Il monito di Papa Leone XIV: non migrate dalle vostre terre
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Durante l’udienza per il Giubileo delle Chiese Orientali, Papa Leone XIV
“I cristiani orientali e latini che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle.
Ai cristiani va data la possibilità, non solo a… pic.twitter.com/YAHdFZKgCJ
— Francesca Totolo (@fratotolo2) May 14, 2025
I cristiani in Medio Oriente: da maggioranza a minoranza oppressa, l’appello di Papa Leone XIV
Durante l’udienza per il Giubileo delle Chiese Orientali, Papa Leone XIV ha rivolto un accorato appello alla comunità internazionale, richiamando l’attenzione sulla drammatica situazione dei cristiani in Medio Oriente. “I cristiani orientali e latini che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle,” ha dichiarato il Pontefice, sottolineando la loro resilienza di fronte a persecuzioni, discriminazioni e instabilità. “Ai cristiani va data la possibilità, non solo a parole, di rimanere nelle loro terre con tutti i diritti necessari per un’esistenza sicura. Vi prego, ci si impegni per questo!”
Un passato di centralità, un presente di marginalizzazione
Fino a poche generazioni fa, i cristiani rappresentavano la quasi totalità della popolazione in molte regioni del Medio Oriente, come in Italia fino a venti anni fa. Erano il cuore pulsante di società plurali, custodi di tradizioni millenarie e protagonisti della vita culturale, economica e politica. In paesi come Iraq, Siria, Libano ed Egitto, le comunità cristiane non erano solo numericamente rilevanti, ma costituivano un pilastro fondamentale dell’identità regionale. Le loro chiese, i loro monasteri e le loro scuole erano centri di sapere e dialogo interreligioso, contribuendo a un mosaico di convivenza con musulmani, ebrei e altre minoranze.
Oggi, tuttavia, la situazione è radicalmente cambiata. I cristiani in Medio Oriente sono diventati una minoranza sempre più esigua e oppressa. Guerre, conflitti settari, persecuzioni religiose e crisi economiche hanno spinto centinaia di migliaia di fedeli a emigrare verso l’Europa, l’America o l’Australia. In Iraq, ad esempio, la popolazione cristiana è passata da circa 1,5 milioni negli anni ’90 a meno di 200.000 oggi. In Siria, le comunità cristiane, già decimate dalla guerra civile, continuano a lottare per la sopravvivenza. Anche in Libano, tradizionalmente un baluardo del cristianesimo mediorientale, l’esodo dei giovani cristiani sta riducendo drasticamente la loro presenza.
Le cause di un declino drammatico
Le ragioni di questa crisi sono molteplici. I conflitti armati, come quelli in Iraq e Siria, hanno colpito duramente le comunità cristiane, spesso percepite come “estranee” o vulnerabili in contesti di polarizzazione religiosa. Gruppi estremisti, come l’ISIS, hanno preso di mira i cristiani con atti di violenza brutale, distruggendo chiese, villaggi e costringendo intere famiglie alla fuga. Anche nei paesi relativamente stabili, come l’Egitto, i cristiani copti affrontano discriminazioni sistematiche, attacchi sporadici e limitazioni nei diritti civili.
A ciò si aggiungono le difficoltà economiche e politiche. In molti stati mediorientali, i cristiani lamentano di essere esclusi dalle opportunità lavorative, emarginati nei processi decisionali e privi di tutele legali adeguate. La mancanza di sicurezza e prospettive future spinge soprattutto i giovani a cercare altrove un avvenire migliore, svuotando le comunità di energie vitali.
L’appello di Papa Leone XIV: un invito all’azione
Papa Leone XIV, con le sue parole, non si limita a denunciare questa crisi, ma lancia un invito concreto: garantire ai cristiani del Medio Oriente il diritto di restare nelle loro terre. Questo diritto non si traduce solo nella protezione fisica, ma in un impegno globale per assicurare libertà religiosa, uguaglianza davanti alla legge, accesso all’istruzione e al lavoro, e la possibilità di praticare la propria fede senza timore. Il Pontefice ha esortato governi, organizzazioni internazionali e comunità religiose a collaborare per creare condizioni che permettano ai cristiani di prosperare, non solo di sopravvivere.
Le parole del Papa risuonano come un monito: la scomparsa dei cristiani dal Medio Oriente non sarebbe solo una perdita per le comunità locali, ma un impoverimento culturale e spirituale per l’intera umanità. Le Chiese orientali, con le loro liturgie antiche, la loro teologia profonda e il loro patrimonio artistico, sono un tesoro insostituibile, che rischia di svanire se non si agisce con urgenza.
Capisco male io oppure in sostanza ha detto ai soli “arabi cristiani” di stare a casa e di lasciar venire in Europa i mussulmani?
Perchè se il succo del discorso è questo allora questo papa stabilisce un record: dimostra di essere uno stronzo dopo neanche una settimana di pontificato, andiamo bene…
Dalla padella nella brace.