La morte di Papa Francesco: un pontificato controverso e l’ossessione per l’immigrazione

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By V aprile 21, 2025 10:51

La morte di Papa Francesco: un pontificato controverso e l’ossessione per l’immigrazione

La morte di una persona è sempre una tragedia. Non importa se questa persona era un cattivo maestro come Bergoglio. Anche perché, tanto, morto un Papa se ne fa un altro e al peggio non c’è mai fine. Il pontificato di Bergoglio è una occasione mancata: da italiano nipoti di italiani in Sudamerica poteva sancire un ritorno, non solo religioso. Invece è stato il contrario.

La morte di Papa Francesco: un pontificato controverso e l’ossessione per l’immigrazione

Il 21 aprile 2025, Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, si è spento a 88 anni nella sua residenza di Casa Santa Marta, in Vaticano. La notizia, comunicata dalla Sala Stampa vaticana, ha suscitato cordoglio mondiale, ma anche un inevitabile bilancio critico sul suo pontificato, durato dodici anni e segnato da un’agenda che molti ritengono sbilanciata e politicizzata, specialmente per l’insistenza quasi ossessiva sul tema dell’immigrazione. Pur rispettando la persona di Bergoglio, la cui vita è stata un esempio di umiltà e dedizione agli ultimi, questo articolo intende analizzare senza filtri le ombre del suo pontificato, che ha sacrificato la centralità dottrinale della Chiesa per inseguire una propaganda pro-migranti spesso percepita come lontana dalla missione spirituale del papato. Segue un excursus sulla vita dell’uomo, per contestualizzare il suo percorso.

La vita di Jorge Mario Bergoglio: umiltà e contraddizioni

Jorge Mario Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in una famiglia di italiani di origini piemontesi. Primogenito di cinque figli, cresce nel quartiere operaio di Flores, in un contesto modesto ma impregnato di valori cattolici, grazie soprattutto alla nonna Rosa, figura chiave nella sua formazione. Dopo il diploma come perito chimico, lavora come tecnico di laboratorio e persino come buttafuori, esperienze che ne plasmano il carattere popolare e diretto. Una grave polmonite a 21 anni, che lo porta a perdere parte di un polmone, segna la sua vocazione: entra nei gesuiti nel 1958, diventa prete nel 1969 e assume ruoli di spicco, come provinciale dei gesuiti argentini (1973-1979).

Negli anni ’90, la sua carriera accelera: vescovo ausiliare di Buenos Aires (1992), arcivescovo (1998) e cardinale (2001). A Buenos Aires si distingue per uno stile di vita austero, rifiutando privilegi e frequentando le “villas miserias”, le favelas della città. Tuttavia, il suo operato non è esente da ombre: durante la dittatura militare argentina (1976-1983), è stato accusato di ambiguità per il suo ruolo nel caso di due gesuiti sequestrati, un’ombra che lo ha seguito senza mai essere pienamente chiarita. Eletto papa il 13 marzo 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, sceglie il nome Francesco, evocando il santo della povertà, e si presenta come un pastore vicino al popolo.

Il pontificato: una Chiesa piegata alla propaganda migratoria

Il pontificato di Francesco è stato dominato da un’agenda sociale che ha spesso messo in secondo piano la missione spirituale della Chiesa. Fin dal viaggio a Lampedusa nel 2013, il papa ha fatto dell’immigrazione il pilastro del suo magistero, con un’insistenza che molti fedeli e osservatori hanno giudicato eccessiva e ideologicamente orientata. Encicliche come Fratelli tutti (2020), discorsi come quello del 28 agosto 2024 (“Respingere i migranti è un peccato grave”) e appelli per corridoi umanitari hanno trasformato il Vaticano in una sorta di ONG globale, più concentrata sull’accoglienza indiscriminata che sulla difesa della fede cattolica.

