Terroristi rossi contro Tesla, l’uomo di Musk in Italia Andrea Stroppa sotto scorta
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Un attentato incendiario ha scosso Roma nella notte del 31 marzo 2025, quando il Tesla Center di via Serracapriola, nella zona est della capitale, è stato colpito da un rogo doloso che ha distrutto 16 vetture elettriche del marchio statunitense. A seguito di questo episodio, Andrea Stroppa, considerato il principale referente in Italia di Elon Musk, è stato posto sotto scorta. La decisione, riportata da diverse testate giornalistiche e confermata da fonti qualificate, è stata adottata nei giorni successivi all’attacco, nell’ambito di un’inchiesta per terrorismo aperta dalla Procura di Roma. Ma cosa è successo esattamente e quali sono le implicazioni di questo evento?
L’Attentato al Tesla Center
Il rogo è divampato poco prima dell’alba del 31 marzo, in una concessionaria Tesla situata in un’area periferica della città, tra capannoni industriali e abitazioni. Le fiamme, propagatesi rapidamente, hanno ridotto in cenere 16 auto esposte nel parcheggio, causando danni ingenti anche a una pensilina e alla facciata degli uffici adiacenti. I vigili del fuoco, intervenuti con due autobotti, hanno lavorato per ore per domare l’incendio, mentre la polizia scientifica ha subito avviato i rilievi per accertare le cause. Sin dalle prime ore, l’ipotesi del dolo è apparsa la più accreditata: gli investigatori hanno rinvenuto tracce di inneschi in più punti del parcheggio, suggerendo un’azione pianificata e mirata.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che l’attentato potrebbe avere una “matrice anarchica antagonista”, un’ipotesi rafforzata dal contesto di crescenti tensioni attorno alla figura di Elon Musk, proprietario di Tesla e sempre più influente nel panorama politico globale, specie dopo il suo legame con l’amministrazione Trump. Lo stesso Musk ha reagito all’episodio su X, definendolo un “atto terroristico” e ricevendo la solidarietà del vicepremier Matteo Salvini, che ha condannato “l’odio ingiustificato” contro il magnate e la sua azienda.
Andrea Stroppa Sotto Scorta
Andrea Stroppa, analista informatico e figura chiave nei rapporti tra Musk e l’Italia, è finito al centro dell’attenzione dopo l’attentato. Considerato il “braccio destro” del miliardario americano nel nostro Paese, Stroppa ha accompagnato Musk in incontri istituzionali e ha rappresentato gli interessi di Tesla e SpaceX in tavoli strategici. La sua vicinanza al tycoon, unita al clima di ostilità verso Musk – alimentato sia dalle sue posizioni politiche che dal suo ruolo di simbolo del “capitalismo verde” – sembra averlo reso un bersaglio potenziale.
Secondo quanto riportato la decisione di assegnargli una scorta è stata presa nei giorni successivi al rogo, dopo una valutazione del rischio condotta dalle autorità. Fonti qualificate hanno confermato la misura di protezione, inserita nel contesto dell’inchiesta per terrorismo. Stroppa, che in passato aveva rifiutato la scorta nonostante minacce ricevute sui social, si sarebbe ora visto costretto ad accettarla, anche a causa dell’escalation di violenza culminata nell’attacco al Tesla Center. Il suo silenzio stampa dopo l’episodio lascia intravedere la delicatezza della situazione.
Le Indagini e il Contesto Globale
La Procura di Roma, che coordina le indagini, sta seguendo diverse piste. Sebbene la matrice anarchica sia stata inizialmente considerata la più probabile, alcuni elementi – come l’assenza di una rivendicazione ufficiale, tipica di azioni di questo tipo – hanno spinto gli inquirenti a esplorare scenari alternativi. Si parla di un possibile “collettivo digitale”, una rete di individui organizzati online, forse trasversali alle ideologie tradizionali, uniti dall’opposizione a Musk e al suo impero tecnologico. Questa teoria è supportata dal fatto che il rogo di Roma non è un caso isolato: nei giorni precedenti, attacchi simili hanno colpito Tesla in Francia e negli Stati Uniti, inserendosi in una campagna globale nota come “Tesla Takedown”.
In Italia, l’attentato segue una serie di episodi di vandalismo contro auto Tesla, con scritte come “Fuck Elon Musk” apparse a Roma nelle settimane precedenti. Questo clima di ostilità potrebbe essere legato sia al ruolo di Musk come sostenitore di Trump sia alle critiche di chi vede nelle sue aziende un simbolo di un progresso tecnologico elitario e controverso.
Implicazioni e Domande Aperte
L’attacco al Tesla Center e la successiva protezione di Andrea Stroppa sollevano interrogativi sulla sicurezza di figure legate a grandi aziende tecnologiche in un’epoca di polarizzazione politica e sociale. La decisione di classificare l’episodio come potenziale atto terroristico segnala un innalzamento dell’allerta, ma apre anche un dibattito: il dissenso, anche quando espresso con violenza, può essere sempre etichettato come terrorismo? E quali sono i confini tra protesta e minaccia?
Per ora, le indagini proseguono nel riserbo, mentre Stroppa, sotto scorta, diventa un simbolo involontario di questa tensione. L’Italia, che negli ultimi anni ha ospitato Musk in diverse occasioni istituzionali, si trova ora a fare i conti con le ricadute di un fenomeno globale che intreccia ideologia, tecnologia e sicurezza. Quel che è certo è che il rogo di Roma non sarà dimenticato facilmente, né da Tesla né dalle autorità, lasciando aperte molte domande su cosa accadrà dopo.
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