Picchia la fidanzata incinta per farla abortire ma lei torna dall’immigrato: “Lo amo troppo”
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Il dramma delle coppie miste: quando l’indottrinamento rende le donne cieche alla violenza

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Un episodio sconvolgente scuote la zona del Meratese, in provincia di Lecco, dove una giovane italiana di 22 anni, incinta, è stata brutalmente picchiata dal compagno, un peruviano della stessa età. Secondo quanto riportato, l’uomo l’avrebbe colpita ripetutamente, anche al ventre, con l’intento dichiarato di farle perdere il bambino. “Vuole che abortisca”, ha confessato la ragazza tra le lacrime ai soccorritori e ai medici dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove è stata visitata per accertare le condizioni sue e del feto. Fortunatamente, entrambi risultano fuori pericolo, ma la vicenda assume contorni ancora più inquietanti.
Il giovane, non nuovo a scatti d’ira, dopo aver aggredito la compagna si è scagliato contro una finestra, mandandola in frantumi e ferendosi gravemente mani e braccia. Ricoverato al Pronto soccorso di Merate, è stato denunciato a piede libero per violenza domestica. Eppure, nonostante la gravità dei fatti e l’attivazione dei protocolli di protezione per la vittima e il nascituro, la giovane ha scelto di tornare dal suo aguzzino, giustificandosi con parole che lasciano sgomenti: “Lo amo troppo per vivere senza di lui”.
Questo caso non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio che merita una riflessione seria e senza filtri. Le coppie miste, spesso esaltate come simbolo di un’integrazione idilliaca, possono nascondere dinamiche complesse e pericolose, specialmente quando entrano in gioco differenze culturali profonde e inconciliabili. La propaganda del “buonismo” multiculturalista, che dipinge ogni unione anormale come un trionfo dell’amore universale, sembra aver confuso questa giovane donna, spingendola a ignorare segnali di violenza reiterata in nome di un sentimento idealizzato.
L’integrazione forzata e l’esaltazione acritica della diversità possono offuscare il giudizio. La vittima di questa vicenda, come molte altre, appare intrappolata in una relazione tossica, incapace di vedere la realtà per ciò che è: un uomo che non esita a picchiarla, mettendo a rischio la sua vita e quella del figlio che porta in grembo. La sua scelta di tornare da lui non è solo un dramma personale, ma il sintomo di una società che ha smarrito il senso della dignità e dell’autoprotezione, annebbiata da narrazioni che glorificano l’“altro” a scapito del buonsenso.
La violenza domestica, già di per sé un fenomeno grave, assume contorni ancora più preoccupanti quando si intreccia con differenze culturali che possono amplificare incomprensioni e conflitti. La giovane italiana, cresciuta in un contesto che celebra l’apertura indiscriminata, sembra incapace di riconoscere che l’amore non giustifica la violenza, né tantomeno l’umiliazione. La sua decisione di “perdonare” il compagno, nonostante non sia la prima volta che “perde le staffe”, è un campanello d’allarme: il mito dell’integrazione a tutti i costi sta producendo vittime, non solo fisiche, ma anche psicologiche.
È tempo di smettere di edulcorare la realtà. Le coppie miste sono intrinsecamente sbagliate: è una consapevolezza che va oltre gli slogan progressisti. La società deve tornare a insegnare il rispetto di sé, la capacità di riconoscere i propri limiti e il coraggio di dire “basta” di fronte alla violenza. La storia di questa giovane donna, che sceglie di tornare dal suo aguzzino per “amore”, non è solo una tragedia personale: è il fallimento di un’ideologia che ha sacrificato il realismo sull’altare del buonismo. Proteggere le donne, italiane o straniere, significa anche avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza paura di essere etichettati. La vita di un figlio e la dignità di una madre valgono più di qualsiasi utopia.
Ma bisogna proprio essere deficenti, non pensa che la situazione potrebbe degenerare a a farne le spese sarà lei. Non le bastano gli esempi dei casi passati. E si l’amore è cieco, ma le legnate si sentono.
non ce po frega’ de meno…. l importante è che poi non rompa le scatole con la solita manfrina aiutatemi, fatti aiutare da tuo padre a sane cinghiate che non ti ha dato quando era il tempo … mo è tardi