Pene ridotte per gli assassini di Desirée: le stesse toghe che liberano le ONG
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**L’Omicidio di Desirée Mariottini: Un Fallimento Politico e Sociale**
L’omicidio di Desirée Mariottini, una sedicenne romana trovata morta il 19 ottobre 2018 in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma, ha sollevato un’ondata di sdegno e riflessione sulla sicurezza pubblica e sull’efficacia delle politiche di immigrazione in Italia. Con la Cassazione che ha confermato le condanne in Appello bis, con pene ridotte rispetto al primo grado, emerge un quadro che non solo condanna i colpevoli, ma getta un’ombra lunga sulla classe politica e sull’amministrazione della giustizia.
Omicidio della 16enne Desirée Mariottini
La Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d'Assise nel processo di Appello bis (pene ridotte rispetto al primo grado) con cui i giudici avevano condannato a 22 anni Mamadou Gara e a 26 anni Alinno Chima. Per altri due… pic.twitter.com/ptnouvb5ue
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 17, 2024
**Una Catena di Errori e Inefficienze**
I principali imputati, Mamadou Gara, Alinno Chima, Brian Minthe, e Yousef Salia, avevano tutti un passato o uno status legale che avrebbe dovuto, in un sistema funzionale, prevenire o almeno limitare la loro capacità di commettere ulteriori crimini:
– **Mamadou Gara**, senegalese, era già destinatario di un decreto di espulsione nel 2017, ma non fu mai espulso.
– **Alinno Chima**, nigeriano, deteneva un permesso di soggiorno per motivi umanitari, scaduto nel marzo 2018, senza che le autorità avessero preso misure per espellerlo.
Il senegalese Brian Minthe stava attendendo il rilascio del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari
Il ghanese Yousef Salia era clandestino
**La Politica e l’Immigrazione**
L’omicidio di Desirée Mariottini ha acceso un riflettore sulla politica dell’immigrazione in Italia, evidenziando falle nel sistema che permettono a individui con precedenti penali o in situazione irregolare di rimanere nel paese. La mancata espulsione di Gara e la gestione negligente dello status legale di Chima sono esempi tangibili di come le politiche migratorie e l’applicazione della legge possano fallire, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.
**Il Ruolo della Giustizia**
La sentenza della Cassazione, con pene ridotte, solleva critiche sulla severità delle sanzioni e sull’efficacia del sistema giudiziario nel trattare crimini così gravi. La riduzione delle condanne può essere vista come un segnale di una giustizia che non riesce a riflettere l’orrore del crimine commesso, quando a commetterlo sono degli immigrati – quasi sempre – alimentando un senso di impunità e di mancanza di giustizia tra la popolazione.
**La Società e l’Integrrazione**
Questo caso mette in luce anche questioni più profonde riguardo l’integrazione degli immigrati. Gli africani devono restare in Africa.
E se qualche ministrato pensa che scrivere questo sia ‘odio razziale’: si fotta.
“E se qualche ministrato pensa che scrivere questo sia ‘odio razziale’: si fotta.”
Mi piace e non dimentichiamo che, mal che vada, gli avvocati difensori non sono tutti di sinistra…