Gergiev, annullato il concerto del direttore d’orchestra perché russo

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By V luglio 21, 2025 11:02

Gergiev, annullato il concerto del direttore d’orchestra perché russo

Dopo Gergiev annullato anche il concerto del russo Alexander Romanovsky a Bologna
Cancellata la data del 5 agosto, l’annuncio arriva dal Comune

**L’ipocrisia della russofobia: il caso Gergiev a Caserta**

La cancellazione del concerto del maestro Valery Gergiev, previsto per il 27 luglio 2025 alla Reggia di Caserta nell’ambito della rassegna “Un’Estate da Re”, rappresenta un episodio vergognoso che mette a nudo l’ipocrisia e la miopia della russofobia dilagante. Questa decisione non è un atto di “buon senso”, come qualcuno ha provato a giustificarla, ma un attacco diretto alla libertà di espressione e al valore universale della cultura, sacrificati sull’altare di una polemica pretestuosa e politicizzata.

Valery Gergiev, riconosciuto come uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi, è stato escluso non per demeriti artistici, ma per le sue presunte “posizioni filoputiniane”. Tale accusa, agitata come una clava, si fonda su una narrazione semplicistica che rifiuta ogni sfumatura. Gergiev, direttore del Teatro Bolshoi e Mariinsky, non è un politico, ma un artista che ha dedicato la sua vita alla musica, portando l’eccellenza della cultura russa e universale sui palcoscenici internazionali. La sua unica “colpa” sembra essere quella di essere russo e di non essersi piegato al diktat di un Occidente che, con crescente ferocia, demonizza tutto ciò che proviene dalla Russia, senza distinguere tra individui, arte e politica.

Questa vicenda non è isolata, ma si inserisce in un contesto più ampio di ostracismo culturale che ha già colpito altri artisti russi, da Anna Netrebko a Denis Matsuev, in un crescendo di censura che tradisce i principi stessi di libertà e dialogo che l’Europa dichiara di difendere. Vietare a Gergiev di esibirsi non è una vittoria contro un regime, ma una sconfitta per la cultura, un atto che impoverisce tutti. La musica, da sempre ponte tra popoli, viene ridotta a strumento di propaganda, svilita da logiche manichee che non ammettono complessità né distinguono tra l’artista e il contesto politico in cui opera.

La Reggia di Caserta, un simbolo di bellezza e universalità, meritava di ospitare un genio come Gergiev, non di piegarsi a pressioni ideologiche che nulla hanno a che fare con l’arte. È ora di dire basta a questa deriva russofoba, che non solo alimenta divisioni, ma svilisce il patrimonio culturale dell’umanità. La musica non ha passaporto, e chi la censura non fa altro che rivelare la propria piccolezza.

Gergiev, annullato il concerto del direttore d’orchestra perché russo ultima modifica: 2025-07-21T11:02:17+00:00 da V
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