Albania, Meloni convoca CDM urgente per bloccare le toghe rosse
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Serve una presa di posizione dura del Parlamento a Camere riunite. Il popolo deve parlare attraverso i propri rappresentanti e dire alle toghe ideologicamente compromesse che la sovranità non è loro. Che Salvini non si processa perché ha respinto l’invasione. Che le ONG non si liberano in nome di leggi straniere. Che i clandestini non si fanno tornare dall’Albania perché lo vuole il PD.
Il giudice sui migranti in Albania è lo stesso che ha bocciato il Garante della privacy sul caso Siri
Roma, 18 ottobre 2024 – Luciana Sangiovanni, giudice del Tribunale di Roma, ha ordinato che i dodici migranti portati in Albania rientrino in Italia. La decisione è stata presa sulla base del fatto che i Paesi di origine dei migranti, Bangladesh ed Egitto, non possono essere riconosciuti come Paesi sicuri, secondo i principi affermati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Lo stesso giudice, Luciana Sangiovanni, è noto per aver bocciato la decisione del Garante della privacy che aveva stoppato la messa in onda di documenti sensibili sull’ex senatore della Lega Armando Siri. Il Garante della privacy aveva cercato di impedire la diffusione di tali documenti da parte di un programma della Rai, ma il giudice Sangiovanni ha ritenuto che la messa in onda fosse legittima.
Queste decisioni hanno sollevato polemiche e discussioni sulla gestione dei flussi migratori e sulla protezione della privacy in Italia. La decisione di far rientrare i migranti in Italia rappresenta un ulteriore intervento della magistratura su una decisione del governo, sollevando questioni sulla cooperazione internazionale in materia di immigrazione.
Meloni: “Il tribunale di Roma? Sui paesi sicuri la competenza è dei governi”
I giudici non convalidano il trattenimento dei migranti in Albania, Giorgia Meloni organizza un Consiglio dei ministri per superare l’ostacolo. “È molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa nazione quando si ha anche l’opposizione di parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare a dare risposte”, ha dichiarato il presidente del Consiglio da Beirut, annunciando un Cdm lunedì sul tema. Meloni non ha esitato a definire “pregiudiziale” la decisione del tribunale di Roma, secondo il quale i Paesi non possono essere definiti sicuri in modo generico ma dev’essere fatta una valutazione caso per caso.
“La questione non è l’Albania – ha aggiunto Meloni – la questione è molto più ampia, perché in buona sostanza quello che i giudici” di Roma “dicono è che non esistono Paesi sicuri. Quindi comunico ufficialmente che il problema non c’è in Albania, il problema è che nessuno potrà essere mai più rimpatriato. Il problema è che tu non puoi respingere la gente, il problema è che tu non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini. E quindi spero che mi si dica anche poi come si risolve. Io non credo che sia una competenza della magistratura stabilire quali sono i paesi sicuri e quali no. Questa è una competenza del governo. E quindi forse il governo deve chiarire meglio che cosa si intende per paese sicuro”.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che il governo ricorrerà fino alla Cassazione contro la decisione del tribunale. Piantedosi ha dichiarato: “Faremo tutto il necessario per garantire che i nostri centri in Albania continuino a operare”.
E’ comunque sbagliato chiedere ad altri giudici il permesso di decidere. Non è attraverso la magistratura che risolviamo la questione. La via deve essere politica.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha aggiunto: “I giudici non devono impedire al governo di lavorare. Stiamo cercando di gestire una situazione complessa e abbiamo bisogno di tutto il supporto possibile”.
Fonti:
Toghe rosse cancro da estirpare!
Sostituirle con tribunali militari!