Video prigioniera israeliana spiega perché dobbiamo azzerare l’immigrazione islamica
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Il video della prigioniera israeliana: urla di odio islamico prima della liberazione di Arbel Yehud. Dobbiamo azzerare l'immigrazione islamica regolare in Italia o avremo queste scene anche qui tra qualche decennio. Loro sono così quando possono mostrarlo. pic.twitter.com/JE1yH0sX9p
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 30, 2025
Un’ondata di indignazione ha travolto Israele dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito “scene scioccanti” il rilascio di sette ostaggi israeliani, tra cui Arbel Yehoud, da parte di Hamas. Il video che mostra Yehoud, circondata da una folla di miliziani armati e civili, mentre veniva liberata, ha sollevato non solo questioni sulla sicurezza ma anche sulla barbarie e la manipolazione mediatica praticata da gruppi estremisti islamici.
Tra gli ostaggi liberati, oltre a Yehoud, c’erano anche cinque cittadini thailandesi, tutti consegnati alla Croce Rossa e poi scortati fuori dalla Striscia di Gaza dalle forze di difesa israeliane (IDF) verso una struttura medica a Re’im. Questo evento non è solo un episodio di violenza e terrore ma un chiaro segnale di quanto possa essere pericoloso l’influenza dell’estremismo islamico.
Perché L’Italia Non Deve Importare Questo Caos
Il rilascio-show di Arbel Yehoud dimostra come gli islamici sfruttino ogni occasione per propagandare la loro ideologia e considerino gli ‘infedeli’ solo come merce di scambio. Portare immigrati islamici significa aprire le porte a potenziali conflitti interni, come visto in molti paesi europei.
Il modo in cui Hamas ha trasformato la liberazione degli ostaggi in un evento mediatico è emblematico del loro uso della propaganda. Questa pratica non si limita ai confini di Gaza; può essere importata e utilizzata per destabilizzare altre nazioni, inclusa l’Italia, attraverso la radicalizzazione online e la diffusione di ideologie contrarie ai nostri valori democratici.
La cultura islamica radicale è spesso in contrasto con i valori occidentali di libertà, uguaglianza e tolleranza. L’Italia, con la sua storia e tradizione, rischia di vedere questi valori erosi se non si affronta seriamente la questione dell’integrazione. Le “scene scioccanti” vissute da Yehoud sono un promemoria di come la violenza possa essere giustificata e persino celebrata in nome di una religione o ideologia.
Guardiamo a Francia, Belgio, Svezia, dove l’immigrazione islamica ha portato a comunità parallele, tensioni sociali, e persino atti terroristici. Questi paesi stanno ora pagando il prezzo di politiche migratorie mal gestite. L’Italia deve imparare da questi esempi e non ripetere gli stessi errori.
Ogni nazione ha il diritto di proteggere la propria identità e sovranità. Importare senza discernimento culture che si oppongono alla nostra può portare alla perdita di ciò che ci rende italiani, un rischio che non possiamo permetterci di correre.
Il rilascio degli ostaggi in Israele è un monito per noi tutti. L’Italia deve prendere decisioni severe e razionali riguardo all’immigrazione, non lasciandosi influenzare da visioni utopistiche o ideologie che non tengono conto della realtà. Il nostro Paese merita di preservare la sua pace, la sua cultura e la sua sicurezza, senza diventare un campo di battaglia per conflitti esterni.
I baluba non avranno certo applicato le norme della Convenzione di Ginevra, se vogliamo dare un significato politico al rapimento, altrimenti si tratta solo di sequestro in violazione ai diritti umani della vittima.
Non c’è alcuna differenza tra la sorte di questa signora Yehoud e la nostra Pamela, se non che la prima è ancora viva.
Diamo tempo al tempo e avremo questi casi di rapimento a scopo di lucro pure qui da noi, lo so perchè nella siria dell’isis, passata l’euforia iniziale, per fare soldi rapivano i “soldati” europei per chiedere un riscatto ai familiari e poi li ammazzavano lo stesso per mantenere il segreto, dando la colpa ai nemici.