La ‘ragazza’ di Ramy e il leader islamico contro i carabinieri: “Chi ha sbagliato paghi”

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By V novembre 29, 2024 19:45

### La Verità Scomoda di Ramy

Aly Harhash: “Se c’è qualcuno che ha sbagliato – ha aggiunto – paghi”. L’unico che ha sbagliato è stato il tuo ex fidanzato. E ha già pagato, con la vita. L’altro che ha sbagliato no, purtroppo.

La morte di Ramy Elgaml a Milano ha sollevato un polverone di accuse e richieste di giustizia, ma dietro questa cortina di fumo, la realtà dei fatti è chiara e incontrovertibile: Ramy stava fuggendo da un posto di blocco dei carabinieri, con lui c’era un altro delinquente alla guida dello scooter, e tra i loro averi, mille euro e una collana, oggetti che suggeriscono chiaramente attività illecite.

La fidanzata di Ramy, Neda, insieme al capo della comunità egiziana, Aly Harhash, hanno tentato di dipingere una narrativa alternativa, chiedendo “giustizia e verità” in un video che sembra più una messinscena di propaganda che una sincera ricerca di risposte. “Non vogliamo niente, non cerchiamo soldi, niente, vogliamo solo giustizia e verità,” ha detto Neda, ma questa affermazione suona vuota quando si confronta con l’evidenza dei fatti.

Neda descrive Ramy come un giovane lavoratore, che si alzava presto e tornava stanco, ma questa immagine idilliaca non spiega perché fosse in fuga dai carabinieri, perché aveva addosso mille euro e una collana, e perché si trovava in compagnia di un altro individuo con un passato criminale. Lei stessa ammette che “anche Ramy ha fatto i suoi errori,” ma il tono è troppo leggero per la gravità dell’accaduto.

Questa richiesta di giustizia e verità non è altro che un tentativo di manipolare l’opinione pubblica, di dipingere un giovane dalla vita sregolata come una vittima innocente. Il presidente della comunità egiziana, Aly Harhash, nel promuovere questo video, mostra un’estremismo che rifiuta di riconoscere la semplice verità dei fatti. Invece di accettare che Ramy era coinvolto in attività dubbie, si punta il dito contro i carabinieri, suggerendo implicitamente che l’autorità stessa potrebbe essere responsabile della morte del giovane invasore.

La giustizia non è un gioco dove si punta a chi ha sbagliato, ma un processo che cerca di stabilire la verità attraverso i fatti, e i fatti in questo caso sono inequivocabili. Ramy non era un angelo caduto vittima di un destino crudele; era un giovane che ha scelto di partecipare in un atto criminale, una scelta che gli è costata la vita. Chiedere giustizia non significa ignorare la responsabilità personale, né cercare di manipolare la narrativa per ottenere un risultato prefissato.

Questa vicenda non riguarda solo la morte di un piccolo delinquente islamico, ma anche l’uso distorto di sentimenti di comunità per giustificare o coprire comportamenti criminali, un’estremismo che mette in discussione non solo l’autorità ma l’integrità di chi cerca di far luce sulla verità.

La ‘ragazza’ di Ramy e il leader islamico contro i carabinieri: “Chi ha sbagliato paghi” ultima modifica: 2024-11-29T19:45:04+00:00 da V
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By V novembre 29, 2024 19:45
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 29, 20:50

    Giustizia è già stata fatta, la ragazza non può capire perchè ha la stessa tara della signora Cucchi…

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  2. WLMHH8 novembre 29, 21:41

    Beh il lato positivo e’ che abbiamo un delinquente in meno!

    Ma tornassero tutti in egitto!

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