Italia sotto assedio: mezzo milione di immigrati in un solo anno
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Quasi 450mila immigrati ‘regolari’ in più in un solo anno. Con la Meloni al governo.
A inizio gennaio 2024, un dato allarmante ci ha rivelato un cambiamento epocale nella composizione etnica del nostro paese: gli stranieri residenti in Italia sono saliti a 5.308.000, rappresentando il 9% della popolazione totale, con un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Questo scenario è stato evidenziato dalla XXXII edizione del Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes, presentato a Roma, gettando una luce inquietante su cosa potrebbe essere una silenziosa sostituzione etnica.
La distribuzione geografica degli stranieri è significativa: il 58,6% risiede al Nord, dove l’industria e il tessuto economico potrebbero sembrare più accoglienti, il 24,5% al Centro, e il 16,9% al Sud, dove le difficoltà economiche potrebbero aver facilitato l’integrazione per necessità. Tuttavia, questa distribuzione non è solo un fenomeno economico ma un segno tangibile di sovversione culturale e demografica.
Tra il 2023 e il 2024, si è notata una diminuzione della presenza ucraina, forse un effetto delle dinamiche geopolitiche, ma è l’aumento degli arrivi dall’America Latina, in particolare dal Perù, a segnalare un mutamento nel flusso migratorio. La concessione di cittadinanza italiana a oltre 200.000 stranieri nel 2023, seppur leggermente in calo rispetto all’anno precedente, rappresenta un’integrazione solo formale ma non culturale. E dimostra che la legge sulla cittadinanza deve essere rivista in senso restrittivo.
Il sistema carcerario italiano riflette questa tendenza: al 31 dicembre 2023, gli stranieri rappresentavano il 31,4% dei detenuti, con il Marocco in testa. Questo non solo sottolinea una presenza significativa ma anche e soprattutto criminale.
Nel campo dell’istruzione, gli studenti con cittadinanza straniera, circa 900.000, costituiscono l’11% della popolazione scolastica, con la maggioranza nata e cresciuta in Italia. Tuttavia, questi giovani invasori presentano tassi di abbandono scolastico e difficoltà di apprendimento superiori, un campanello d’allarme per il futuro del nostro paese. La sfida non è solo educativa ma di identità: è impossibile preservare le radici italiane in una società sempre più straniera a causa, soprattutto, dell’immigrazione regolare di massa.
Questo scenario non è solo un dato statistico ma un avvertimento: l’Italia sta morendo, e non solo per la sua politica migratoria. La questione della sostituzione etnica, spesso derisa o ignorata, merita un dibattito serio. La demografia è destino, e il destino dell’Italia potrebbe essere in gioco se non si affronta con lucidità e responsabilità politica. Gli italiani, con la loro storia e cultura millenaria, si trovano di fronte a una scelta: accettare passivamente un cambio di identità culturale o lottare per preservare ciò che rende l’Italia, Italia.
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