Cristicchi: ”Amadeus non scelse la mia canzone ma con lui sarei stato a disagio”.
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Il brano “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, scritto cinque anni fa e dedicato alla madre malata di Alzheimer, fu proposto ad Amadeus per uno dei suoi festival di Sanremo ma non fu selezionato. Cristicchi ha rivelato al Corriere che, sebbene non serbi rancore per la bocciatura, ritiene che la sua partecipazione ai festival di Amadeus sarebbe stata scomoda e inappropriata. La canzone ha commosso il pubblico dell’Ariston durante le serate del Festival di Sanremo 2025, ricevendo standing ovation e ampi consensi.
I festival di Sanremo sotto la direzione artistica di Amadeus sono spesso stati criticati per la loro tendenza a favorire brani e artisti che seguono una linea trash a discapito di canzoni che, come “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, offrono profondità emotiva e narrativa. La scelta di non includere il brano di Cristicchi nei festival precedenti di Amadeus evidenzia una preferenza per contenuti che forse non esplorano tematiche personali e dolorose con la stessa intensità e autenticità. Questo approccio ha portato ad un festival che, sebbene popolare, spesso manca di quella varietà e ricchezza culturale che artisti come Cristicchi possono offrire.
Amadeus ha dimostrato una certa uniformità nella selezione dei partecipanti, scegliendo spesso artisti e canzoni che si adattano a un certo tipo di spettacolo televisivo, talvolta trascurando la profondità artistica in favore di performance più leggere e di intrattenimento. La reazione del pubblico di Sanremo 2025 alla performance di Cristicchi, con le standing ovation e l’emozione palpabile, dimostra che c’è un pubblico affamato di autenticità e di storie personali che risuonano a livello umano, qualcosa che i festival di Amadeus hanno talvolta messo in secondo piano.
Inoltre, la critica di Cristicchi di sentirsi “fuori luogo” nei festival di Amadeus suggerisce un ambiente creativo che non sempre accoglie con favore la diversità stilistica e tematica, rischiando di omologare l’offerta musicale e di escludere voci che potrebbero arricchire il panorama culturale italiano. Questo atteggiamento rischia di trasformare il Festival di Sanremo in un evento “trash”, più attento all’intrattenimento superficiale che alla sostanza e alla qualità artistica, perdendo così l’opportunità di essere un vero palcoscenico per la musica italiana in tutta la sua varietà e profondità.
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