Sharia imposta nei quartieri islamici delle nostre città
Related Articles
Queste cose oscene che camminano nelle nostre città, vestite come sacchi della spazzatura, non dovrebbero essere qui. L’immigrazione regolare islamica, soprattutto da paesi retrivi come Bangladesh e Pakistan deve essere azzerata e non solo ‘sospesa’ come deciso dal governo.
Negli ultimi anni, una preoccupante tendenza sta emergendo nelle grandi città italiane: l’imposizione della Sharia, la legge islamica, in specifici quartieri. Questi non sono semplici aneddoti di vita comunitaria, ma segnali di un cambiamento radicale che mette in discussione i principi di laicità e libertà dell’Italia.
Secondo testimonianze raccolte da residenti e osservatori, in molte aree urbane italiane, la Sharia sta diventando più che un codice etico-religioso, trasformandosi in una sorta di diritto consuetudinario che, seppur non riconosciuto ufficialmente dallo Stato, influisce pesantemente sulla vita quotidiana. Si parla di pressioni affinché le donne rispettino un codice di abbigliamento che riflette le norme islamiche, di negozi che chiudono per le preghiere, e di dispute risolte non dai tribunali italiani ma da figure di autorità religiose.
Questa situazione ha sollevato un’ondata di allarme tra i cittadini italiani, non solo per la sovrapposizione di un sistema giuridico parallelo ma anche per l’evidente discriminazione che si perpetua, specialmente verso le donne, che vedono i loro diritti compressi in nome di una legge non ufficiale. Inoltre, c’è chi denuncia una sorta di “ghettizzazione” culturale, dove l’impossibile integrazione viene sostituita da una segregazione autoimposta o imposta dalla comunità stessa.
La Sharia? Se tagliassero veramente le mani ai ladri e buttassero giù dai tetti gli invertiti un pensierino ce lo potremmo fare…