Giudice contro toghe rosse: “95% richiedenti asilo è clandestino da espellere”
Related Articles
Un giudice rompe il fronte pro migranti. “Flussi da fermare alla fonte”
L’enorme aumento dei fascicoli giudiziari riguardanti i richiedenti asilo non è conseguenza delle politiche del governo, ma piuttosto una diretta derivazione dell’immigrazione irregolare fuori controllo. Questo è quanto afferma Guido Vannicelli, presidente della sezione immigrazione del tribunale civile di Milano, in un’intervista all’AGI che getta nuova luce sulla crisi in corso.
Vannicelli critica apertamente la situazione attuale, in cui molti giudici hanno contestato le politiche governative sull’immigrazione, sostenendo che il vero problema risiede altrove: «Se non si interviene alla radice per fermare i flussi migratori, creando condizioni nei paesi di origine che impediscano l’esodo, questa migrazione massiccia sarà sempre ingovernabile».
Il giudice sottolinea l’inefficacia della “procedura accelerata” per l’espulsione degli immigrati irregolari, destinata comunque a essere sostituita da una normativa europea che stabilirà una lista di paesi sicuri, rendendo tale procedura standard. Questo, secondo Vannicelli, porrà termine alle discrepanze nelle decisioni giudiziarie italiane, che attualmente spesso disapplicano tali regole.
La sezione del tribunale di Milano, sotto la guida di Vannicelli, si trova quotidianamente a gestire un flusso incessante di ricorsi da parte di immigrati che, consigliati da chi organizza i loro viaggi e dagli avvocati finanziati da Soros, dichiarano immediatamente il desiderio di chiedere asilo per evitare l’espulsione. Tuttavia, queste domande, spesso basate su motivazioni economiche non riconosciute dalla Convenzione di Ginevra, vengono respinte. «Quasi il 95% di queste richieste viene rigettato dalle Commissioni territoriali, ma poi gli stranieri ricorrono in tribunale, sommergendo il sistema giudiziario», spiega Vannicelli.
L’introduzione del giudizio d’appello, criticata da alcuni come un ulteriore ostacolo alla gestione rapida dei casi, non avrà, secondo Vannicelli, un impatto significativo: «È sostanzialmente ininfluente. L’appello permetterà una decisione più rapida in primo grado, mentre la complessità si sposterà in appello.»
La conclusione è chiara: i clandestini non dovrebbero neanche avere il diritto di presentare domande di asilo, né tantomeno di fare appello contro le decisioni negative. Questo sistema attuale non solo sovraccarica i tribunali ma mina la capacità dello Stato di gestire l’immigrazione in modo ordinato e legale.
Ricapitolando: se io maschio bianco etero varco un confine nazionale senza passaporto mi respingono affanculo, se sono un baluba invece mi danno il culo e un reddito di cittadinanza: a me sembra una forma di discriminazione su base melaninica, che non verrà mai riconosciuta dai cazzoni eurocrati…
Occhio al culo, giudice Vannicelli, che i tuoi colleghi ti fottono!