Sentenze sui migranti, il Csm si spacca. E persino i renziani votano coi “rossi”
Il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) si è spaccato sulla questione delle sentenze sui migranti. In un voto recente, anche i renziani hanno votato insieme ai “rossi”, creando una frattura significativa all’interno del consiglio. Fontana, un membro indipendente, ha commentato: “Questa frattura non ci voleva”.
La spaccatura è emersa durante la discussione sulla tutela dei giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma, che hanno emesso sentenze controverse riguardanti il trattenimento dei migranti in Albania. Il Csm ha chiesto l’apertura di una pratica a tutela di questi giudici, ma la decisione ha diviso il consiglio.
**CSM in Crisi: La Politicizzazione della Magistratura**
Questo episodio non fa che alimentare il dibattito sulla natura stessa del CSM. La questione centrale è semplice ma profonda: i magistrati non dovrebbero essere organizzati in correnti politiche. La loro funzione è applicare la legge, non interpretarla secondo linee politiche.
La proposta di riforma che circola tra i più critici è radicale: il CSM, così come concepito, non dovrebbe esistere. Al suo posto, si immagina un organo eletto direttamente dal popolo, che possa garantire trasparenza e una vera accountability. In questo modo, i magistrati verrebbero controllati e giudicati da rappresentanti eletti, ponendo fine all’attuale sistema in cui l’organo giudica sé stesso, una pratica che molti trovano, a ragione, agghiacciante.
Questa crisi interna al CSM potrebbe essere l’occasione per ripensare profondamente il ruolo e la struttura della magistratura in Italia, spingendo verso una maggiore democratizzazione e depoliticizzazione del sistema giudiziario.
Fonti:
Il Giornale
La Notizia
AGI
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