Dal Dna il primo identikit di un antico egizio: era come noi

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By V luglio 3, 2025 12:56

Dal Dna il primo identikit di un antico egizio: era come noi

**L’Antico Egitto: una civiltà del Mediterraneo, non subsahariana. Nuove prove genetiche smontano le tesi afrocentriche**

Negli ultimi decenni, alcune demenziali tesi afrocentriche hanno cercato di riscrivere la storia dell’Antico Egitto, sostenendo che la sua civiltà fosse di origine subsahariana e che le sue popolazioni fossero prevalentemente nere. Queste teorie, alimentate da motivazioni ideologiche e non scientifiche, si sono scontrate con una realtà storica e archeologica che dipinge un quadro ben diverso: l’Antico Egitto era una delle grandi civiltà del bacino del Mediterraneo, con popolazioni geneticamente e culturalmente affini a quelle della sponda nord e del Vicino Oriente. Un recente studio pubblicato su *Nature*, condotto da un team di ricercatori guidato dall’Università John Moores di Liverpool e dall’Istituto Francis Creek di Londra, fornisce una prova definitiva che smonta le narrazioni afrocentriche, grazie al sequenziamento del DNA più antico mai estratto in Egitto, appartenente a un uomo vissuto tra 4.800 e 4.500 anni fa, al tempo delle prime piramidi.

### Una scoperta rivoluzionaria: il DNA di un antico egizio

Il DNA è stato estratto da un dente di un individuo sepolto nel 1902 a Nuwayrat, 265 chilometri a sud del Cairo, in un vaso di ceramica che suggerisce uno status sociale elevato. L’uomo, probabilmente un vasaio, aveva tra i 44 e i 64 anni al momento della morte, un’età avanzata per l’epoca, e le sue ossa mostrano segni di una vita di lavoro manuale. Il suo genoma, analizzato con tecniche genetiche all’avanguardia, rivela una discendenza per l’80% da popolazioni del Nord Africa e per il 20% da gruppi della Mesopotamia (l’attuale Iraq). Questi dati confermano che gli antichi Egizi erano geneticamente legati alle popolazioni del Mediterraneo e del Vicino Oriente, non a quelle subsahariane.

“Le nuove tecniche genetiche ci hanno permesso di escludere qualsiasi contaminazione del DNA, fornendo la prima prova genetica di movimenti di persone in Egitto in quel periodo”, ha dichiarato Pontus Skoglund dell’Istituto Francis Creek, coordinatore della ricerca insieme a Linus Girdland-Flink. La scoperta non solo illumina la diversità genetica degli antichi Egizi, ma smentisce categoricamente le teorie che vorrebbero ricondurre la loro origine a popolazioni subsahariane.

### L’Egitto e l’Africa Bianca del Mediterraneo

Prima dell’invasione araba del VII secolo d.C., che portò con sé l’introduzione di schiavi subsahariani, il Nord Africa era un’estensione culturale e demografica del mondo mediterraneo. Le popolazioni di quest’area, da Cartagine all’Egitto, erano geneticamente e culturalmente simili a quelle della Grecia, di Roma e del Levante. L’Antico Egitto, in particolare, era un crocevia di civiltà, con influenze dal Mediterraneo orientale e dal Vicino Oriente, come dimostrato dal 20% di ascendenza mesopotamica riscontrata nell’individuo di Nuwayrat. Le grandi piramidi, i templi e le opere d’arte egizie sono il prodotto di una civiltà sofisticata che si sviluppò in un contesto mediterraneo, non isolato né legato alle dinamiche subsahariane.

Le tesi afrocentriche, che ignorano queste evidenze, si basano spesso su interpretazioni anacronistiche o su un’errata lettura delle fonti iconografiche, come le raffigurazioni di Nubiani (popolazioni del Sudan moderno) nelle tombe egizie, che in realtà rappresentano popoli sottomessi o alleati, non gli Egizi stessi. Gli studi genetici, come quello pubblicato su *Nature*, confermano che gli Egizi erano una popolazione nordafricana con forti legami con il mondo mediterraneo, lontana dalle caratteristiche genetiche delle popolazioni subsahariane.

### Un vasaio dal passato illustre

L’individuo di Nuwayrat, sepolto in un vaso di ceramica, potrebbe essere stato un artigiano di grande abilità o una figura che aveva raggiunto uno status sociale elevato, come ipotizzato da Joel Irish, uno degli autori dello studio. “Forse era eccezionalmente abile, oppure era riuscito a migliorare il suo status sociale”, ha suggerito Irish. Questo dettaglio umano aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione della società egizia, che non era solo una civiltà di faraoni e nobili, ma anche di lavoratori qualificati che contribuivano al suo splendore.

### Conclusioni: la scienza contro le narrazioni ideologiche

La scoperta del DNA di Nuwayrat rappresenta una pietra miliare nella ricostruzione della storia dell’Antico Egitto. Non solo conferma l’appartenenza di questa civiltà al mondo mediterraneo, ma smonta definitivamente le teorie afrocentriche che, per quanto suggestive, mancano di fondamento scientifico. L’Antico Egitto non era un’eccezione isolata in Africa, ma una delle grandi civiltà “bianche” del Mediterraneo, come lo erano Roma, Grecia e Cartagine. Le sue radici affondano in un contesto culturale e genetico che abbraccia il Nord Africa, il Vicino Oriente e l’Europa meridionale, e le nuove scoperte genetiche non fanno che rafforzare questa verità.

In un’epoca in cui la storia è spesso strumentalizzata, studi come questo dimostrano l’importanza della scienza nel ristabilire la realtà dei fatti, liberandola da narrazioni ideologiche. L’Antico Egitto rimane un simbolo dell’ingegno umano, e la sua eredità appartiene al patrimonio comune delle civiltà mediterranee.

Dal Dna il primo identikit di un antico egizio: era come noi ultima modifica: 2025-07-03T12:56:25+00:00 da V
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By V luglio 3, 2025 12:56
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell luglio 3, 19:00

    E’ che i baluba, all’epoca, erano ancora su Marte e solo dopo sono arrivati sulla Terra, senza rivelare come abbiano fatto perchè loro sono superiori, lo dicono tutte le zecche che gli offrono bocca e culo…

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  2. WLMHH8 luglio 3, 19:23

    Gli altri africani vivevano ancora sugli alberi!
    E da come si comportano qui in italia sembra che la provenienza per molti sia ancora gli alberi!

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