Femminicidio, Meloni approva le leggi che piacciono al PD

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By V luglio 24, 2025 11:40

Femminicidio, Meloni approva le leggi che piacciono al PD

Abbiamo riconosciuto il suo bluff quando l’abbiamo vista piagnucolante a Cutro vestita da batman per il naufragio di una decina di clandestini paganti diecimila euro a testa per venire a rompere in Italia.

**Il DDL Femminicidio: Meloni si inginocchia al PD e tradisce l’uguaglianza**

Il Senato ha votato all’unanimità il cosiddetto DDL Femminicidio, e Giorgia Meloni, con un sorrisetto compiaciuto, si è affrettata a celebrare questa “svolta epocale”. Ma quale svolta? Questo provvedimento non è altro che un vergognoso regalo alla sinistra, un inchino al politicamente corretto che il PD avrebbe potuto scrivere con gli occhi chiusi. Una legge oscena, che non solo non risolve nulla, ma calpesta il principio fondamentale di uguaglianza tra uomo e donna, sancito dalla Costituzione, per creare una gerarchia di vittime in cui l’omicidio di una donna diventa intrinsecamente più grave di quello di un uomo.

Il DDL introduce l’articolo 577-bis nel Codice Penale, punendo con l’ergastolo chi “cagiona la morte di una donna” per motivi di “discriminazione o odio” o per reprimerne diritti e libertà. Suona nobile, certo, ma è una foglia di fico per nascondere un’agenda ideologica che frammenta la società in caste di privilegiati. Perché un omicidio dovrebbe essere più grave se la vittima è una donna? Un uomo ucciso per odio, per vendetta o per futili motivi merita forse meno giustizia? Questa legge insinua che il valore di una vita dipenda dal genere, un’idea che puzza di quel paternalismo che la sinistra ha sempre amato: le donne come minoranza da proteggere, come soggetti deboli da coccolare con norme ad hoc. È il trionfo della narrazione vittimista, che Meloni, invece di combattere, ha deciso di sposare.

E non si dica che questa legge “combatte una piaga intollerabile”, come ha dichiarato la Premier. Gli omicidi di donne sono ai minimi storici in Italia e ai livelli più bassi d’Europa, e sono già puniti severamente, spesso con l’ergastolo, quando aggravati da motivi abietti, premeditazione o legami affettivi, come nei casi di Giulia Cecchettin o di altre vittime recenti. Il codice penale non ha bisogno di un nuovo reato per affrontare la violenza di genere: le norme ci sono, le pene sono pesanti. Creare una fattispecie ad hoc non è altro che un esercizio di propaganda, un modo per strizzare l’occhio a chi vuole dividere la società in categorie, con alcune più “speciali” di altre. E Meloni, che si vanta di essere un leader di destra, si è prestata a questo gioco, lasciando che il suo governo approvi una legge che potrebbe tranquillamente portare la firma di Elly Schlein.

Valeria Valente, senatrice PD, ha definito il DDL “dirompente” perché “nomina il fenomeno nel Codice Penale”. E qui sta il punto: nominare non risolve. Dare un nome a un reato non cambia la realtà, non previene i crimini, non salva vite. È un atto simbolico, un trofeo per la sinistra che da anni spinge per il “femminicidio” come categoria giuridica, ignorando che il diritto penale non deve piegarsi a mode sociologiche. La Corte Costituzionale ha già riconosciuto che l’uguaglianza formale, sancita dall’articolo 3 della Costituzione, impone parità di trattamento. Eppure, questo DDL crea una disparità evidente, punendo in modo più severo chi uccide una donna rispetto a chi uccide un uomo in circostanze analoghe. È una violazione del principio di uguaglianza, un precedente pericoloso che apre la porta a ulteriori frammentazioni: perché non un reato specifico per gli omicidi di anziani, di disabili, di minoranze etniche? La sinistra ringrazia, perché questo è esattamente il suo obiettivo: una società spezzettata in gruppi privilegiati, ciascuno con il suo pacchetto di leggi su misura.

Perché un omicidio dovrebbe pesare di più se la vittima è una donna? E, peggio ancora, perché l’“odio” dovrebbe rendere un crimine più grave di un omicidio a sangue freddo per rubare un portafoglio? Un uomo sgozzato in un vicolo per pochi euro merita forse meno giustizia di una donna uccisa per “discriminazione”? Questa legge non solo crea una gerarchia di vittime basata sul genere, ma consacra il concetto di psicoreato, dove il movente interno dell’assassino diventa più importante dell’atto stesso. È una deriva orwelliana, un’ossessione per le intenzioni che trasforma il diritto in un tribunale della mente.

La verità è che questa legge non serve alle donne, ma alla narrazione. È un’arma ideologica che Meloni ha scelto di consegnare alla sinistra, tradendo chi si aspettava da lei una visione diversa, capace di unire e non di dividere. Invece di promuovere una cultura del rispetto universale, il DDL Femminicidio crea una gerarchia di vittime, alimenta la guerra tra generi e dà ragione a chi vede le donne non come individui, ma come una categoria da proteggere. Se questa è la destra di Meloni, tanto valeva votare il PD.

Femminicidio, Meloni approva le leggi che piacciono al PD ultima modifica: 2025-07-24T11:40:52+00:00 da V
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By V luglio 24, 2025 11:40
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1 Comment

  1. lorenzoblu luglio 24, 12:19

    a scemarella !…….a quando la legge per far espatriare a casa loro i miliardi di negri che ci rompono i coglioni??

    Reply to this comment
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