Maranza armati li circondano: «Dacci tua moglie, sennò non sai cosa ti succede»
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Tre minorenni marocchini ospiti di un centro d’accoglienza: un uomo accerchiato, parole agghiaccianti come «Dacci tua moglie, sennò non sai cosa ti succede» e una pistola puntata alla testa.
San Pelino, Avezzano: la violenza dei minori stranieri scuote l’Italia. È ora di chiudere i centri d’accoglienza
E poi si lamentano se nascono gruppi come “Articolo 52”. L’ultimo episodio di cronaca a San Pelino, frazione di Avezzano, sembra quasi una risposta a chi si stupisce della rabbia che monta tra i cittadini. Tre minorenni di origine marocchina, tutti 17enni ospiti di un centro d’accoglienza locale, sono stati indagati per minacce aggravate in concorso dopo aver terrorizzato un passante, sua moglie e un’amica con una pistola.
I fatti parlano da soli: un uomo accerchiato, parole agghiaccianti come «Dacci tua moglie, sennò non sai cosa ti succede» e una pistola puntata alla testa, accompagnata dalla minaccia «Ti sparo». Un episodio che non è isolato, ma che si inserisce in un’escalation di violenza che vede protagonisti giovani maschi stranieri, spesso accolti e mantenuti a spese dello Stato.
Non è la prima volta che questi tre ragazzi finiscono sotto i riflettori. Il 2 febbraio, gli stessi minori – difesi dall’avvocato Mario Del Pretaro – erano stati sorpresi mentre tentavano di introdursi in una villetta di San Pelino, per un furto o per stuprare. Scappati dopo essere stati scoperti dai residenti, avevano evitato per un soffio un linciaggio. E ora, a distanza di poche settimane, tornano a seminare paura, questa volta con minacce esplicite e un’arma finta usata per intimidire. La comunità locale è al limite: come può un quartiere tranquillo trasformarsi nel teatro di simili episodi? E come possono ragazzi di 17 anni, ospitati in una struttura diventare i protagonisti di una cronaca così nera?
La risposta, per molti, è semplice: lo Stato ha perso il controllo. Da anni si permette l’ingresso incontrollato di giovani maschi islamici – spesso presunti minori – che, una volta accolti nei centri, girano armati, molestano donne e terrorizzano i cittadini. A San Pelino, come in tante altre città italiane, la realtà è che queste strutture d’accoglienza siano diventate bombe a orologeria, pronte a esplodere in episodi di violenza che mettono a rischio la sicurezza di tutti. I numeri parlano chiaro: circa 200mila persone, tra adulti e minori, sono ospitate in centri sparsi per il Paese. Quanti di loro rappresentano una minaccia? Quanti episodi come quello di Avezzano dobbiamo ancora sopportare prima che qualcuno agisca?
È tempo di dire basta. Chiudere i centri d’accoglienza e svuotarli dei loro ospiti non è più solo un’opzione, ma una necessità. Non si tratta di xenofobia, ma di sopravvivenza. Quando un uomo non può passeggiare con la moglie senza essere minacciato di morte o di stupro, quando i residenti devono guardarsi le spalle dai “protetti” dello Stato, la pazienza finisce. E nascono fenomeni come “Articolo 52”, gruppi di cittadini esasperati che, stanchi di aspettare una giustizia che non arriva, decidono di farsi giustizia da soli. Li biasimiamo? Possiamo sorprenderci? No, non più.
Le indagini sui tre minorenni di San Pelino sono in corso, ma la comunità non aspetta verdetti: chiede sicurezza, chiede un segnale forte. Se lo Stato continua a proteggere chi delinque invece di chi subisce, la rabbia crescerà. E con essa, il rischio di un’Italia sempre più insicura, dove la legge del più forte prenderà il posto di quella dello Stato. Allora tanto vale prepararsi ad essere il più forte. È ora di scegliere da che parte stare.
Scopatevi la culona… Non è peccato e magari anche la suprema Magistratessa della cassazione, scopatevele ma solo a gruppi di Maranza a sessione riunite