Monfalcone, partito islamico prende il 3 per cento: a livello nazionale potrebbe decidere chi governa
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Monfalcone: La Vittoria Anti-Moschee di Fasan Dimostra che gli Immigrati Islamici Radicalizzano gli Elettori – Azzeriamo l’Immigrazione Islamica Regolare Prima che Siano Maggioranza!

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Monfalcone, 15 aprile 2025 – La vittoria schiacciante di Luca Fasan, candidato del centrodestra, alle elezioni comunali di Monfalcone con il 70,9% dei voti è molto più di un risultato elettorale: è la prova che una massa critica di immigrati islamici radicalizza gli elettori autoctoni, spingendoli a una reazione identitaria senza precedenti. Fasan, erede della linea dura di Anna Maria Cisint contro moschee abusive e islamizzazione, ha surclassato ogni previsione, mentre il partito islamico “Italia Plurale” di Bou Konate si ferma a un misero 2,96% e il PD di Diego Moretti non va oltre il 26,1%. È un segnale chiaro: gli italiani rifiutano la sharia, e il PD ha sbagliato i suoi calcoli, sottovalutando il malcontento. Ma il tempo sta per scadere: i musulmani non sono ancora maggioranza, ma a livello nazionale anche un 3% può influire sulla governabilità. Azzeriamo l’immigrazione islamica regolare ora, prima che Monfalcone e l’Italia diventino un califfato!
La Radicalizzazione degli Elettori Autoctoni: Una Reazione alla Presenza Islamica
Monfalcone, con il 30% di stranieri – in gran parte bangladesi musulmani che rifiutano l’assimilazione – è un microcosmo che riflette una dinamica nazionale. Qui, il 75% delle donne straniere gira velata, spesso con il niqab, e il 65% degli alunni nelle scuole non è italofono. Il 95% del welfare comunale va a extracomunitari, molti dei quali vivono di ricongiungimenti familiari, mentre le donne sono segregate in casa, escluse dal lavoro e dalla vita sociale. Questa realtà ha creato un senso di alienazione tra gli autoctoni, che si sentono stranieri nella propria terra. Le parole di un elettore di Konate fuori dai seggi – “La poligamia è nelle nostre regole, se non piace all’Italia, fatti vostri. Le donne devono indossare il velo e non uscire sole” – hanno acceso una scintilla: gli italiani hanno risposto votando in massa per Fasan, candidato anti-moschee, con un’affluenza del 57%, in aumento rispetto al 52% del 2022.
La Lega, primo partito con oltre il 30%, e la lista Cisint al 25%, hanno capitalizzato questo malcontento, dimostrando che la presenza di una comunità islamica radicalizzata – che ignora le sentenze del Consiglio di Stato sulle moschee abusive e promuove valori incompatibili con i nostri – spinge gli elettori autoctoni verso posizioni di chiusura. Anna Maria Cisint, ex sindaca sotto scorta per le sue battaglie, lo aveva previsto: “Vogliono prendere il potere, cancellare la nostra identità”. La sua paura non era infondata: Konate, con il sostegno di Aboubakar Soumahoro, ha umiliato una giornalista donna, Serena Pizzi, rifiutandosi di risponderle perché “troppo piccola”, e ha difeso la poligamia, un reato in Italia. Questo atteggiamento ha radicalizzato gli italiani, che hanno scelto Fasan per difendere la propria cultura.
Il PD Ha Sbagliato i Conti: La Sinistra Paga l’Ambiguità
Il Partito Democratico, con Diego Moretti, ha sottovalutato la rabbia degli autoctoni. Moretti ha provato a smarcarsi da Konate, dichiarando: “Non condividiamo le sue scelte, niente alleanze”, ma la sinistra ha pagato caro il suo passato di porte spalancate. Le politiche permissive sui ricongiungimenti familiari, ora ristrette dal governo, hanno creato il terreno fertile per questa crisi. Moretti, con solo il 10,5% al PD e il 26,1% come candidato, ha fallito nel costruire un “campo largo” credibile, mentre il centrodestra ha cavalcato il sentimento anti-islamico con successo. La sinistra ha ignorato che gli italiani non vogliono coesistere con chi rifiuta l’integrazione: vogliono sentirsi a casa propria. Questo errore di calcolo dimostra che il multiculturalismo cieco non funziona più, e il PD ne esce con le ossa rotte.
Il 3% di Konate: Un Pericolo Nazionale per la Governabilità
Sebbene “Italia Plurale” abbia preso solo il 2,96%, il risultato non va sottovalutato. A livello nazionale, un partito con il 3% può influire sulla governabilità, soprattutto in un sistema politico frammentato come quello italiano. Konate rappresenta una comunità che, pur minoritaria, è in crescita: a Monfalcone, gli stranieri sono il 30% e in aumento, e la loro presenza alle urne è cresciuta rispetto alle Europee di due anni fa. Se questa tendenza continua, i musulmani potrebbero diventare maggioranza, prima a Monfalcone e poi altrove, trasformando l’Italia in un mosaico di enclavi islamiche. Altrove, i segnali ci sono già: a Milano, piazze piene di preghiere per il Ramadan; a Monte Roberto, un macedone minaccia la moglie con un’ascia; a Catania, un extracomunitario aggredisce soccorritori.
Un partito islamico al 3% potrebbe diventare l’ago della bilancia in un governo di coalizione, spingendo per leggi che favoriscano la sharia – dalla poligamia al velo obbligatorio – a scapito dei nostri valori. Questo rischio è reale: la sinistra, come visto a Monfalcone, potrebbe cedere per raccattare voti, svendendo l’Italia. La vittoria di Fasan è una boccata d’ossigeno, ma non basta: finché i musulmani non saranno maggioranza, gli autoctoni possono reagire votando contro l’islamizzazione. Ma quando lo diventeranno, sarà troppo tardi.
Azzeriamo l’Immigrazione Islamica Regolare: È Urgente!
Monfalcone dimostra che la presenza di una massa critica di immigrati islamici radicalizza gli elettori autoctoni, ma questo funziona solo finché i numeri lo permettono. Con il 30% di stranieri, gli italiani hanno ancora il potere di dire no. Ma se questa percentuale cresce, come sta accadendo, la bilancia si ribalterà. Azzeriamo l’immigrazione islamica regolare, ora! Non possiamo più accogliere chi rifiuta i nostri valori e sogna di sostituirli con la sharia. Chi arriva deve accettare libertà, uguaglianza e laicità senza compromessi, o andarsene. Basta welfare a chi ci disprezza, basta moschee abusive, basta sinistra che svende la nostra identità. La vittoria di Fasan è un segnale, ma il tempo stringe: se non agiamo, Monfalcone sarà solo il primo domino a cadere, e l’Italia intera seguirà.
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