Tribunale boccia legge lombarda: case popolari devono andare solo ai maranza
Related Articles
Secondo il tribunale di Milano, è “discriminatorio” l’assegnazione delle case popolari sulla base degli anni di residenza in Lombardia.
Facciamo così per rendere tutto inclusivo: esclusione totale degli italiani dalle liste d’attesa. pic.twitter.com/qhIboREZ3L
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 22, 2025
Toghe contro popolo: è ora di una legge costituzionale per mettere gli italiani al primo posto
Un altro giorno, un’altra sentenza assurda. Il tribunale di Milano ha deciso che assegnare le case popolari in base agli anni di residenza in Lombardia è “discriminatorio”. Sì, avete letto bene: per i giudici, dare priorità a chi vive e paga le tasse in un territorio da anni, contribuendo alla comunità, è un’ingiustizia. Siamo al paradosso: le toghe, arroccate nei loro palazzi, si sostituiscono ancora una volta agli eletti del popolo italiano, calpestando il buonsenso e il diritto di chi in questa terra ci è nato e ha radici profonde. È l’ennesima prova che il sistema giudiziario è fuori controllo, e serve un intervento drastico: una legge costituzionale che sancisca la primazia nazionale nell’assegnazione di tutti i servizi sociali, case popolari comprese. Gli italiani devono venire prima in Italia.
La sentenza milanese è un insulto alla logica. La Regione Lombardia aveva stabilito un criterio semplice: più anni di residenza, più punti per accedere alle case popolari. Un modo per premiare chi ha scelto di radicarsi, di lavorare, di pagare le tasse, di far parte della comunità. Ma per il tribunale questo è “discriminatorio” nei confronti di chi arriva da fuori, magari da pochi mesi, senza alcun legame con il territorio. Tradotto: per i giudici, un italiano che ha vissuto tutta la vita a Milano o un lombardo che ha sudato per decenni non merita più di un forestiero appena sbarcato. È una follia che trasforma la giustizia in un’arma contro i cittadini.
Non è solo una questione di case popolari. È un problema sistemico: gli italiani sono sempre più retrocessi nella lista delle priorità. Servizi sociali, sanità, scuola, welfare: ovunque vediamo risorse limitate distribuite a pioggia, senza distinzioni, mentre chi ha costruito questo Paese viene scavalcato. Basta guardare i numeri: a Milano, nel 2023, il 40% delle case popolari è stato assegnato a famiglie straniere, spesso arrivate da poco, mentre italiani in lista d’attesa da anni restano a mani vuote. È una beffa insopportabile, resa possibile da un’ideologia che considera “discriminatorio” il diritto di un popolo a difendere i propri.
Per questo serve una svolta radicale: una legge costituzionale che ribadisca un principio sacrosanto: in Italia, gli italiani vengono prima. Non si tratta di xenofobia, ma di giustizia. Chi è cittadino italiano, chi ha contribuito con il lavoro e le tasse, chi ha legami storici e culturali con questa nazione deve avere la precedenza su tutto: case popolari, sussidi, accesso ai servizi. Basta con le sentenze creative di giudici che si credono legislatori. La sovranità appartiene al popolo, non alle toghe, e il popolo ha il diritto di decidere chi sostenere con le proprie risorse.
Questa legge costituzionale deve essere chiara: la primazia nazionale non è negoziabile. Altro che anni di residenza “discriminatori”: semmai, dovrebbero essere un requisito minimo, insieme alla cittadinanza italiana. E chi si oppone, gridando al razzismo, si metta nei panni di un pensionato italiano che dorme in macchina mentre la casa popolare va a chi non ha mai versato un euro nel sistema. È questa la vera ingiustizia.
È ora di smetterla con le sentenze che umiliano gli italiani. La politica si riprenda il suo ruolo e metta nero su bianco nella Costituzione: questo è il nostro Paese, e chi lo ama e lo sostiene viene prima. Punto. Altrimenti, prepariamoci a vedere i tribunali cancellare anche l’ultimo briciolo di dignità nazionale.
Metteteli tutti nelle case popolari, solo loro, e poi bombardatele. Se qualcuno sopravvive finitelo a baionettate.
Dovrebbero smetterla…