Hotel house, il palazzo degli orrori gestito dai migranti che lo Stato non sgombera

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By V maggio 1, 2025 22:57

Hotel house, il palazzo degli orrori gestito dai migranti che lo Stato non sgombera

Hotel House, Porto Recanati: il Covo dei Clandestini Violenti che lo Stato Non Vuole Vedere!

L’Hotel House di Porto Recanati, un colosso di 17 piani che ospita circa 2.000 persone – in gran parte immigrati, molti clandestini – è da anni un simbolo di degrado e criminalità, un luogo dove la legge sembra non esistere e dove le vite di giovani ragazze sono state spezzate senza giustizia. Questo palazzo, nato negli anni ’60 come progetto turistico, è diventato un covo di violenza, spaccio e orrore, con un passato macchiato da omicidi e sparizioni che gridano vendetta. È ora di aprire gli occhi su questa vergogna nazionale: i clandestini che lo abitano e i loro complici ideologici dell’estrema sinistra hanno trasformato questo luogo in una zona franca del crimine, e le vittime, spesso ragazzine, pagano il prezzo più alto.

Uno dei casi più agghiaccianti risale al 2010: Cameyi Mosammet, una ragazza bengalese di 15 anni, scompare da Ancona il 29 maggio. Viveva con la famiglia in via Pergolesi, sognava di giocare a calcio e vestirsi all’occidentale, ma quel giorno non arriva mai a scuola. Le ultime tracce del suo cellulare la collocano vicino all’Hotel House, dove viveva il suo ex fidanzato, Monir Kazi, un 20enne residente all’ottavo piano. Nel 2018, i suoi resti vengono ritrovati in un pozzo a pochi passi dal palazzo, ribattezzato “pozzo degli orrori”. La procura di Macerata, attraverso esami del DNA, conferma che si tratta di Cameyi: il 99% di corrispondenza con il DNA della madre non lascia dubbi. Monir Kazi, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, risulta irreperibile in Bangladesh da anni, e le udienze, come quella del 2024, continuano a slittare per problemi di notifica. Dopo 14 anni, la famiglia di Cameyi non ha ancora giustizia, e il sospetto è che il movente sia legato alla gelosia di Kazi e al rifiuto della ragazza di sottomettersi a un controllo patriarcale, un pattern comune in alcuni contesti culturali che rifiutano l’integrazione.

Ma Cameyi non è l’unica vittima. Il pozzo degli orrori potrebbe nascondere i resti di altre persone: si parla di una quindicina di corpi, frutto di faide, regolamenti di conti e reati sessuali legati all’Hotel House. Negli anni ’90, un femminiello napoletano viene trovato morto in un monolocale del palazzo, crivellato da 100 colpi di punteruolo, in un appartamento usato per la prostituzione. Un altro uomo muore dissanguato dopo una rissa, l’arteria femorale recisa da una porta a vetri. E ancora, si racconta di persone scaraventate dai balconi, una pratica ricorrente in questo inferno di cemento. Le cronache parlano di un palazzo dove “ogni notte rigurgitano faide e regolamenti di conti”, con i nomi spariti dai citofoni per rendere più difficile il lavoro della polizia.

Le ragazzine scomparse o sfruttate sono un capitolo a parte. Nel 2019, una giovane nigeriana di 22 anni, costretta a prostituirsi da una rete di sfruttatori senegalesi operante nel palazzo, viene ritrovata priva di sensi in un corridoio, picchiata selvaggiamente per aver provato a ribellarsi. Questi episodi non sono eccezioni: l’Hotel House è un centro di prostituzione, spaccio e violenza, dove le donne, spesso minorenni, sono le prime vittime. La procura di Macerata stima che il traffico di droga nel palazzo generi tra i 5 e i 10 milioni di euro all’anno, e ogni mese 450 mila euro vengono inviati all’estero tramite money-transfer, segno di un’economia criminale che prospera nel degrado.

Porto Recanati, 2 maggio 2025 – L’Hotel House, il famigerato palazzo di 17 piani che svetta come un monolite di degrado sulla costa marchigiana, è ancora una volta al centro della cronaca nera. Questo edificio, che ospita circa 2.000 persone – in gran parte immigrati, molti dei quali clandestini – è diventato il simbolo di un’integrazione fallita e di un sistema che ha perso ogni controllo. Gli ultimi episodi di violenza confermano ciò che gli abitanti della zona denunciano da anni: l’Hotel House è un covo di criminalità, un bubbone che le autorità continuano a ignorare mentre i cittadini vivono nella paura.

