Lam Magok, arrivato col barcone vuole fare arrestare Meloni
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Questa vicenda è il sintomo della malattia dei “diritti umani” di cui è pervasa una società tipicamente decadente come la nostra dove un clandestino può denunciare un governo perché fa gli interessi dei propri cittadini invece dei suoi.
La Questione dell’Espulsione di Almasri: Un Caso di Favoreggiamento nella Tortura?
Favoreggiamento nel reato di tortura. È questa l’ultimo capi d’accusa che qualcuno vorrebbe pendesse sulla testa del premier Giorgia Meloni e dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma davvero? La denuncia, firmata da Lam Magok, presunta vittima e testimone delle presunte torture del comandante della polizia giudiziaria libica Osama Almasri, sostiene che la scarcerazione e l’espulsione del criminale di guerra gli avrebbero tolto la possibilità di giustizia. Ma quanto è credibile questa narrazione?
«Sono stato vittima e testimone di queste atrocità, orrori che ho già raccontato alla Corte penale internazionale ma il governo italiano mi ha reso vittima una seconda volta», afferma Magok attraverso il suo legale Francesco Romeo. Ma non dovremmo forse mettere in dubbio la veridicità di queste affermazioni? Magok racconta di aver subito torture in carceri libici, ma perché il focus è solo sull’Italia e non su chi ha commesso i crimini in Libia?
«Il silenzio del ministro Nordio – commenta ancora Lam Magok – è stato chiaramente funzionale alla liberazione di Almasri», continua la denuncia. Ma quanto è fantasiose queste accuse? La decisione di espulsione di Almasri, presa dal governo italiano, viene descritta come un attentato ai diritti di Magok, ma non si considera forse il contesto di sicurezza e politica internazionale in cui queste scelte devono essere prese?
La denuncia prosegue con affermazioni come «il 22 gennaio 2025 la Corte penale internazionale, che aveva chiesto di fermare Almasri, ha diffuso un comunicato che dimostra che le autorità italiane erano state non solo opportunamente informate dell’operatività del mandato di arresto», ma queste sono davvero prove concrete o solo interpretazioni di comodo? Si accusa il governo di aver chiesto alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l’arresto, ma non è forse possibile che tali richieste siano state fatte per motivi di sicurezza nazionale?
Il legale Romeo elenca una serie di responsabilità ipotizzate, tra cui «il silenzio prolungato e l’inerzia del Guardasigilli», ma non si pone la domanda se tali accuse siano basate su fatti reali o su una visione distorta della realtà? Perché espellerlo? Chiede Romeo, ma la risposta potrebbe essere semplice: per la sicurezza dello Stato italiano.
Questa vicenda, se vista con occhio critico, sembra essere il sintomo della malattia dei “diritti umani” di cui è pervasa una società tipicamente decadente come la nostra, dove un clandestino – o profugo come piace a loro definirsi per il solo fatto di avere chiesto asilo e magari averlo anche ottenuto – può denunciare un governo perché fa gli interessi dei propri cittadini invece dei suoi. L’Italia ha il diritto di proteggere i suoi cittadini e se il governo ritiene che rimandare in Libia Al Masri sia la cosa politicamente giusta, lo fa. Il vero problema qui non è forse l’Italia, ma il tentativo di sfruttare il sistema legale per fini personali, ignorando le complessità della politica internazionale e della sicurezza nazionale?
Ma c’è anche chi rincara la dose: «Sono convinto che chiunque sia in Italia e ha accusato il comandante libico di averlo torturato può fare ricorso alla Corte Cedu contro l’Italia per violazione procedurale dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo», aveva detto nei giorni scorsi il filosofo dei diritti Emilio Santoro, docente dell’Università di Firenze.
Le famigerata corte Cedu infestata da toghe globaliste già legate alle associazioni di Soros.
Serve una svolto democratica. In Italia ci sono troppe organizzazioni finanziate da speculatori stranieri che fanno gli interessi degli invasori. E’ tempo di scioglierle. Ed è tempo di uscire da organismi internazionali come la CEDU e l’Aja. Gli Usa, la Russia e Israele non ne fanno parte. Quindi sono organismi chiaramente antisemiti.
Baluba, se paghi le tasse puoi parlare, se non le paghi vattene affanculo!
Ci vuole tanto?