Ultimatum del cardinale Muller al Conclave: non eleggete un islamofilo

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By V aprile 24, 2025 11:37

Ultimatum del cardinale Muller al Conclave: non eleggete un islamofilo

L’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede esprime preoccupazioni sul futuro della Chiesa dopo la morte di Papa Francesco. Müller, esponente dell’ala conservatrice, critica le ambiguità del pontificato di Bergoglio su temi come donne, coppie omosessuali e dialogo con l’Islam, sottolineando che “non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio” e che il dialogo interreligioso non può sfociare in relativismo, come una “religione universale del mondo creata dal forum di Davos”. Inoltre, si oppone fermamente a influenze esterne, dichiarando: “Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi o portino l’immagine di Xi Jinping nelle chiese”. Müller insiste che ogni papa è successore di Pietro, non del predecessore, suggerendo che il prossimo Conclave non debba necessariamente seguire la linea di Francesco, e avverte del rischio di una deriva laicista che potrebbe spaccare la Chiesa se venisse eletto un papa troppo progressista.

Il cardinale Müller lancia l’allarme: la Chiesa deve fermare l’islamizzazione

La dichiarazione del cardinale Gerhard Ludwig Müller, rilasciata il 24 aprile 2025 in un’intervista a Repubblica, rappresenta un grido di verità in un momento cruciale per la Chiesa cattolica, a poche settimane dal Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, morto il 21 aprile. L’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, noto per la sua fermezza teologica, ha messo in guardia contro i pericoli di un dialogo interreligioso mal gestito, in particolare con l’Islam, che rischia di portare a un’islamizzazione strisciante della Chiesa.

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Müller contro il relativismo: un monito necessario

Nella sua dichiarazione, Müller critica aspramente le ambiguità del pontificato di Francesco, specialmente sul dialogo con l’Islam. “Non possiamo accettare che il dialogo interreligioso sfoci in un relativismo, in una religione universale del mondo creata dal forum di Davos”, ha affermato il cardinale. Queste parole colpiscono nel segno: sotto Bergoglio, la Chiesa ha spesso dato l’impressione di sacrificare la sua specificità teologica per un’utopia di fratellanza universale, come dimostrato da eventi come la Dichiarazione di Abu Dhabi (2019), che ha suggerito un pluralismo religioso “voluto da Dio”, e da gesti simbolici come la visita in Iraq (2021) o la preghiera comune a Santa Sofia.

Müller, con la sua chiarezza, denuncia il pericolo di un dialogo a senso unico: mentre la Chiesa apre le sue porte, l’Islam, in molte realtà, non ricambia con pari apertura, ma sfrutta questa debolezza per rafforzare la propria presenza, specialmente in Europa. Il cardinale vede in questa dinamica un rischio concreto di islamizzazione, non solo culturale ma anche spirituale, che potrebbe trasformare la Chiesa in una sorta di piattaforma neutrale, svuotata della sua missione evangelica. La sua preoccupazione è condivisibile: in città come Ferrara, dove l’imam Hassan Samid ha elogiato la “visione” di Francesco, la crescente influenza islamica sembra trovare terreno fertile proprio grazie alle politiche di accoglienza incondizionata promosse da Bergoglio.

La deriva di Francesco: un dialogo che indebolisce

Il pontificato di Francesco è stato segnato da un’ossessione per il dialogo interreligioso, spesso a scapito della centralità della fede cattolica. La sua insistenza sulla “cultura dell’incontro” e sul “meticciato” culturale ha portato a una Chiesa che, pur mossa da intenti di pace, ha abbassato le proprie difese. L’elogio dell’imam Samid, riportato dall’arcivescovo Perego, è emblematico: il fatto che un leader musulmano auspichi la continuità della linea di Francesco non è un segno di unità, ma di un’opportunità per l’Islam di consolidare la propria influenza in un’Europa sempre più secolarizzata, dove la Chiesa cattolica appare indebolita e incerta.

Müller, con la sua critica, richiama la Chiesa alla sua missione primaria: proclamare la verità del Vangelo, non diluirla in un sincretismo che rischia di confondere i fedeli. La sua opposizione a una “religione universale” è un appello a resistere alle pressioni globaliste che vorrebbero una Chiesa priva di confini dottrinali, un’entità malleabile al servizio di agende esterne, incluse quelle che favoriscono un’espansione islamica incontrollata.

Un sostegno necessario per il futuro della Chiesa

Le parole di Müller non sono solo un monito, ma una guida per il prossimo Conclave. Il cardinale sottolinea che “ogni papa è successore di Pietro, non del predecessore”, un invito a rompere con la deriva progressista di Francesco e a scegliere un pontefice che riporti la Chiesa alla sua identità teologica. La sua preoccupazione per l’islamizzazione è fondata: in un’Europa dove le comunità musulmane crescono rapidamente, una Chiesa che si limita ad accogliere senza rischia di diventare un’appendice di un progetto multiculturale che non le appartiene.

Sostenere Müller significa difendere la Chiesa come baluardo della fede cattolica, non come strumento di un dialogo che, se mal gestito, può portare alla sua dissoluzione. Il Conclave di maggio 2025 deve ascoltare questo appello: il futuro della Chiesa dipende dalla capacità di resistere all’islamizzazione e di riaffermare la centralità del Vangelo. Müller, con la sua fermezza, è una voce che non possiamo ignorare.

Ultimatum del cardinale Muller al Conclave: non eleggete un islamofilo ultima modifica: 2025-04-24T11:37:15+00:00 da V
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By V aprile 24, 2025 11:37
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2 Comments

  1. Steobaldo aprile 24, 13:36

    la chiesa di Roma come tutte le cose umane prima o poi sparirà anzi è incredibile come sia potuta tirare avanti per 2000 anni

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    • MAESTROJOSEMARIA aprile 24, 15:40

      cose umane ??? incedibile come vi esprimiate cosi per la chiesa e non dite nulla per i muslim che ci stanno impestando
      Bergoglio è stata una macchia indelebile per la chiesa , e no possiamo confondere il fango con la acqua

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