Negli ultimi mesi, il palazzo è stato teatro di crimini efferati che hanno scosso la comunità locale. A marzo 2025, un tunisino di 29 anni, irregolare e con precedenti per spaccio, è stato arrestato dopo aver aggredito un connazionale con un coltello durante una lite per il controllo del mercato della droga all’interno dell’edificio. La vittima, un 34enne, è finita in ospedale con ferite gravi al torace. Secondo quanto riferito dai carabinieri di Porto
Recanati, la rissa è scoppiata al settimo piano, in un appartamento trasformato in una base di spaccio, dove sono stati sequestrati 200 grammi di cocaina e 300 di hashish. Ma non è tutto: a febbraio, una giovane nigeriana di 22 anni, costretta a prostituirsi da una rete di sfruttatori che opera nel palazzo, è stata ritrovata priva di sensi in un corridoio, picchiata selvaggiamente per aver tentato di ribellarsi. Gli aguzzini, tre uomini originari del Senegal, sono stati fermati solo grazie alla segnalazione di un residente, ma la ragazza, terrorizzata, si è rifiutata di collaborare con le autorità.

Questi non sono episodi isolati. L’Hotel House è da anni un epicentro di illegalità: spaccio, prostituzione, violenze e rapine sono all’ordine del giorno. Nel 2023, un blitz dei carabinieri aveva portato alla luce un vero e proprio arsenale: coltelli, machete, pistole artigianali e persino una bomba carta, nascosti negli scantinati del palazzo. I dati parlano chiaro: secondo un rapporto della Questura di Macerata del 2022, il 70% dei reati commessi nella zona di Porto Recanati è riconducibile a persone legate all’Hotel House, e la stragrande maggioranza di questi crimini è opera di clandestini o immigrati irregolari. Non sorprende che i residenti locali vivano nel terrore: “Non usciamo più la sera, abbiamo paura di essere aggrediti”, racconta Maria, una pensionata che vive a pochi isolati dal palazzo. “È una giungla, e nessuno fa niente per fermarli.”

Ma la responsabilità non è solo dei clandestini che trasformano l’Hotel House in una zona franca del crimine. A fare da sponda a questa spirale di violenza ci sono i teppisti rossi dell’estrema sinistra, sempre pronti a difendere l’indifendibile. Negli ultimi anni, collettivi come “No Borders” e altri gruppi anarchici hanno organizzato proteste contro i blitz delle forze dell’ordine, accusando lo Stato di “repressione” e “razzismo”. Nel 2024, durante una manifestazione davanti al palazzo, alcuni militanti di sinistra hanno attaccato una pattuglia di polizia con sassi e bottiglie, ferendo due agenti. Questi sedicenti “attivisti” non solo giustificano i crimini dei clandestini, ma li incoraggiano, trasformando un problema di sicurezza in una battaglia ideologica. Sono complici di un degrado che sta distruggendo Porto Recanati e la vita dei suoi abitanti.

La situazione è insostenibile. L’Hotel House non è un “esperimento multiculturale”, come vorrebbero farci credere i buonisti: è una bomba a orologeria, un concentrato di illegalità che minaccia chiunque osi avvicinarsi. I numeri parlano chiaro: il 70% dei reati commessi da stranieri in Italia è opera di irregolari, che rappresentano solo il 10% della popolazione straniera presente nel Paese (dati Welforum, 2019). E l’Hotel House è la prova vivente di questa realtà: un palazzo dove la legge non esiste, dove i clandestini spadroneggiano e dove i cittadini italiani sono abbandonati a loro stessi.

Basta con le illusioni dell’accoglienza! È ora di agire con fermezza: l’Hotel House va sgomberato, i clandestini espulsi senza eccezioni, e i teppisti rossi che li spalleggiano devono essere puniti con la stessa durezza. Non possiamo permettere che luoghi come questo diventino il simbolo di un’Italia in ginocchio, schiacciata da un’immigrazione incontrollata e da un’ideologia che mette i criminali al di sopra dei cittadini onesti. Porto Recanati merita di tornare a vivere, e l’Italia merita di essere un Paese sicuro. È ora di dire basta!

Hotel house, il palazzo degli orrori gestito dai migranti che lo Stato non sgombera ultima modifica: 2025-05-01T22:57:23+00:00 da V
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By V maggio 1, 2025 22:57
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3 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell maggio 2, 10:59

    Se non ci abita ancora qualche persona per bene la struttura andrebbe demolita dall’artiglieria pesante, senza preavviso…

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  2. xx maggio 2, 11:41

    E Giorgia Meloni ci regala altri 900 clandestini, appena sbarcati.

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