Gas ai massimi: sanzioni contro la Russia disastrano l’economia europea

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By V febbraio 7, 2025 20:00

Gas ai massimi: sanzioni contro la Russia disastrano l’economia europea

Le Sanzioni contro la Russia: Un Disastro per l’Economia Europea

Il mercato del gas naturale europeo ha raggiunto livelli di prezzo senza precedenti, con il costo che si attesta ora a 17 dollari per milioni di Btu (British Thermal Units), un prezzo sufficientemente alto da causare danni significativi al settore manifatturiero, specialmente a quello ad alta intensità energetica. Questo aumento vertiginoso non è un fenomeno isolato, ma il risultato diretto delle sanzioni imposte alla Russia dall’Unione Europea e dai suoi alleati.

L’Impatto Economico delle Sanzioni

Le sanzioni, inizialmente concepite per colpire l’economia russa in risposta a eventi geopolitici, hanno finito per ritorcersi contro l’Europa stessa. La Russia, uno dei maggiori fornitori di gas naturale per il continente, ha visto le sue esportazioni verso l’Europa drasticamente ridotte o deviate verso altri mercati. Questo ha portato a una drammatica riduzione dell’offerta di gas, spingendo i prezzi alle stelle.

Settori in Crisi: Industrie come la chimica, la metallurgia e la produzione di acciaio, che dipendono fortemente dal gas naturale, stanno subendo un colpo devastante. Costi di produzione più alti significano un calo della competitività globale, con molte aziende che sono costrette a ridurre la produzione o, nei casi peggiori, a chiudere stabilimenti.

Inflazione e Costo della Vita: L’aumento del prezzo del gas ha inevitabilmente portato a un aumento diffuso dei costi energetici, che si riflette in una crescente inflazione. Le famiglie europee vedono i loro bilanci personali sempre più gravati dai costi per riscaldamento e elettricità, aggravando una crisi economica già in atto.

Dipendenza Energetica: Le sanzioni hanno evidenziato la vulnerabilità dell’Europa alla dipendenza da fornitori esterni per l’energia. La ricerca di alternative si è rivelata complessa e costosa, con l’approvvigionamento di gas liquefatto (LNG) che spesso arriva a costi proibitivi rispetto al gas di provenienza russa.

La Politica che Scavalca l’Economia

La decisione di imporre sanzioni è stata ampiamente politicizzata, con poca considerazione per le conseguenze economiche a lungo termine per l’Europa. La retorica politica ha prevalso, ignorando gli avvertimenti di esperti economici ed energetici che prevedevano esattamente questo scenario di crisi energetica e industriale.

Impatto sulle Piccole e Medie Imprese: Le PMI, la spina dorsale dell’economia europea, sono le più colpite da questa crisi. Non solo devono affrontare costi energetici più alti, ma anche una domanda ridotta da parte di consumatori con potere d’acquisto diminuito.

Le sanzioni contro la Russia non solo hanno fallito nel loro intento primario di indebolire l’economia russa, ma hanno messo in ginocchio l’economia europea, portando a una situazione di stallo industriale, aumento dell’inflazione e una crisi energetica senza precedenti. È giunto il momento per i leader europei di ripensare la loro strategia, bilanciando meglio le esigenze della politica estera con le imperatività economiche interne. Solo attraverso un’analisi critica e una politica energetica più indipendente e sostenibile, l’Europa potrà sperare di recuperare la sua stabilità economica.

Gas ai massimi: sanzioni contro la Russia disastrano l’economia europea ultima modifica: 2025-02-07T20:00:21+00:00 da V
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By V febbraio 7, 2025 20:00
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell febbraio 8, 00:40

    Mi ricordo che i piccoli esperti europei di economia, adeguatamente formati alla famosa scuola degli economisti rotti nel culo di chicago, avevano stabilito il tetto di 60 dollari a barile per il petrolio russo immaginando di comprarlo a 60 dollari per rivenderlo a 100 e Putin poteva mettersi a piangere ma non gli avrebbero dato un centesimo in più, strozzando l’economia russa.

    Risultato: l’europa ha acquistato il petrolio russo pagandolo 150 perchè la Russia ha venduto per 100 dollari agli intermediari indiani che lo hanno rivenduto all’europa appunto per 150 dollari.

    La presa per il culo stà nell’affermazione rilasciata successivamente dai babbei: “Abbiamo comperato a 150 perchè il prezzo del petrolio poteva salire a 200, quindi abbiamo risparmiato!”

    Nessuno ha una testata nucleare da tirare su bruxelles?

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    • Ul Gigi da Viganell febbraio 8, 00:46

      Dimenticavo: l’economia russa funziona perchè hanno prodotto in casa tutto quello che gli abbiamo tolto, compreso il Parmigiano Reggiano ottenuto importando maestri casari lasciati in difficoltà dopo il terremoto, quelli presi per il culo dall’agenzia delle entrate che ha chiesto lo stesso i pagamenti dovuti al fisco.

      E il PIL russo cresce, a differenza del resto dell’europa…

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