Salis dal compagno Fazio, Budapest: “Dovresti essere in galera”
Related Articles
Quindi, @SalisIlaria, siete voi dei movimenti rossi per la casa a decidere chi merita un alloggio popolare e chi no?
Nel frattempo, ci sarebbe un conto di 90.000 euro da saldare con Aler.
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 10, 2025
Ilaria Salis: Da Attivista a Simbolo di Impunità Politica. Quando la Propaganda Sostituisce la Giustizia
L’apparizione di Ilaria Salis nel programma di Fabio Fazio per promuovere il suo libro “Vipera” ha non solo acceso i riflettori sulla sua storia personale ma ha anche sollevato una serie di domande critiche sulla sua figura e sulle sue azioni. La risposta di Budapest, che ha dichiarato “Dovresti stare in galera”, non è una semplice provocazione ma un richiamo alla realtà delle accuse penali contro di lei.
Ilaria Salis, europarlamentare dell’AVS, ha usato la sua piattaforma mediatica per dipingersi come una vittima di un sistema giudiziario repressivo, ma ignoriamo a nostro rischio e pericolo i fatti concreti del suo caso. Salis non è solo un’attivista con opinioni politiche forti; è accusata di aggressioni durante una manifestazione in Ungheria, accuse che non dovrebbero essere sminuite o ignorate per semplice simpatia ideologica.
Salis è stata coinvolta in scontri violenti, con accuse che vanno oltre il semplice dissenso politico. Non è accettabile che le azioni violente vengano giustificate o minimizzate solo perché chi le commette ha una certa ideologia. Mentre Salis e i suoi sostenitori parlano di un “processo politico”, le accuse contro di lei sono di natura penale, legate a eventi specifici in cui è implicata direttamente. Questa narrazione di vittimizzazione serve solo a manipolare l’opinione pubblica, distogliendo l’attenzione dalle sue responsabilità legali. L’uso della sua posizione come europarlamentare per evitare le conseguenze delle sue azioni è un esempio lampante di come la politica possa essere usata per aggirare la giustizia. Questo non solo mina la credibilità delle istituzioni europee ma anche il principio che tutti sono uguali davanti alla legge.
L’apparizione di Salis in TV è più un esercizio di propaganda che un tentativo genuino di cercare giustizia. La sua storia viene raccontata in modo da suscitare empatia, ma senza affrontare seriamente le accuse che la riguardano. “Vipera” non è solo una narrazione della sua esperienza ma anche uno strumento per costruire una narrativa favorevole alla sua causa, ignorando la parte della storia che non le conviene.
Se si permette a figure come Salis di evitare le conseguenze legali delle loro azioni grazie alla loro posizione politica, si crea un pericoloso precedente dove l’ideologia prevale sulla legge. È fondamentale rispettare la sovranità di ogni nazione nel gestire le proprie questioni legali. La risposta dell’Ungheria non è un attacco alla democrazia ma una difesa del proprio sistema giudiziario contro chi cerca di piegare la legge ai propri fini politici.
Il caso di Ilaria Salis non è una semplice storia di un’attivista perseguitata ma un esempio di come le azioni violente possano essere giustificate o ignorate per ragioni politiche. È tempo che il dibattito si concentri sulle accuse concrete contro di lei, piuttosto che su una campagna mediatica che trasforma la giustizia in un gioco di potere. L’Ungheria ha il diritto di vedere la giustizia fatta, senza che questa venga offuscata da una propaganda che cerca di trasformare Salis in una vittima piuttosto che in un imputato.
fra pelo sullo stomaco, esofago rivestito di amianto e calli tubercolari sulla lingua il soggetto (non la soggetta) potrebbe ingollare un varano di Komodo tutto intero ammesso che il quadrupede in questione non si schifi di tale amplesso gastronomico
Quei due hanno una cosa in comune: si riproducono defecando…