigerata “tecnica dell’abbraccio” da una rom, che gli ha sottratto l’orologio, sfruttando la vulnerabilità di chi dovrebbe essere protetto.

Questi episodi non sono casi isolati, ma tasselli di un mosaico di degrado che vede Milano e i suoi treni regionali trasformati in teatri di violenza. La percezione di insicurezza non è un’invenzione: è la realtà vissuta da chi cammina per strada, prende un treno o semplicemente vive la propria vita, costantemente sotto la minaccia di un’aggressione o di una rapina.

La magistratura contro i cittadini

In questo scenario di caos, emerge un paradosso intollerabile: mentre la criminalità straniera imperversa, la magistratura punta il dito contro chi cerca di reagire. Il gruppo “Articolo 52”, che si autodefinisce “movimento anticrimine e anti-maranza”, è finito nel mirino della Procura di Milano, con nove indagati per associazione a delinquere e istigazione a delinquere. Le loro azioni, spesso violente e al di fuori della legge, nascono da un’esasperazione comprensibile: cittadini stanchi di vedere le loro strade trasformate in zone di guerra, dove spacciatori, rapinatori e molestatori agiscono indisturbati.

Il gruppo ha organizzato ronde punitive contro presunti criminali stranieri, pubblicando video di aggressioni, come quella in zona Darsena o a San Siro, dove hanno “assaltato il parco dello spaccio”. Certo, le loro modalità sono discutibili e spesso illegali, ma il vero scandalo è che la magistratura sembra più interessata a smantellare queste iniziative che a contrastare la vera criminalità. Come si può parlare di giustizia quando due 14enni marocchini rapinano con un coltello, un turista viene accoltellato in pieno giorno e un anziano viene derubato, ma le autorità si concentrano su chi, esasperato, cerca di difendere la propria città?

Un’immigrazione fuori controllo

I numeri parlano chiaro: gli stranieri, pur rappresentando circa il 9% della popolazione residente in Italia, sono responsabili di una quota sproporzionata di reati. Secondo dati del Ministero dell’Interno, il 59% dei furti con destrezza, il 54% dei furti negli esercizi commerciali e il 52% delle rapine in pubblica via sono commessi da stranieri, con i marocchini in testa per numero di denunce (33.865 nel 2021, pari al 12,91% delle denunce contro stranieri). Gli irregolari, in particolare, hanno un tasso di criminalità 34 volte superiore a quello degli italiani, con picchi impressionanti per reati come i borseggi (123 volte superiore).

A Milano, quartieri come San Siro o la Stazione Centrale sono diventati enclave dove la legge sembra non arrivare. Spacciatori, ricettatori e bande di giovani nordafricani, spesso di seconda generazione, agiscono con un senso di impunità che alimenta il terrore tra i cittadini. L’integrazione è fallita: non si tratta di razzismo, ma di constatare che una politica migratoria sconsiderata, unita a un lassismo giudiziario, ha trasformato le periferie in polveriere pronte a esplodere.

La responsabilità di una magistratura ideologica

La magistratura, invece di colpire con durezza chi delinque, sembra più impegnata a proteggere un’ideologia che nega il legame tra immigrazione e criminalità. La decisione di indagare “Articolo 52” mentre si ignorano le cause profonde dell’insicurezza è un segnale inquietante. Come si può giustificare che, mentre un 32enne lotta per la vita dopo un accoltellamento, la priorità sia perseguire chi, pur sbagliando, cerca di riempire il vuoto lasciato dallo Stato? Le toghe rosse, come le definiscono alcuni, sembrano vivere in un mondo parallelo, dove i diritti dei delinquenti vengono prima della sicurezza dei cittadini.

Non si tratta di giustificare la giustizia fai-da-te, ma di riconoscere che gruppi come “Articolo 52” nascono dalla disperazione di chi si sente abbandonato. Se lo Stato non garantisce sicurezza, se i criminali stranieri continuano a essere rilasciati o a beneficiare di pene irrisorie, come si può biasimare chi decide di agire? La magistratura dovrebbe interrogarsi sul proprio ruolo: invece di smantellare chi reagisce, dovrebbe chiedersi perché i milanesi non si sentono più al sicuro nelle loro strade.

Un grido di rabbia

Milano è in ginocchio, e i cittadini sono stanchi. Non si può continuare a ignorare che l’immigrazione incontrollata, unita a un sistema giudiziario che sembra proteggere i criminali, stia distruggendo il tessuto sociale della città. La percezione di insicurezza è diventata una certezza di paura, e i milanesi meritano risposte concrete: più controlli, pene severe per chi delinque e un’inversione di rotta sulle politiche migratorie. Basta con le ideologie che negano la realtà. Basta con una magistratura che perseguita chi cerca di difendersi. Milano non può più aspettare: è ora di riprendere il controllo delle nostre strade!


Magistratura smantella Articolo52: Maranza fuori controllo a Milano ultima modifica: 2025-07-16T11:33:30+00:00 da V
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By V luglio 16, 2025 11:33
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2 Comments

  1. Sam Rosenthal luglio 16, 12:40

    Articolo che sottoscrivo e constato sul campo ogni giorno del quotidiano..cose che non sanno i ztl della grubber con vr moscia e sabot …

    Reply to this comment
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