Dazi Trump, il piano è isolare la Cina: Italia molli la UE
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Il piano Usa è evidente: isolare la Cina prima che diventi troppo potente. Prima che tutte le produzioni sensibili migrino a Pechino. Lo si capisce anche nel tentativo di riportare la Russia verso l’Occidente. L’Italia deve partecipare a questo piano.
Gli Usa vincolano 70 partner a restrizioni anti-Cina: l’Italia deve agire o sarà travolta
Gli Stati Uniti, sotto la guida di Donald Trump, stanno imponendo una strategia aggressiva: vincolare oltre 70 partner commerciali a restrizioni anti-Cina in cambio di una riduzione delle proprie barriere tariffarie, come annunciato il 9 aprile 2025 con la pausa di 90 giorni sui dazi (ridotti al 10% per i Paesi che collaborano). È un piano chiaro per isolare Pechino, già colpita da tariffe al 125%, e l’Italia non può permettersi di restare a guardare. Senza un accordo diretto con gli Usa e senza dazi propri contro la Cina, il nostro Paese rischia di diventare il capolinea dei prodotti cinesi esclusi dal mercato americano, inondando l’Europa a costi ancora più bassi e distruggendo il nostro tessuto produttivo.
La Cina, con un surplus commerciale globale di 676 miliardi di dollari nel 2023 (dati Il Sole 24 Ore), è già un colosso che mette in ginocchio l’Europa, dove l’UE registra un deficit di 291 miliardi di euro, e l’Italia di 41,1 miliardi (Eurostat 2023). Con i dazi Usa che bloccano l’export cinese verso gli Stati Uniti, Pechino potrebbe dirottare le sue merci verso l’UE, come già accaduto a gennaio 2025, quando l’import UE dalla Cina è salito a 45 miliardi. Senza barriere, queste merci – dall’elettronica ai tessili – invaderanno i nostri mercati a prezzi stracciati, soffocando le PMI italiane, già fragili dopo anni di globalizzazione selvaggia.
L’Italia deve accordarsi con gli Usa, sfruttando la missione di Giorgia Meloni a Washington il 16 aprile. Collaborare con Trump per imporre restrizioni anti-Cina significherebbe proteggere il made in Italy – dal vino all’agroalimentare – e arginare la concorrenza sleale. L’UE, con la sua proposta di tariffe zero sui beni industriali che favorisce la Germania, non ci difenderà: il deficit commerciale con la Cina ci sta già erodendo. Senza dazi, il rischio è chiaro: perdere ciò che resta della nostra economia reale, mentre i prodotti “Made in China” – come la recente acquisizione di Bialetti da parte di Nuo Capital – prendono il posto del nostro orgoglio industriale. È ora di scegliere: o con gli Usa contro la Cina, o con l’Europa verso il declino.
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