Questa linea ha generato profonde divisioni. Critici come il cardinale Raymond Burke e intellettuali cattolici tradizionali, tra cui Roberto de Mattei, hanno accusato Francesco di aver abbandonato la centralità della dottrina per un’agenda progressista, vicina a élite globaliste e lontana dai bisogni spirituali dei fedeli. La sua condanna di muri e respingimenti, spesso accompagnata da frecciate a leader come Matteo Salvini o Donald Trump, ha fatto percepire il papa come un attore politico più che come una guida religiosa. L’immigrazione è stata elevata a dogma, trascurando questioni altrettanto urgenti: il declino della pratica religiosa in Occidente, la crisi delle vocazioni, la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e Asia. Persino la difesa della famiglia tradizionale, pilastro del magistero cattolico, è apparsa marginalizzata rispetto alla retorica migratoria.

L’esortazione Amoris laetitia (2016) ha ulteriormente alimentato le critiche, con ambiguità sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati che hanno aperto una frattura con i settori conservatori. La gestione del Sinodo sull’Amazzonia (2019) e il controverso “Patto delle Catacombe” hanno rafforzato l’immagine di un papa incline a un sincretismo religioso e a un progressismo che ha disorientato molti cattolici. La sua insistenza sull’ecologia e sull’immigrazione, pur radicata nel Vangelo, è stata percepita come un cedimento a priorità secolari, con il rischio di ridurre la Chiesa a un’organizzazione umanitaria priva di trascendenza.

Un’eredità divisiva

La morte di Papa Francesco chiude un capitolo complesso. La sua umanità, il suo sorriso, la sua vicinanza ai poveri restano un esempio luminoso, ma il suo pontificato ha pagato il prezzo di un’agenda sbilanciata. L’ossessione per l’immigrazione, spesso declinata in termini più politici che pastorali, ha alienato una parte del gregge cattolico, alimentando un senso di smarrimento in un’epoca già segnata da crisi di fede. La Chiesa che lascia è più frammentata di quella che ha trovato, con sfide che il prossimo papa dovrà affrontare con maggiore equilibrio tra carità e verità dottrinale. Bergoglio, l’uomo, merita rispetto per la sua coerenza e sacrificio; Francesco, il papa, resta un leader che ha scelto di parlare più al mondo che ai fedeli, con conseguenze che il tempo giudicherà.

La morte di Papa Francesco: un pontificato controverso e l’ossessione per l’immigrazione ultima modifica: 2025-04-21T10:51:23+00:00 da V
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By V aprile 21, 2025 10:51
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell aprile 21, 10:57

    L’augurio è che il prossimo sia un Papa vero Cattolico e non un altro massone sotto copertura affinchè si possa rimediare alla catastrofe causata dall’ultimo…

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    • lorenzoblu aprile 21, 11:20

      quoto e poichè non siamo razzisti ma ci stanno sui cojotes i froci e i negri di merda che vengono qui a stuprare a rubare e a spacciare e a rompere los cojotesi alla povera gente e non ai magistraminkia che girano con plotoni di guardie armate a nostre spese e
      soprattutto affinchè si rimetta la barra a dritta e si ritorni alla vera chiesa di Cristo, ci sta benissmo anzi no, meglio, lo auspichiamo che il prossimo papa sia NERO, giustappunto e non negro a me starebbe benissimo il caridnale Robert SARAH è stato fatto cardinale dal vero papa Benedetto XVl e quindi è nelal vera continuità con Cristo, la falsa chiesa, quella che non paice a DIO, cosi come detto dalla Emmerik speriamo sia davvero finita, e dalle sue previsioni sembrerebbe che la falsa chiesa sia quella dei papi, sono entrambi morti, per cui si spera che lo Spirito Santo non ci imponga ulteriori prove e che ci riporti un vero papa sullo scranno di Pietro magari con nome di Benedetto XVll
      comunque vi invito a pregare anche per bergoglio, io l ho fatto, per davvero , alla fine è Dio che ci giudichera’ nella Sua perfezione!

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