Giovani africani dal Corvetto ai Navigli per stuprare le cameriere
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Navigli, gli esercenti tendono a non assumere più ragazze perché molti ragazzotti, molti clienti, hanno spesso un malinteso rapporto culturale con le donne (diciamo così) e tendono a molestarle.
**Milano Sotto Assedio: L’Immigrazione e il Pericolo dei Giovani di Seconda Generazione**
Milano, il Corvetto e le altre periferie islamiche sono le loro basi ma è il centro città che offre loro la possibilità di rapinare e stuprare, come dimostra il Capodanno in Piazza Duomo.
L’inseguimento di otto chilometri, culminato nella morte di Ramy Elgaml, è iniziato a nord del centro, dove i giovani criminali, con in tasca bottino e armi, si muovono indisturbati. In Corso Como, i negozianti pagano per la loro sicurezza con vigilantes privati, non solo per sedare le risse ma per proteggersi da un fenomeno criminale che sembra dilagare senza controllo.
Ma non parliamo solo di microcriminalità; Milano è diventata un campo di battaglia dove le donne sono costrette a evitare il lavoro nei locali per paura di molestie sessuali da parte di giovani nordafricani, la cui educazione culturale sembra non contemplare il rispetto per il genere femminile.dignità.
### Tabella dei Reati Commessi da Immigrati a Milano
| **Tipo di Reato** | **Percentuale Immigrati Coinvolti** |
|—————————|————————————-|
| **Microcriminalità** | 62% |
| **Violenza Sessuale** | 67% |
| **Furti** | 79% |
| **Rapine** | 69% |
Questi numeri non sono casuali. Il 20% della popolazione urbana, costituita principalmente da immigrati e loro discendenti, è responsabile di una percentuale sproporzionatamente alta dei crimini. La propensione al crimine tra questa fascia della popolazione è allarmante, e il problema si aggrava con gli immigrati di seconda generazione, che spesso mostrano una disconnessione con i valori e le leggi del paese che li ospita.
Si parla di giovani che, anziché integrarsi e contribuire alla società italiana, vedono nell’Italia un paese dei balocchi dove ottenere senza sforzo. Non c’è interesse nel fare quei lavori che “gli italiani non vogliono più fare”; c’è solo l’intenzione di ottenere, spesso con la forza, ciò che desiderano. Le baby gang, sebbene più organizzate, sono un fenomeno diverso, legato a gruppi latinos in periferia, ma il problema della criminalità giovanile è universale tra le comunità immigrate.
Le notti milanesi sono diventate insicure, non solo per i residenti ma per chiunque osi uscire. Le donne che lavorano nei locali sono le prime vittime di questa nuova realtà, dove il rispetto per l’altro sesso è spesso ignorato. I quartieri, un tempo vivaci e sicuri, ora sono sotto il giogo di una criminalità diffusa, dove chi vive onestamente si trova a dover “integrarsi” in un ambiente deturpato dalla delinquenza.
È un’emergenza che richiede intervento immediato. Non possiamo permettere che Milano, e l’Italia intera, diventino terra di nessuno per chi non rispetta le nostre leggi e la nostra cultura. È tempo di ripensare le nostre politiche di immigrazione, di integrazione e, soprattutto, di sicurezza, prima che il tessuto sociale della nostra nazione venga irrimediabilmente strappato.
Visto che non si vuole castrare meccanicamente i baluba per farli stare buoni perchè allora non castriamo sempre meccanicamente i sinistri che li difendono e giustificano a spada tratta?
Magari funziona, si spezza il circolo vizioso e se ne vanno tutti in africa a respirare l’odore di merda che li fa stare tanto bene…
Le donne che vogliono l’accoglienza e i porti aperti che ne pensano?
Ci vogliono i lanciafiamme!