Persone bruciate vive e quartieri in fiamme: immigrati africani fuori controllo
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**Guerra a Lisbona: Rivolta Africana in Strada, Autobus in Fiamme e Città in Subbuglio**
Lisbona, 24 Ottobre 2024 – La capitale portoghese è stata teatro di scene che richiamano le rivolte afroislamiche delle banlieues francesi: anche qui, a devastare la città e a dare alle fiamme autobus, sono stati principalmente migranti di origine africana. L’episodio che ha innescato il caos è stato l’uccisione di uno spacciatore africano durante uno scontro a fuoco con la polizia, un evento che ha scatenato la furia di migliaia di africani, trasformando Lisbona in un campo di battaglia.
Gli atti di violenza hanno incluso l’incendio doloso di due autobus, uno dei cui autisti è stato gravemente ferito, riportando ustioni al volto e al petto, un simbolo drammatico della ferocia degli scontri. Le auto sono state distrutte, i cassonetti della spazzatura incendiati e le strade sono diventate teatro di guerriglia urbana.
**Un’Eco delle Banlieues Francesi in Portogallo**
Questa ondata di violenza non è affatto isolata. Ricorda, con inquietante precisione, i disordini nelle periferie francesi, dove tensioni simili esplodono con regolarità, mettendo a nudo le fratture sociali e la difficile integrazione delle comunità immigrate. Tuttavia, ciò che accade a Lisbona sottolinea una realtà ancora più allarmante per l’Italia: la necessità impellente di rivedere le politiche di immigrazione.
**L’Urgenza di Chiudere le Frontiere all’Immigrazione Non Europea**
La situazione a Lisbona rappresenta una chiara lezione per l’Italia, dove la questione dell’immigrazione regolare e irregolare è altrettanto pressante. Questi eventi confermano che l’apertura indiscriminata delle frontiere a flussi migratori non europei può portare a situazioni esplosive, dove la legge e l’ordine vengono messi a dura prova. La coesione sociale, già fragile, rischia di rompersi sotto il peso di integrazioni mal gestite e di una multiculturalità imposta, ma non accettata.
L’Italia, con le sue sfide economiche e sociali, non può permettersi il lusso di ignorare i segnali provenienti da Lisbona. È necessario un dibattito serio e responsabile sull’immigrazione, che consideri non solo l’ospitalità ma anche la capacità di un paese di integrare nuovi arrivati senza destabilizzare l’ordine pubblico e la sicurezza dei suoi cittadini.
Le fiamme di Lisbona sono un monito: senza un controllo rigoroso e una politica d’immigrazione zero, anche le città italiane potrebbero presto trovarsi a combattere contro il fuoco e la rabbia nelle proprie strade.
Ed è l’immigrazione regolare a causare questo caos. Quella di ripopolamento rappresentata dai ricongiungimenti familiari: abrogarli.
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