Sette sentenze identiche, ‘copiate’ dalle motivazioni degli avvocati di Soros
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Stranamente tutte le sentenze hanno conclusioni identiche. Ricalcano quanto scritto, tra l’altro’, nelle contestazioni preparate dall’ASGI, nota organizzazione finanziata da Soros e vicina, non solo ideologicamente, a Magistratura Democratica. Abbiamo quindi clandestini assistiti da avvocati di una associazione di estrema sinistra che presentano ricorsi a giudici di estrema sinistra che poi liberano i clandestini appigliandosi a sentenze con motivazioni delle stesse associazioni di estrema sinistra.
**Le linee guida che stabiliscono il funzionamento della divisione immigrazione affidano i dossier ai giudici con maggiore esperienza. Sette verdetti identici in rapida successione: ecco come è stato fattibile**
Sette giudizi, differenti per forma, lunghezza e argomentazioni, ma uguali nelle conclusioni. Le ordinanze con cui il tribunale di Roma ha recentemente annullato, consecutivamente, tutti i decreti di fermo emessi dal prefetto di Roma verso i migranti situati nel centro di Gjader, in Albania, sono stati esaminati minuziosamente sia dal governo, che intende contestarli, sia dagli esperti di diritto internazionale umanitario. Le motivazioni, nella maggioranza dei casi, non sono infondate. Tuttavia, ciò che ha sorpreso è stata la concordanza con cui sette diversi giudici sono giunti, ciascuno indipendentemente, alle medesime risoluzioni: in una materia intricata e dibattuta come l’equilibrio tra leggi nazionali e giustizia europea.
**Come sono stati selezionati i giudici per adottare le decisioni?** La questione è emersa immediatamente, quando si è scoperto che uno dei documenti porta la firma di Silvia Albano, presidente dell’associazione Magistratura Democratica, da tempo critica delle politiche sull’immigrazione del governo di centro-destra. La decisione della Albano era quindi prevedibile. Ma le altre?
Una delle ordinanze è firmata dal capo della divisione, Luciana Sangiovanni, che ha anche rilasciato una dichiarazione per chiarire la «posizione» della sezione. Tuttavia, nella sezione operano altri quindici giudici, ognuno dei quali può decidere autonomamente. Tuttavia, i dossier sono stati distribuiti solo ai giudici che hanno deciso tutti allo stesso modo.
**Qual è il metodo di selezione?** «Semplicemente – chiarisce il giudice Giuseppe Molfese, con anni di servizio nella sezione immigrazione – è stato applicato un protocollo prestabilito, che stabiliva come criterio l’anzianità di servizio, ossia la data di entrata in magistratura. A ciascuno dei sei giudici più anziani sono stati assegnati due fascicoli. I successivi verranno affidati ai colleghi più giovani».
In realtà, prima ancora che la nave Libra della Marina Militare partisse verso l’Albania con il suo carico di rifugiati, a Roma si conosceva già chi sarebbero stati i giudici incaricati di valutare la legittimità dell’azione. Probabilmente, il risultato non sarebbe cambiato molto se fossero stati altri giudici ad occuparsene: negli ambienti della sezione si ritiene che l’orientamento che considera illegale la procedura adottata in un centro fuori dai confini nazionali sia pressoché unanime. Ma questo perché si trattava di valutare una condizione di emergenza, e non il diritto dei singoli migranti a misure di accoglienza.
Su questo si dovrà riflettere in un secondo tempo, non più da un singolo giudice ma da un panel di tre toghe, ed è possibile che l’uniformità venga meno: sia per le diverse valutazioni dei giudici, sia per le circostanze specifiche dei singoli clandestini.
Fonti:
MSN
Il Giornale
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